INCENDIO RIDA, L’INTERROGAZIONE DI ALLEANZA VERDI E SINISTRA

L’onorevole Filiberto Zaratti, di Alleanza Verdi e Sinistra, ha prodotto un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica riguardo all’incendio, avvenuto in data 3 settembre 2023, presso l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti della società RIDA AMBIENTE SrL, sito nel Comune di Aprilia.

Come è ormai sotto gli occhi di tutti, in seguito all’incendio c’è stato un fermo delle attività dell’impianto, tuttora in corso, che a Latina ha portato a disagi e all’accumulo nei cassonetti e nelle strade dei rifiuti indifferenziati, che avrebbero dovuto essere conferiti alla RIDA SrL.

Quali le misure, passate e future, per la prevenzione di questi incidenti? Ci sono state ispezioni degli organi di vigilanza? Sarebbe stato possibile proseguire lo smaltimento sulle altre linee dell’impianto? Quali i siti alternativi messi a disposizione dalla Regione?

Queste, in sintesi, le domande di Zaratti al Ministero, su cui occorre fare chiarezza..

L’INTERROGAZIONE – Ciò che emerge da questa ennesima, e speriamo breve, crisi dei rifiuti, è la necessità di procedere nel più breve tempo possibile al completamento della raccolta differenziata porta a porta con conseguente drastica riduzione dei rifiuti indifferenziati da smaltire, oltre a misure per la riduzione alla fonte dei rifiuti, in particolare degli imballaggi e dei contenitori in plastica.

In data 3 settembre 2023 il Presidente del CdA della società RIDA AMBIENTE Srl con sede legale in Via Valcamonica e sede operativa in Via Gorgona, nel territorio del comune di Aprilia (LT), ha comunicato con nota Prot. n. 730B che alle ore 17:00 dello stesso giorno l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti è stato colpito da incendio che ha interessato due setti della sezione di biofiltrazione;

con la medesima lettera, la RIDA Ambiente ha assicurato che l’impianto è stato messo in sicurezza e che l’attività di trattamento rifiuti è stata sospesa in via cautelativa a far data dal 4 settembre per un periodo minimo di tre giorni;

la RIDA, sempre con la richiamata lettera, ha invitato tutti i Comuni e le Società di raccolta rifiuti in indirizzo (ben 46) a rivolgersi alla Regione Lazio, anch’essa destinataria della nota, per le eventuali attività che la Regione dovesse disporre;

con successiva nota del 6 settembre 2023 Prot. 740B la RIDA Ambiente ha comunicato, questa volta ai soli Comuni e Società e non anche alla Regione Lazio, la necessità di effettuare analisi ed omologhe dei propri rifiuti, precisandone la provenienza;

con la richiamata lettera del 6 settembre la RIDA informa che i conferimenti non potranno essere riattivati in data 06/09/2023, come inizialmente sperato, ma in data da precisare che verrà comunicata appena nota;

Le domande rivolte al ministero sono le seguenti:

° se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali provvedimenti urgenti ha messo in essere per verificare sia le cause che hanno determinato l’incendio sia l’eventuale fuoriuscita di sostanze tossiche e quali siano i motivi per cui la RIDA Ambiente chiede ai Comuni di produrre, solo adesso, nuove e ulteriori analisi ed informazioni circa la provenienza dei rifiuti benché già riceva da tempo, dai medesimi, i rifiuti in forza dei contratti in essere;

° per quale ragione l’incendio, che avrebbe asseritamente interessato solo una sezione di biofiltrazione, determinerebbe l’impossibilità di utilizzare altre e distinte linee di trattamento rifiuti pur presenti nel medesimo impianto;

° quali organi di vigilanza e controllo si siano recati all’impianto RIDA di Aprilia per verificare l’effettivo stato dei luoghi e valutare così la possibilità di mantenere attive linee di trattamento non interessate dall’evento;

° se e quali impianti alternativi alla RIDA siano stati messi a disposizione, dalla Regione Lazio, ai 46 Comuni e Società di raccolta per lo smaltimento del rifiuto indifferenziato che giace sulle strade e pubbliche vie, ormai sin dalla giornata di domenica 3 settembre, con conseguente grave pregiudizio all’igiene e salubrità pubblica e al superiore interesse pubblico generale che occorre prioritariamente tutelare.

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