LA SEQUESTRÒ DOPO AVERLE UCCISO IL CANE: PENA RIDOTTA IN APPELLO

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Corte d'Appello di Roma
Corte d'Appello di Roma

Le aveva ucciso il cane per poi sequestrarla: la Corte d’Appello di Roma accoglie il concordato e riduce la pena al 36enne arrestato a settembre 2021 dai Carabinieri

La Corte di Appello di Roma ha accolto la richiesta di concordato formulata da Jordan Jordanov, tramite il suo avvocato difensore Nardecchia, e ha ridotto la sua pena da 8 anni a 6 anni di reclusione.

A luglio scorso, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Giorgia Castriota aveva giudicato col rito abbreviato il bulgaro Jordanov accusato di tentato omicidio, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale, maltrattamenti di animali, violenza privata e rapina. L’uomo era stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione, a fronte di una richiesta del Pm Valerio De Lucia che si era fermata a 7 anni.

I fatti risalgono alla serata del 27 settembre 2021 quando i militari del Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia avevano tratto in arresto il senza fissa dimora Jordanov. L’uomo, nel pomeriggio dello stesso giorno, durante una lite con una 51ennedapprima aveva ucciso a mani nude il cane della donna, per poi aggredire fisicamente quest’ultima spingendola all’interno di un’auto ed allontanarsi insieme alla vittima, in direzione Nettuno-Velletri.

Nel corso della fuga con l’auto, la donna – che gestisce l’Arca di Rita, ossia un’associazione che cura cani e gatti – dopo aver subito minacce di violenza di carattere sessuale e di morte, giunta a Campoverde, si era lanciata fuori dal veicolo in corsa. Era stata proprio lei, peraltro, mesi prima ad aver offerto aiuto al 36enne.

Ad ogni modo, la scena del rapimento era stata notata da un militare del Reparto Territoriale di Aprilia che, libero dal servizio e a bordo della propria auto privata, aveva prestato immediato soccorso alla malcapitataimpedendo al cittadino bulgaro di continuare nella sua azione delittuosa. Infatti, l’uomo, dopo essersi qualificato come Carabiniere, fu colpito al torace e al capo dall’aggressore che si era dato alla fuga a bordo della propria auto.

Il militare, dopo aver allertato la centrale operativa e supportato da un altro collega sopraggiunto, era riuscito a raggiungere e bloccare il bulgaro nel Comune di Aprilia traendolo in arresto.

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