Nella prima parte dell’inchiesta pubblicata il 10 ottobre scorso, si è parlato della vicenda legata all’acquisto da parte del Comune di Latina dell’immobile fatiscente conosciuto in città come ex-Icos (asta fallimentare del 5 giugno 2003), evidenziando in particolare quanto segue:
- l’ingente sperpero di denaro pubblico da parte dell’amministrazione Zaccheo che spese tre milioni e trenta mila euro per un fabbricato già all’epoca diroccato, lasciandolo poi nel degrado più totale;
- la strana vicenda dell’asta fallimentare con l’inaspettato intervento di una società ciociara appena costituita, che con tredici rialzi sospetti fece lievitare il prezzo del fabbricato guarda caso fino al limite massimo di offerta cui poteva arrivare il Comune (importo secretato conosciuto solo dal Sindaco Vincenzo Zaccheo e probabilmente dal suo consulente Avv. Giuseppe Angeloni).
Insomma, la classica situazione in cui si può affermare senza possibilità di essere smentiti: oltre al danno anche la beffa.
Lo scenario rappresentato con la narrazione della vicenda ex-Icos si arricchisce di altre inquietanti circostanze, analizzando un’altra operazione immobiliare che sarebbe avvenuta di lì a poco, e precisamente quella riguardante il fabbricato conosciuto in città come Palazzo Pegasol. Si tratta dell’immobile sito a Latina in Via Duca del Mare che sovrasta la zona delle cosiddette “autolinee vecchie”, ora adibita a parcheggio.
ARIECCOLI
Come vedremo nel dettaglio, la vicenda del Palazzo Pegasol si lega in modo sconcertante a quella dell’ex-Icos, attraverso una serie di personaggi che compaiono da protagonisti in entrambe le operazioni immobiliari. Ecco di chi si tratta.
ANGELO BALDUCCI
Da Provveditore alle Opere Pubbliche per la Regione Lazio aveva partecipato al famigerato protocollo d’intesa, sulla base del quale l’amministrazione comunale di Latina aveva preso parte in maniera avventata all’asta fallimentare per l’acquisto dell’ex-Icos.
Angelo Balducci era inoltre accreditato come uno dei consulenti dell’Istituto religioso “Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli” già “Sacra Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli” o “de Propaganda Fide”, con sede a Roma in Piazza di Spagna n. 48.
Il suddetto Istituto è provvisto di partita Iva perché gestisce un immenso patrimonio immobiliare sparso in tutto il mondo, il cui valore è stimato in circa dieci miliardi di euro.
All’interno di tale patrimonio c’era anche il Palazzo Pegasol.
IL TRIO FOGLIETTA
Come detto nella prima parte dell’inchiesta, il legale rappresentante della DEPIFO Srl, che partecipa in maniera assai sospetta all’asta fallimentare del 5 giugno 2003 (ex-Icos), è Emilio De Paolis Foglietta, il quale è anche socio della società insieme a Giovanni De Paolis Foglietta e Luca De Paolis Foglietta. Ebbene tutti e tre sono presenti anche nell’operazione Pegasol.
VINCENZO ZACCHEO
Tutti i fatti in questione hanno in comune il ruolo indispensabile svolto dall’amministrazione comunale di Latina (nel periodo in cui Zaccheo ne era sindaco), che con le sue decisioni ha steso un bel tappeto rosso per le operazioni immobiliari di personaggi catapultati a Latina.
PALAZZO PEGASOL, PROPRIO UN BUON AFFARE
Il cosiddetto palazzo Pegasol prende il nome dalla società (Pegasol Srl) che ne era un tempo proprietaria.
Il 26 febbraio 2014 la società DPF Sas di Ceccareli Luigina (con sede a Frosinone), che ha tra i propri soci anche il trio Foglietta (Emilio, Giovanni e Luca) acquista dalla “Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli” la quota corrispondente all’intero capitale sociale della Pegasol Srl, di cui diviene pertanto l’unico socio.
Successivamente, e precisamente il 12 dicembre 2005, la DPF Sas incorpora la Pegasol Srl.
