Caso cani randagi ad Itri: il consigliere di minoranza, Osvaldo Agresti, offre un immobile ad Itri per ospitare una gabbia utile alla cattura/contenimento
Che fosse un problema non da poco i cittadini di “Madonnella”, una zona della città di Itri, lo sapevano già.
Come spiega il consigliere del Movimento 5 Stelle, Osvaldo Agresti, in un video pubblicato ieri (vedi di seguito), i randagi vanno a zonzo ormai da luglio scorso, almeno a far fede nelle prime segnalazioni opportunamente inviate ad amministrazione e polizia municipale di Itri.
Il 10 dicembre, come riportava Latina Tu, le autorità veterinarie dell’Asl sarebbero intervenute, ma a quanto pare la loro azione sarebbe stata insufficiente. Dopo l’aggressione ad una bambina, evitata dalla stessa che ha trovato la prontezza di salire su un’autovettura alla vista del branco, e un altro episodio di due ragazzi che si sono difesi con uno zaino da (pare) ben 15 cani, Agresti ha scritto alla Direzione dell’Azienda Sanitaria Locale e al Responsabile dell’ufficio Igiene pubblica e Servizio Veterinario.
Inoltre, proprio nella giornata ieri, sempre il consigliere comunale itrano ha sottoscritto un’altra lettera, controfirmata dal dott. Giovanni Ferrara, amministratore unico e rappresentante legale della ditta di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, la Dog’s Town srl che si occupa di gestione del servizio di cattura e trasporto cani e gatti. Una ditta che, solo il 9 gennaio, si è vista annullare dal Consiglio di Stato la gara d’appalto, bandita dall’Asl di Latina, che aveva vinto per gestire il servizio in tutta la provincia pontina. Troppo basso il prezzo a base di gara passato da 700mila a 240mila euro l’anno, a seguito dell’appello del precedente gestore del servizio, la latinense Animal Service sas di Paolucci e Scaccia.
Fatto sta che, tornando alla lettera di Agresti e Ferrara, il consigliere ha dato la disponibilità di un immobile di sua proprietà per offrire lo spazio necessario all’installazione di una gabbia di cattura/contenimento dei cani randagi. Cani che stando alle fonti ufficiali del Comune dovrebbero essere 15.
“Le responsabilità circa la condizione di salute di suddetti cani randagi, catturati o gestiti dalla Dog’s Town srl all’interno del suddetto recinto o nelle fasi di transito sulla mia proprietà – scrive Agresti – sono esclusive della ditta DOG’S TOWN srl“. Un’autorizzazione che permetterà alla ditta casertana di piazzare una gabbia per catturare i cani, tramite diverse tecniche quali, ad esempio, l’apposizione di sostanze odorigene che attirano gli animali. Ecco perché, questo l’appello di Agresti, si consiglia alla popolazione e agli esercenti di pizzerie o altro affinché non diano da mangiare ai cani randagi che, sazi, non sarebbero mai attirati dagli odorigeni propedeutici alla cattura.
Un’azione, quella della cattura, che può essere fatta anche attraverso la telenarcosi, ossia, in soldoni, un dardo narcotizzante che stordisce il cane per 50 secondi, ma verso cui bisogna intervenire prontamente, con una seconda iniezione, per annientare l’effetto narcotizzante in grado di causare la morte del quadrupede.
Nel frattempo, il Comandante della Polizia Locale di Itri, Pasquale Pugliese, responsabile del servizio randagismo nel Comune, ieri (20 gennaio) ha inviato una lettera di diffida all’Asl, dopo avergli già indirizzato un’altra missiva lo scorso dicembre. Il Comandante, da quanto scrive il Comune di Itri, “ha perso la pazienza“.
“Il Comandante della Polizia Municipale di Itri, Dott. Pasquale Pugliese – dicono dal Comune di Itri per mezzo della pagina Facebook ufficiale – nonostante diverse richieste e numerosi solleciti inviati all’Azienda Sanitaria, chiedendo l’intervento per l’accalappiamento di alcuni cani randagi che da mesi vagano per le vie della città, creando non pochi disagi alla comunità, ha perso la pazienza e, presa per l’ennesima volta carta e penna, ha diffidato l’Azienda Sanitaria“.
“La diffida, inviata per conoscenza al Sindaco Fargiorgio, segnala alla ASL di Latina, il servizio di propria competenza di accalappiamento dei randagi “inefficace ed inefficiente” – continua il post del Comune di Itri – diffida l’Azienda stessa a porre in essere tutte le azioni necessarie all’eliminazione del pericolo. Nella diffida il Comandante Pugliese precisa che, in caso di danni alla popolazione, non si potrà addebitare alcuna colpa al Comune di Itri, e che l’Ente di Piazza Umberto I si riserva la possibilità di costituirsi parte civile negli eventuali procedimenti“.
Insomma, siamo praticamente alle carte bollate. Una diffida, quella del Comandante Pugliese, criticata da Agresti che la definisce l’ennesimo esempio di scaricabarile: “Amministrazione e Comandante, non è scrivendo letterine e accusando gli altri – dice Agresti – che si risolvono i problemi. Dobbiamo essere sinergici, aiutarci tutti insieme, non scaricare semplicemente le proprie responsabilità. L’ha scelto il Sindaco questo Comandante, se lo tenesse!“.