Tentata rapina ed estorsione all’imprenditore agricolo tra Borgo Bainsizza e Borgo Montello: arrestati in sei dalla Polizia
La Polizia di Stato di Latina ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti di altrettanti soggetti, cinque indagati per aver preso parte ad un tentativo di rapina a mano armata ai danni di un imprenditore agricolo di Latina (settantenne) e un sesto soggetto, indagato per aver, in un momento successivo, tentato di estorcere denaro all’imprenditore, già in passato vittima di altre rapine, al fine di garantirgli una protezione da reati analoghi.
Ad essere arrestati sono i fratelli Camillo (56 anni) e Graziano Mangiapelo (53 anni), originari di Borgo Bainsizza, quest’ultimo condannato di recente per aver detenuti in casa 4 chili di droga; Adolfo De Pascale (70 anni), di Cisterna di Latina; Roberto Scanu (66 anni) e Mauro Celiani (64 anni), entrambi di Roma; infine, Italo Comparetto (50 anni), di Pomezia. Comparetto sarebbe l’uomo accusato di voler essere il garante della protezione dell’imprenditore agricolo, che opera tra Borgo Bainsizza e Borgo Montello. Un vero e proprio pretesto che, invece, celava un tentativo di estorsione ai danni del medesimo imprenditore.
I fatti, secondo la ricostruzione dei poliziotti, sono avvenuti nel settembre del 2023, quando l’imprenditore era stato sorpreso nel rientrare a casa da 4 uomini con il volto travisato con dei passamontagna. I quattro, in quell’occasione, lo avevano minacciato puntandogli una pistola, chiedendogli la consegna del denaro e uno di loro lo aveva anche aggredito fisicamente per ottenere quanto richiesto.
Solo l’inaspettata reazione dell’imprenditore fece sì che i rapinatori desistessero dall’intento criminale; lo stesso, infatti, urlando a gran voce, aveva attirato l’attenzione dei vicini e spinto gli aggressori a fuggire nelle vicine campagne. Due di loro erano stati anche bloccati dai vicini accorsi e tuttavia erano riusciti a fuggire anche perché armati di pistola.
A seguito della denuncia della vittima gli investigatori della Squadra Mobile di Latina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Latina, hanno avviato un’articolata attività d’ indagine volta all’identificazione degli autori delle condotte illecite, attività consistita nella visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza del luogo dei fatti e di quelle delle zone limitrofe, nell’accertamento dei veicoli utilizzati per gli spostamenti e nell’analisi dei tracciati GPS delle auto, nonché nei riconoscimenti fotografici.
Al termine della valutazione degli indizi raccolti dagli investigatori, il Pubblico Ministero Valentina Giammari ha richiesto al giudice per le indagini preliminari, Barbara Cortegiano, l’emissione delle misure cautelari in carcere, anche alla luce dei precedenti specifici in capo ai soggetti indagati, già pluripregiudicati per gravi reati anche della stessa specie.
La Squadra Mobile di Latina ha eseguito le misure cautelari. Alcuni degli indagati sono stati raggiunti dall’esecuzione in carcere, in quanto già detenuti per altro, mentre altri due soggetti sono stati arrestati a Roma e Taranto con la collaborazione del personale delle locali Squadre Mobili. L’evolversi dell’operazione è stata seguita direttamente dal Procuratore Aggiunto d.ssa Luigia Spinelli.
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A novembre 2020, si consumò la prima rapina con aggressione ai danni dell’imprenditore agricolo “Tonino”. Lo stesso uomo ne aveva subita un’altra praticamente uguale a quella che lo ha visto, suo malgrado, protagonista il 30 agosto 2020.
Legato e incappucciato nella tarda serata di martedì 3 novembre 2020, segregato e picchiato il 30 agosto dello stesso anno. Sempre dentro la casa in cui vive a pochi passi da dove vivono moglie e figli. Gli uomini non erano degli improvvisati dei furti, degli scappati di casa del crimine. Oggi, a distanza di oltre quattro anni, gli arresti, sebbene sia agli indagati sia contestata la rapina messa a segno a novembre 2023.