Il Sabaudiano o Sabaudino è un mix di riservatezza spiccatamente veneta e di indifferenza squisitamente capitolina. Igor Man

La palude è da sempre il feticcio del mito fondativo delle terre pontine. Antonio Pennacchi ci ha costruito la sua fortuna letteraria, storici e scrittori dell’area pontina (e non) non hanno potuto prescindere da quello che una volta era l’ecosistema biologico e sociale di una terra sospesa, invivibile ma piena di fascino.

Sabaudia, il suo primo passatoNel libro “Sabaudia, il suo primo passato”, presentato il 12 giugno alla Biblioteca Comunale Feliciano Iannella di Sabaudia, l’insegnante in pensione Maria Pia Mambro, dopo aver dedicato buona parte della sua vita allo studio dell’agro pontino, racconta le vicende di una protagonista d’eccezione, di quelle che non ti aspetti: la musicista americana che nelle terre segnate dalla malaria insegnava la sua musica. Si chiamava Justine Ward, figlia di William Bayard Cutting tra i fondatori della Metropolitan Opera Company di New York, la cui sorella sua sorella Olivia sposò il celeberrimo scrittore Henry James. Nel 1904 Justine si convertì alla fede cattolica e fu in quell’occasione che previa richiesta a Papa Pio X decise di raggiungere le paludi pontine per portare il suo metodo pensando anche alla musica che poteva essere suonata nelle chiese.

Le tracce di Justine Ward nell’Agro Pontino iniziano da lestra Cocuzza la scuola del 1927 in cui fu allestito anche un ospedaletto malarico. Il chinino e la sua diffusione partivano da un luogo di studio e questo fu un segnale davvero molto importante che andò ben oltre le necessità di tipo logistico. Molti intellettuali passarono di lì, tra questi anche la scrittrice Sibilla Aleramo. Ed ovviamente, anche Justine Ward i cui libri di didattica saranno tradotti in paesi come la Francia e il Portogallo e persino nelle Filippine. Un primo lavoro sulla musicista americana dal titolo “Justine Ward: una musicista nell’Agro Pontino: una ricerca per la didattica musicale nelle scuole” è stato pubblicato sempre da Maria Pia Mambro negli anni scorsi. (Fonte: diaridipalude.it)