In sostanza la DPF Sas diventa proprietaria dell’immobile di Via Duca del Mare sin dal 26 febbraio 2004 (prima in via indiretta attraverso la proprietà dell’intero capitale sociale di Pegasol Srl e dal 12 dicembre 2005 direttamente per via della fusione con incorporazione di Pegasol Srl).
L’ATTO DEL 26 FEBBRAIO 2004
L’atto viene stipulato presso un notaio di Frosinone tra l’Istituto religioso “Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli” (proprietaria del 100% di Pegasol Srl e quindi del Palazzo Pegasol) e la società DPF Sas di Ceccarelli Luigina che, come già detto, ha tra i propri soci anche Emilio, Giovanni e Luca Foglietta.
OGGETTO DELLA CESSIONE
L’oggetto della cessione è la proprietà della società Pegasol srl.
È quindi opportuno verificare cosa c’era all’interno della suddetta società.
Il bilancio chiuso al 31/12/2003 evidenzia che la Pegasol Srl era praticamente inattiva.
In tutto il 2003 erano stati conseguiti proventi vari per € 61.601 e sostenuti costi per servizi e per oneri diversi di gestione per l’importo complessivo di € 74.937.
L’unica voce significativa dell’attivo è rappresentata dal patrimonio immobiliare, e i debiti, tutti non scaduti, sono di modestissima entità (€ 15.876).
In definitiva si può senza alcun dubbio affermare che con l’acquisto della proprietà di Pegasol Srl si acquisiva esclusivamente il patrimonio immobiliare di quest’ultima.
A proposito degli immobili, si dà evidenza di quanto espressamente detto nell’atto in questione:
“la Pegasol s.r.l. è proprietaria esclusiva dello stabile in Latina, Via Duca del Mare n. 19 e con ulteriori accessi alle vie IV Novembre n. 25 e Cattaneo n. 6, di unità immobiliari per complessive mq. 6.000 circa, poste ai piani da interrato al settimo, nonché di un garage sito in Latina, alla via IV Novembre n. 25, della superficie di mq. 25 circa appresso meglio descritti”
“per le suddette unità immobiliari, anche al fine di ottenere il cambio di destinazione d’uso da abitazione ad ufficio, in data 28 marzo 1986 sono state presentate al Comune di Latina domanda Mod. 47/85 D di sanatoria per le opere rientranti nelle tipologie di abuso 1-2-3-4-5-6-7-, di cui alla tabella allegata alla legge 28 febbraio 1985 n. 47, nonché domanda Mod. 47/85 R di sanatoria per gli abusi edilizi di cui alla legge 28 febbraio 1985 n. 47”.
In sostanza l’oggetto della cessione riguarda unità immobiliari per 6.000 mq. al centro di Latina, per le quali si sta cercando di ottenere il cambio di destinazione d’uso da abitazione ad ufficio e per cui sono state presentate domande di condono al fine di sanare abusi e irregolarità varie.
CHI È L’ACQUIRENTE?
Come detto, è la DPF Società in accomandita semplice di Ceccarelli Luigina con sede legale a Frosinone.
In realtà fino al 14/1/2004 (poco più di un mese prima dell’atto) è la DPF Società in accomandita semplice di De Paolis Foglietta Emilio, in quanto è quest’ultimo ad essere il socio accomandatario e quindi l’amministratore della società.
Emilio De Paolis Foglietta riprenderà la carica di socio accomandatario, e quindi di amministratore della società, il 21/9/2005. Da segnalare che fanno parte della compagine sociale anche Luca e Giovanni De Paolis Foglietta.
Stiamo quindi parlando degli stessi che erano soci della DEPIFO Srl, che aveva partecipato alla chiacchieratissima asta fallimentare del 5 giugno 2003 per l’ex-Icos.
IL PREZZO
Come si può leggere nell’atto, il corrispettivo della cessione “è stato convenuto dalle parti in Euro 3.100.000,00 (tremilionicentomila virgola zero zero), somma che la Congregazione cedente dichiara di aver ricevuto prima d’ora dalla società cessionaria alla quale rilascia ampia e liberatoria quietanza di saldo”. Piuttosto curioso che la DPF Sas, società dal modestissimo capitale sociale di poche migliaia di euro, sia in grado di pagare una cifra milionaria.
