INCOMPATIBILITÀ A FORMIA, TADDEO E LA MAGGIORANZA PRONTI A FAR FUORI PAOLA VILLA DAL CONSIGLIO

Paola Villa e Christian Lombardi
Paola Villa e Christian Lombardi

Incompatibilità della consigliera comunale di Formia, Paola Villa: sindaco e maggioranza pronti a estromettere l’esponente dall’assise

La consigliera comunale d’opposizione Paola Villa, insieme all’esponente del gruppo politico “Un’Altra Città”, Christian Lombardi, ha tenuto una conferenza stampa (vedi il video di seguito) stamani presso la sede della medesima associazione. L’ex sindaca di Formia ha ripercorso tutte le fasi amministrative che hanno portato a contestarle la presunta incompatibilità, tra note e diffide e, infine, una nota del sindaco di Formia, Gianluca Taddeo, in cui il primo cittadino spiega a chiare lettere che è tutto pronto per votare l’estromissione di Villa dal consiglio comunale. A pervenire a Villa anche una nota della segretaria generale del Comune, Marina Saccoccia.

Lo scorso 20 febbraio, la consigliera comunale d’opposizione aveva formalmente diffidato il Comune di Formia affinché attivasse la procedura, prevista da legge, del “Regolamento per il recupero di somme dovute a seguito di condanna della Corte dei Conti per danno erariale”. La procedura è finalizzata alla quantificazione ed al recupero delle somme dovute dall’esponente in ragione della sentenza della Sezione Regionale Lazio della Corte dei Conti, arrivata a febbraio 2023.

Come noto, a metà febbraio, i consiglieri comunali si erano riuniti in conferenza capigruppo per parlare di una questione sollevata da una pec pervenuta in Comune da un certo Carmelo Pappagallo, la cui identità è sconosciuta e che mette in discussione la compatibilità di Villa (Un’Altra Città e Movimento Cinque Stelle), in ragione della condanna contabile. Villa fu condannata per la nota nomina del capo di gabinetto, senza poi impugnare la pronuncia di primo grado; al contrario, in sede penale, per la stessa vicenda, l’ex sindaca di Formia è stata prosciolta con formula piena.

Secondo il mittente indistinto, di cui non si conoscono le fattezze, Villa sarebbe incompatibile perché non avrebbe pagato i duemila euro comminatele dalla Corte dei Conti, benché il Comune di Formia non le avesse ancora notificato niente e nonostante le insistenze di Villa alla segretaria generale del Comune, Marina Saccoccio, affinché la notifica fosse stata compiuta.

Villa, con una richiesta inviata al Sindaco di Formia e al Comune, oltreché a Procura contabile, Procura di Cassino e Prefetto di Latina, ha successivamente diffidato lo stesso ente comunale ad attivare la procedura. Villa ricordava che nei suoi confronti “non è stata attivata alcuna procedura per il recupero di dette somme come si può evincere dalla nota della Segretaria Generale del Comune di Formia”, pur avendo appreso in conferenza capigruppo “che la Procura della Corte dei Conti presso la Sezione Lazio, ha provveduto sin dal 24/02/2023 ad inoltrare nota con allegate le copie esecutive ai fini della notifica all’esponente nonché circolare esplicativa dell’iter da porre in essere”.

Insomma, un comportamento omissivo del Comune di Formia, secondo Villa, che “espone la deducente a temerarie richieste di incompatibilità da parte di soggetti anonimi, nonché ad un giudizio di discredito nei confronti dell’opinione pubblica”, facendo credere che la stessa consigliera voglia sottrarsi dal pagamento.

Fatto sta che pochi giorni fa, il 14 marzo, Villa ha pagato i duemila euro dovuti in ragione della Corte dei Conti. Lo scorso 18 marzo, invece, arriva la lettera del Sindaco e, a seguire, la nota di sei pagine della segretaria generale che, secondo Villa, omette di dire che il Comune è inadempiente nella richiesta, ribadendo alla consigliera che deve pagare, non sapendo che la stessa aveva già pagato.

Ma che cosa dice nella sua nota, Taddeo? Parole sicuramente nette e irrituali da parte sua, dal momento che è probabile che questa sia una vicenda prettamente amministrativa e, al massimo, politica, ma da discutere in consiglio comunale. Al contempo, il caso di incompatibilità, sollevato dall’opposizione con in testa la stessa Villa, di Tania Forte (Forza Italia), consigliera comunale di maggioranza e dirigente del Consorzio Industriale del Lazio, nonché responsabile anti-corruzione dell’ente. Il Consorzio, peraltro, come noto, vede la presenza come vice presidente del fratello di Tania Forte, vale a dire Salvatore Forte, personaggio di peso a Formia e nella Forza Italia del senatore Claudio Fazzone. Salvatore Forte è stato, inoltre, fino al novembre 2021, è stato Presidente del Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Sud pontino.

