JOB TAX, BRACCIANTI SFRUTTATI E FITOFARMACI ILLECITI: INTERROGATI I 7 ARRESTATI

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Braccianti sfruttati e fitofarmaci per “dopare” i ravanelli: oggi interrogatorio di garanzia per i sette arrestati nell’operazione dei Carabinieri Nas di Latina denominata “Job Tax”

Erano attesi davanti al giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota le sette persone arrestate dai Nas lunedì 19 aprile. Le misure di custodia cautelare in carcere sono state richieste dal Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Claudio De Lazzaro della Procura di Latina, e disposte dalla medesima Gip Castriota.

L’inchiesta che ha coinvolto la nota azienda agricola Agri Fontanella e Figli ha causato l’arresto di Salvatore Fontanella, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’organizzazione, e dei figli Alessia e Pierluigi, entrambi con ruoli apicali nella ditta di famiglia: l’una come socia e addetta alla contabilità, l’altro come amministratore. Oltreché a loro, a finire in manette, anche il genero di Salvatore Fontanella e dipendente dell’azienda, Angelino De Gasperis, l’agronomo Pierluigi Bragadin (che, secondo gli investigatori, ha avuto un ruolo preminente nella scelta e nell’uso dei fitofarmaci vietati) e i due caporali che gestivano i rapporti con la manovalanza a prevalenza extracomunitaria: i bengalesi Shafikul Islam e Farazi Dadon.

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Le sette persone indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria in agricoltura, estorsioni e impiego illecito di fitofarmaci non autorizzati nelle coltivazioni in serra.

A parte Alessia Fontanella, la contabile dell’azienda, che ha risposto alle domande del Gip Castriota, gli altri indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’agronomo Bragadin ha deposito, invece, la documentazione che attesterebbe la cessazione del suo rapporto di collaborazione lavorativa con la Agri Fontanella e Figli di San Felice (attiva dal 1975).

Le indagini sono scaturite a ottobre 2019 da attività informativa del predetto Nas, sviluppata nel contesto di servizi anti-caporalato disposti dalla Divisione Unità Specializzata dell’Arma dei carabinieri e originata da una denuncia sporta da un bracciante di origini bengalesi (e da attività informative del Nas, in collaborazione col Nil) il quale lamentava le condizioni di sfruttamento e le intimidazioni subite a opera di connazionali anch’essi dipendenti dalla medesima azienda agricola sanfeliciana.

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