Impianto biogas di Latina Scalo: la Provincia di Latina ha prodotto il nulla osta per la società proponente, Recall srl
Per l’impianto a biometano progettato dalla Recall Latina srl di Davide Mastromarino siamo in dirittura di arrivo. Il Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina ha pubblicato tra la fine e l’inizio dell’anno il nulla osta (30 dicembre 2020) e la presa d’atto del predetto (4 gennaio) con cui si dà il via libera alla variante non sostanziale dell’autorizzazione unica per l’impianto di gestione dei rifiuti presso Latina Scalo in Via delle Industrie. Atti firmati dal Dirigente provinciale Antonio Nardone e dal Responsabile unico del procedimento Sabrina Forcina.
“A Latina Scalo arrivano i rifiuti – ha scritto Giorgio Libralato, noto ambientalista e consulente tecnico – non sono bastati i pareri contrari anche dell’Enac che aveva espresso il pericolo “gabbiani”, così come non è stata considerata la vicinanza del sito soggetto a rischio di incidente rilevante e il mancato parere urbanistico in consiglio comunale“.
A marzo scorso, la doccia fredda per i cittadini dell’area che si sono visti respingere il ricorso dal Tar per questo impianto di digestione anaerobica di rifiuti urbani, provenienti da raccolta differenziata (la cosiddetta Forsu, frazione organica dai rifiuti solidi urbani) per la produzione di bio-metano.
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Una decisione, quella dei giudici amministrativi, che non fu presa bene neanche dall’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, sezione di Latina, che non si capacitava dell’eventualità che questo impianto potrebbe provocare seri danni ambientali.
Forte della vittoria al Tar e, soprattutto, dei tre provvedimenti autorizzativi rilasciati da Regione Lazio (pronuncia di valutazione di impatto ambientale nel 2017) e Provincia di Latina (due autorizzazioni uniche nel 2017 e nel 2018 per l’impianto recupero rifiuti e la produzione di Biometano), la Recall Latina srl ha potuto presentare presso l’Ente di Via Costa la relativa domanda di nulla osta per la variante non sostanziale.
A ottobre scorso, la Provincia di Latina ha avviato l’iter chiedendo alcune integrazioni e modifiche documentali alla società privata. Richieste che sono state assolte dalla Recall Latina srl sia per le modifiche non sostanziali, sia per i rifiuti giornalmente trattati, sia per quelli giornalmente conferiti.
Secondo la Provincia di Latina che successivamente, a fine anno, ha rilasciato il via libera con l’istruttoria tecnica, sono sei i punti chiariti dalla Recall srl. Eccoli:
- Igienizzazione del digestato solido autoprodotto (attraverso il “Pastorizzatore”), per renderlo conforme agronomico, ai sensi del nuovo Regolamento UE Fertilizzanti (G.U.C.E: L.170 del 25/06/2019), in modo che possa dar vita ad un prodotto classificato come fertilizzante (PFC 1), o come ammendante (PFC 3);
- Classificazione dei sovvalli di pretrattamento dal CER 19 05 01 indicato in autorizzazione nel più appropriato CER 19 12 12;
- Riclassificazione, con trattamento meccanico di deumidificazione del sovvallo da preselezione come CSS (CER 19 12 10) utilizzabile per produrre energia in impianti di incenerimento;
- Realizzazione di una bussola di fronte alla fossa di scarico della FORSU in modo da far avvenire tale scarico in ambiente chiuso, con sistema di trattamento arie esauste già previsto in progetto;
- Realizzazione di 2 bussole, posizionate una per il caricamento di sovvalli e CSS Rifiuto ed una per il caricamento del concentrato da evaporatore, al fine di migliorare la protezione dell’ambiente circostante verso potenziali impatti odorigeni;
- Altre modifiche al layout, di natura puramente ubicativa
Integrazioni che permettono alla Provincia di emettere il nulla osta per un impianto che si estenderà per 30mila metri quadri circa, di cui coperti saranno 3511 mq, con una linea di digestione anaerobica per produzione di biogas e successivo biometano e per una capacità produttiva di 35mila tonnellate all’anno.
Saranno di 96 tonnellate al giorno i rifiuti trattati in Via delle Industrie, a fronte di poco più di 116 tonnellate di rifiuti conferiti tra biodegradabili da cucine e mense e quelli provenienti dai mercati; oltreché, naturalmente, al recupero dei rifiuti organici e allo stoccaggio di rifiuti speciali (non pericolosi).
In uscita dall’impianto ci sarà il cosiddetto CDR, combustibile derivato da rifiuti; rifiuti dell’eliminazione della sabbia; digestato prodotto dal trattamento dei rifiuti urbani; concentrati acquosi e fanghi dalle acque reflue industriali.
Trai rifiuti autoprodotti dalla società, non direttamente connessi al trattamento, ci saranno ferro, acciaio, imballaggi, assorbenti, toner, scarti di olio, batterie al piombo.
L’ennesimo impianto sul territorio pontino che, soprattutto nella parte nord, continua a vedere Enti che autorizzano e amministrazioni politiche sostanzialmente incapaci ad opporsi o, quantomeno, a dire la propria.
La linea politica dei rifiuti, ancora una volta, è dettata da privati che legittimamente fanno richiesta agli enti preposti. Di grandi piani, progetti e piani provinciali, siamo miseramente al livello delle veline pubblicate a mezzo stampa.