Da indiscrezioni di stampa, parrebbe che l’Anac abbia risposto al quesito formulato dall’amministrazione di Formia per il caso di Tania Forte. E parrebbe anche che l’autorità anticorruzione abbia sancito la mancanza di incompatibilità di Forte: un parere che però rimane oscuro, tanto che l’opposizione ne ha chiesto conto per poterlo visionare.

Ad ogni modo Taddeo, nella sua nota verso Villa, risponde sul sollecito della consigliera comunale che, prima di estinguere il dovuto alla Corte dei Conti, intimava al Comune di poter pagare. “Ritengo di doverne rigettare l’intero contenuto – scrive il primo cittadino a Villa – avendo provveduto immediatamente a trasmettere le sentenze munite di formula esecutiva all’allora Dirigente dell’Avvocatura Comunale”.

“Tuttavia – continua Taddeo – non posso non evidenziare che, mentre il Sindaco ha tempestivamente posto in essere tutto quanto rientrava nelle sue competenze, chi probabilmente non ha fatto altrettanto è Lei che ora, paradossalmente, pensa di risolvere inviandomi prima una diffida e poi un sollecito all’attivazione della procedure di esecuzione. Ferme le responsabilità che saranno eventualmente accertate in capo all’Avvocatura comunale. rimasta inspiegabilmente inerte, ciò che sicuramente competeva a Lei, già da mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, era provvedere a ristorare il Comune di Formia attraverso il pagamento spontaneo dell’importo liquidato dal Giudice contabile a Suo carico. L’articolo 63, comma 1 n. 5 del Testo Unico degli enti locali in modo chiaro ed inequivocabile prevede che colui che è stato dichiarato responsabile verso il Comune con sentenza passata in giudicato, per fatti compiuti allorché era amministratore, è incompatibile alla carica di Consigliere comunale, fino all’estinzione del debito. Unico elemento necessario a far sorgere l’incompatibilità in capo al Consigliere è la sentenza definitiva, non impugnata e non pagata. Non essendo prescritto dall’art. 63 comma 1 n. 5 che il Comune notifichi Ia sentenza ai fini dell’incompatibilità, il fatto che Lei continui ad insistere in questa richiesta, anche ricorrendo a strumenti quali Ia diffida, potrebbe indurre il dubbio che voglia aggravare le procedure a fini dilatori allungando i tempi, rimanendo insolvente verso il Comune di Formia e continuando, nello stesso tempo, a ricoprire la carica pubblica di Consigliere Comunale”.

“Del resto – aggiunge Taddeo – chi ricopre una carica pubblica non deve solo essere imparziale e trasparente, ma anche apparire tale, così da infondere nei cittadini fiducia piena verso coloro che amministrano Ia Città. Rispetto alle ragioni della sua inottemperanza alla sentenza, addotte nell’atto di diffida e nell’atto di sollecito, ossia Ia non conoscenza di dati per procedere al pagamento di quanta dovuto a questo Comune, sinceramente mi è quasi impossibile credere che chi ha ricoperto Ia carica di Sindaco in questo ente fino a 3 anni fa, oggi non sappia rivolgersi agli uffici comunali per avere indicazioni e chiarimenti per effettuare il pagamento”.

“Ritengo – conclude Taddeo – che avendo Lei ricevuto da parte della Corte dei Conti Ia sentenza di condanna ed essendosi determinate per Ia non impugnazione della stessa, avrebbe dovuto o provvedere immediatamente a risarcire il Comune oppure dimettersi dalla carica. Invece il suo permanere tra i banchi del Consiglio comunale, in chiara posizione di incompatibilità formatasi per effetto del semplice passaggio in giudicato della sentenza, possa esporre l’organo consiliare. Pertanto, preso atto del suo atteggiamento inutilmente dilatorio, ritengo ormai non più rinviabile chiedere I’inserimento all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale dell’avvio della procedure di contestazione della causa di incompatibilità per l’eventuale decadenza”.

In sostanza, Taddeo e verosimilmente la maggioranza sono pronti a cacciare Villa dal consiglio comunale. I numeri ce li hanno e, a quanto pare, anche il desiderio di estromettere una consigliera scomoda, da sempre spina nel fianco del centrodestra al governo della città.

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