L’AREA DI B.GO SAN MICHELE BONIFICATA PER OLTRE MEZZO MILIONE DI EURO, MA DOPO 10 ANNI ALTRI RIFIUTI PERICOLOSI

Incendio alla Ex Nova Solai di Borgo San Michele avvenuto lo scorso luglio 2019
Il fumo che sprigionò l'incendio alla Ex Nova Solai di Borgo San Michele avvenuto lo scorso luglio 2019

Ex Nova Solai di Borgo San Michele: a maggio 2020 l’ordinanza del Comune di Latina per la rimozione dei rifiuti dopo un incendio nel luglio 2019. Ora, la Provincia di Latina attesta la conclusione degli interventi per la rimozione dei rifiuti speciali nell’area

È una storia con alcune contraddizioni, o almeno questioni che non tornano a giudicare da un un incendio avvenuto nel luglio 2019, un’ordinanza del Comune di Latina nel maggio 2020 e una determina del Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina datata 16 aprile 2021.

Andiamo per ordine. Il 24 luglio 2019 si levò nell’aria una nube dall’intenso e acre odore di gomme bruciate che investì Borgo San Michele, dove è ubicato lo stabilimento Ex Nova Solai s.a.s. di proprietà della famiglia  Cervelloni, in una traversa della Pontina, tra le Migliare 43 e 45.

Ad agosto 2019, Arpa Lazio – Sezione di Latina trasmise al Comune di Latina una relazione tecnica piuttosto eloquente: “inceneriti rifiuti in gran parte costituiti da materiale gommoso, in modo particolare pneumatici di varie dimensioni e il resto rappresentato da altre tipologie di rifiuto quali polistirolo, carta ecc.“, con l’aggravante della “presenza di pneumatici abbandonati all’interno del capannone sparsi su una superficie di circa 400mq“. Rifiuti pericolosi e abbancati in violazione della legge che proibisce il deposito incontrollato e prescrive che sia compito dei titolari della società di rimuoverli e ripristinare lo stato dei luoghi.

Il Servizio Ambiente del Comune di Latina avvertì i rappresentanti legali della Ex Nova Solai dell’avvio del “procedimento amministrativo tendente ad ingiungere la rimozione, l’avvio a recupero e/o smaltimento dei rifiuti presenti“, e del loro dovere di controllare il livello di inquinamento raggiunto.

Solo che, a maggio 2020, quando l’Ente di Piazza del Popolo intimò ai rappresentanti legali della società di ottemperare alle conseguenze dell’incendio dell’anno prima, non era stato né rimosso né ripristinato niente. “Nessuna comunicazione in ordine all’adempimento dell’obbligo di rimozione dei rifiuti e degli altri intimati è stata finora trasmessa dai destinatari della missiva” – scriveva il Servizio Ambiente del Comune di Latina, raccomandando inoltre, sempre ai i titolare della Ex Nova Solai, “un’indagine preliminare sui parametri oggetto di potenziale inquinamento“.

Il 16 aprile 2021, invece, la Provincia di Latina approva una determina con cui attesta la mancata di necessità di intervento riguardo alla “messa in sicurezza d’emergenza e caratterizzazione Ex Nova Solai”. Un intervento peraltro finanziato cospicuamente dalla Regione Lazio.

Nell’atto approvato dal Servizio Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina, si legge che il sito che si trova in una traversa della SS Pontina, al chilometro 78, non troppo lontano da dove la conferenza dei sindaci della provincia voleva realizzare la famigerata discarica di inerti, ha una superficie di 22mila metri quadri in zona H (agricola).

