Raffica di ordinanze di demolizione e sgombero da parte del Comune di Latina: tra gli obiettivi anche la casa del boss Armando “Lallà” Di Silvio sotto processo per associazione mafiosa (Alba Pontina)
Il Servizio “Politiche e Servizio di Gestione e Assetto del Territorio” del Comune di Latina ha disposto, nella giornata del 10 marzo, ben sei ordinanze tra sgomberi e demolizione in merito ad opere realizzate abusivamente nel capoluogo di provincia. Quattro di queste ordinanze afferiscono anche all’acquisizione gratuita al patrimonio del Comune che così potrà avere le opere realizzate abusivamente nella propria disponibilità.
L’ordinanza che sicuramente salta più agli occhi è quella riferibile alla casa di Via Muzio Scevola, a Campo Boario, dove Armando Lallà Di Silvio e Sabina De Rosa (moglie e marito, entrambi imputati nel processo Alba Pontina) avevano realizzato, secondo la ricostruzione degli investigatori, la centrale di spaccio e comando del clan.
Il Dirigente Umberto Cappiello che ha firmato tutte e sei le ordinanze, tra cui quella indirizzata alla moglie di Lallà, Sabina De Rosa, intima a quest’ultima di demolire le opere realizzate in maniera abusiva: nello specifico si tratta di un locale in muratura ricoprente una superficie di 30 mq circa e una tettoia da circa 15 metri quadri. C’è di più.
Come risulta dall’ordinanza del Comune, l’immobile di Via Muzio Scevola, su cui insistono le opere abusive, è di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze, poiché pende su di esso un provvedimento di confisca emesso il 13 gennaio 2011, così “come risulta da Ispezione Ipotecaria”.
Ora, Sabina De Rosa, detta “Purì”, in quanto materiale esecutore delle opere abusive, dovrà provvedere entro 30 giorni alla demolizione a proprie spese “delle opere abusivamente realizzate e al ripristino della situazione dei luoghi abusivamente alterati“.