INCHIESTA JOB TAX, BRACCIANTI IN NERO E SENZA CONTRIBUTI. UILA UIL: “INTERVENGA L’INPS”

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Caporalato e inchieste in provincia di Latina, Uila Uil: lavoratori ex dipendenti dell’azienda di San Felice presentano denunce omissione contributiva

L’altra faccia dell’inchiesta. Si tratta dell’operazione Job Tax condotta dai Nas di Latina che lo scorso aprile ha portato all’emissione di sette misure cautelari (alcune delle quali annullate dal Riesame) scoperchiando un sistema all’interno della nota azienda agricola di San Felice, Agri Fontanella, per cui, secondo gli inquirenti, si sarebbero consumati lo sfruttamento dei lavoratori e la pratica dei farmaci dopanti per “pompare” le coltivazioni di ravanelli.

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“Su iniziativa della Uila Uil, i lavoratori ex dipendenti dell’azienda Agri Fontanella di San Felice Circeo rimasti coinvolti dall’operazione anti-caporalato “Job Tax”, stanno presentando all’Inps di Latina le denunce individuali di omissione contributiva. Anche in questo caso, come già avvenuto in passato per la cooperativa Agri Amici di Sezze, i lavoratori si sono rivolti alla Uila Uil per affrontare le ricadute delle indagini in corso sul loro rapporto di lavoro. Infatti, i lavoratori non solo non riceveranno la giusta retribuzione, ma a causa dell’accertata evasione contributiva dell’azienda (€ 557.504) non sono state accreditate presso l’Inps nemmeno una giornata di lavoro né per il 2020 né per i primi quattro mesi del 2021 e, quindi, non avendo alcun contributo, non riceveranno la disoccupazione agricola e non percepiranno gli assegni familiari dovuti. Come se non bastasse, poi, non potranno richiedere il bonus di 800 euro previsto dal Governo per i braccianti agricoli che nel 2020 abbiano avuto accreditate almeno 50 giornate di lavoro“. Così in una nota Giorgio Carra, segretario nazionale Uila.

Ancora una volta – continua Carra – il lodevole lavoro della Procura della Repubblica ha scoperchiato una situazione complessa (i cui termini effettivi dello sfruttamento saranno ricostruiti nei prossimi passaggi giudiziari) e dai pericolosi risvolti nei confronti dei lavoratori che rischiano di rimanere senza lavoro e senza ammortizzatori sociali. Tuttavia, sottolineiamo come, una volta accertati i crediti da lavoro, gli organi ispettivi avrebbero potuto emettere delle “diffide accertative”, sulla base delle quali i lavoratori avrebbero potuto recuperare la differenza tra le retribuzioni dovute e quelle effettivamente percepite“.

“Proprio per porre rimedio a questa grave lesione dei diritti dei lavoratori – prosegue ancora Carra – abbiamo deciso di presentare le denunce di omissione contributiva e ci aspettiamo che l’Inps, come prevede la legislazione vigente, a prescindere dall’effettivo versamento dei contributi da parte del datore di lavoro, proceda tempestivamente con il riconoscimento dei periodi di lavoro effettuati, accreditando ad ognuno dei lavoratori le corrispondenti giornate di lavoro sulla loro posizione assicurativa. Solo nel caso in cui l’Inps proceda celermente al riconoscimento delle giornate di lavoro effettivamente prestate (ancorché sottopagate) i lavoratori potranno percepire l’indennità di disoccupazione, gli assegni familiari e il bonus di 800 euro“.

Da anni – conclude la nota – la Uila denuncia come alle importanti, ma pur sempre episodiche, operazioni contro lo sfruttamento nel settore agricolo, non corrispondano adeguate e continuative iniziative da parte dei vari organi ispettivi ordinariamente preposti al controllo delle aziende, in particolare per quanto riguarda le ricadute sui lavoratori. Una situazione che danneggia l’immagine del settore in una provincia come Latina, che coinvolge circa 5.000 aziende e 20.000 lavoratori, e vanifica l’impegno sindacale per migliorare le condizioni di lavoro dei braccianti agricoli. A nostro parere per rendere efficace la lotta contro lo sfruttamento e il caporalato in agricoltura è necessario intraprendere con decisione due strade: rendere funzionante la sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità e riorganizzare i servizi ispettivi di controllo ordinario, dotando l’Ispettorato del Lavoro di un numero adeguato di ispettori, specializzati per il comparto del settore agricolo e coordinati tra di loro e in modo continuativo con Inps, Inail e Asl”.

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