A febbraio 2021, l’Arpa Lazio – riporta la Provincia di Latina – dichiara che “salvo diverso parere da parte delle Autorità Competenti coinvolte nel procedimento amministrativo avviato presso il sito in oggetto, non sembrerebbero configurarsi gli estremi per la trasmissione della Relazione Tecnica propedeutica al rilascio della certificazione dì avvenuta bonifica da parte della Provincia di Latina“. Secondo la società Idea srl, che ha condotto l’indagine preliminare sui terreni di Borgo San Michele, non vi sarebbero elementi di non conformità nel suolo, nel sottosuolo e nella acque dell’area. Tradotto: nessun problema di inquinamento.

Tuttavia, quella comunicazione dell’Arpa si riferisce ad altro, e non all’incendio dei rifiuti speciali avvenuto nel luglio 2019.

Sull’area, infatti, c’è stato un progetto di “Intervento di rimozione di rifiuti speciali- messa in sicurezza e bonifica del sito industriale dismesso Novasolai s.a.s. ed area annessa” approvato dalla Regione Lazio nel lontano 2005 per un importo di spesa rilevante, oltre mezzo milione di euro: 545mila per l’esattezza.

Una determinazione dirigenziale del Comune di Latina, la n.329 del 10 marzo 2011 (oltre dieci anni fa), approvava la conclusione dei lavori e il consuntivo finale degli interventi per un importo complessivo di 539.793,10 euro, e specificava che fossero stati eseguiti gli interventi di “rimozione dei rifiuti speciali presenti nell’insediamento e le attività di messa in sicurezza e indagini preliminari”.

A febbraio 2021, come detto, Arpa Lazio certifica, sulla base dell’indagine preliminare della Idea srl, che non vi sono non conformità riguardanti l’inquinamento del sito e conclude la vicenda. Sembrerebbe in lieto fine, il problema è che la stessa Agenzia ambientale regionale aveva stabilito nel 2019, dopo l’incendio nel luglio dello stesso anno, che erano stati bruciati dei rifiuti. E qui, allora, c’è qualcosa che non torna, poiché è stato lo stesso Comune di Latina che, nel maggio 2020, aveva intimato ai titolari della società di provvedere al ripristino dei luoghi e di controllare il livello di inquinamento. Come è possibile se nel 2011 lo stesso Ente di Piazza del Popolo aveva approvato una conclusione positiva dei lavori di bonifica dell’area, con tanto di rimozione di rifiuti pericolosi e un consuntivo mica da ridere, ossia da mezzo milione di euro?

È evidente che per bruciare nel 2019 altri rifiuti pericolosi sul sito di Brogo San Michele sia successo qualcosa? Altri rifiuti speciali sono stati abbancati nonostante la spesa di oltre mezzo milione di euro di soldi pubblici proprio per bonificare un’area inquinata.

Se, poi, i titolari dell’area abbiano provveduto a ripristinare i luoghi e a rimuovere i rifiuti speciali, in ragione dell’ordinanza del Comune datata maggio 2020, sarebbe tutto da verificare. Fatto sta che, a fronte di un intervento che ha avuto un iter iniziato addirittura nel 2003, quando il Sindaco di Latina era Vincenzo Zaccheo, il Milan vinceva la sua sesta Coppa dei Campioni e la cittadella giudiziaria sembrava cosa fatta, e che si sarebbe concluso nel 2011, e certificato ambientalmente nel 2021 (quasi un ventennio per finire il giro), ci si ritrova con la stessa area nel 2019 ad essere investita da un incendio di rifiuti pericolosi.

Qualcosa non ha funzionato? Qualcuno batta un colpo, soprattutto perché giustamente i cittadini di Borgo San Michele hanno protestato per la realizzazione di una discarica ma, intanto, per un’altra zona pericolosa, persino di rifiuti speciali e non di inerti, non risultano comitati o sollevazioni della società civile – senza contare il cortocircuito degli Enti che non si capisce se abbiano controllato per bene – nonostante siano stati spesi tanti soldi pubblici e a distanza di tempo, sugli stessi terreni, vi erano comunque altri rifiuti pericolosi.

Eppure la nube nauseabonda dell’estate 2019 se la ricordano tutti.

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