CONDONO EDILIZIO E CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO
Quasi in contemporanea con le descritte operazioni societarie/immobiliari le pratiche giacenti da anni presso il Comune di Latina si sbloccano, tanto che già nel 2005 la DPF Sas può iniziare i lavori di ristrutturazione.
In Italia si è soliti lamentarsi della eccessiva burocrazia e della lentezza nelle procedure amministrative per l’espletamento delle pratiche; ebbene in questo caso l’allora amministrazione comunale di Latina dà invece prova di estrema celerità.
STRANEZZE ED AMNESIE
La suddetta celerità però, invece di essere considerata un fatto virtuoso, appare piuttosto come una circostanza inquietante.
Il 5 giugno 2003, giorno dell’asta fallimentare ex-Icos, il Sindaco Zaccheo si era ritrovato a tu per tu con Emilo De Paolis Foglietta, il quale, in qualità di rappresentante legale della DEPIFO Srl (nella quale era socio insieme a Giovanni De Paolis Foglietta e Luca De Paolis Foglietta) aveva fatto lievitare il prezzo con rilanci perfettamente calibrati, facendo spendere al Comune di Latina 840 mila euro in più.
All’epoca il Sindaco di Latina aveva mangiato la foglia, anzi la Foglietta, tanto da denunciare irregolarità durante l’asta ex-Icos.
A distanza di circa due anni da un episodio che aveva destato molto clamore e aveva fatto arrabbiare così tanto Zaccheo da indurlo ad andare in Procura a presentare un esposto, le strade del Comune di Latina e del trio Foglietta (stavolta sotto forma di DPF Sas) si incontrano nuovamente.
Non è inquietante che proprio chi per primo ha paventato irregolarità avvenute nel corso dell’asta fallimentare per l’ex-Icos rimanga in silenzio e completamente inerte nel momento in cui gli autori delle presunte irregolarità si presentano al cospetto del Comune di Latina?
Ma la vicenda non finisce qui…
AFFITTASI LOCALI USO UFFICIO
Una volta ristrutturato l’immobile da parte della DPF Sas, chi troviamo tra i locatari?
Proprio il Comune di Latina – amministrazione Zaccheo – che prende in affitto metà del secondo piano, tutto il terzo e il quarto, per un importo totale annuo di circa 300mila euro oltre Iva.
Vi è da segnalare un antefatto.
Risulterebbe che nel marzo del 2005 il Comune di Latina avrebbe fatto partire un’indagine di mercato con l’intento di reperire locali ad uso ufficio.
Tra le offerte ci sarebbe stata anche quella della DPF Sas di Frosinone che avrebbe chiesto al Comune 10 euro al mq per i locali del Palazzo Pegasol, mentre un’altra società (Fogliano Srl) avrebbe presentato un’offerta più bassa. Invece di prendere in considerazione quest’ultima pare che si sia bloccato tutto e all’incirca dopo quattro mesi dall’apertura delle proposte, la DPF avrebbe riformulato la propria offerta scendendo da 10,00 euro a 9,50 euro al mq.
Successivamente a tale episodio, effettivamente il Comune stipulò il contratto di locazione per il Palazzo Pegasol con la DPF Sas.
QUANTI DUBBI!
Insomma, dopo le perplessità sull’asta fallimentare per l’acquisto dell’immobile conosciuto in città come ex-Icos, ecco, in seguito, un’altra operazione immobiliare piena di dubbi.
Nello scenario delle tante stranezze e anomalie narrate nella presente inchiesta sembra proprio che il Comune di Latina a guida Vincenzo Zaccheo abbia assunto, volente o nolente, il ruolo di uno strumento utilizzato da privati per perseguire i loro interessi personali.
Diventa quindi estremamente importante e interessante la terza parte dell’inchiesta, nella quale, come anticipato, pubblicheremo un documento inedito proveniente da una fonte estremamente autorevole con piena conoscenza dei fatti in questione.
(- continua con la terza parte)