Impianto fanghi nel Comune di Minturno, il deputato del Partito Democratico, Matteo Orfini, interroga il Ministro dell’Ambiente e della Cultura
Finisce in una interrogazione alla Camera dei Deputato l’impianto di essiccazioni fanghi approvato, per la prima volta, tre anni fa, a febbraio, 2022, insieme al gemello apriliano, dalla conferenza dei sindaci dell’Ato4 su proposta del gestore idrico Acqualatina Spa.
“Il progetto dell’impianto di essiccazione solare dei fanghi a Minturno, finanziato al 70 per cento mediante fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – ricostruisce nella sua interrogazione parlamentare, il deputato Matteo Orfini (Partito Democratico) – prevede la realizzazione di un impianto con una capacità di circa 6.000 tonnellate annue, senza che sia stata fatta una procedura di valutazione di impatto ambientale. L’impianto previsto a Minturno sarebbe collocato in prossimità dell’attuale impianto di depurazione, che le normative del piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) raccomandano di delocalizzare in virtù dei vincoli paesaggistici gravanti sull’area. Tale localizzazione risulta inoltre parzialmente in zona destinata a servizi e parzialmente in area agricola, secondo il vigente piano regolatore generale (Prg). Il che renderebbe necessaria una procedura di esproprio”.
“La zona prescelta – prosegue Orfini parlando di un impianto che ha avuto parere negativo sia da Regione Lazio che dal Comune di Minturno – è adiacente a un’area vincolata sia paesaggisticamente sia archeologicamente, trovandosi a circa 600 metri dal Teatro Romano e dal comprensorio archeologico dell’antica città di Minturno. Inoltre, il sito risulta esposto a un elevato rischio di esondazione, data la vicinanza del fiume Garigliano, come sottolineato dalla direzione ambiente della regione Lazio (dottor Vito Consoli). Non meno rilevanti sono le criticità sul piano della partecipazione democratica e della trasparenza. Il consiglio comunale di Minturno è stato chiamato a discutere il progetto soltanto il 23 dicembre 2024, su richiesta urgente delle forze di opposizione, sebbene l’approvazione del progetto fosse già avvenuta nel febbraio del 2022, in occasione della conferenza dei sindaci, con il voto favorevole del rappresentante del comune di Minturno. Rimane tuttavia oscuro sulla base di quale mandato il delegato abbia espresso parere positivo”.
“In sede di consiglio comunale, l’assemblea si è espressa in senso contrario alla realizzazione del progetto, e analoga presa di posizione si è registrata al consiglio regionale del Lazio nel gennaio 2025. È evidente come tale atto rappresenti un ostacolo fondamentale alla realizzazione del progetto, poiché una delle condizioni imprescindibili è la piena disponibilità dell’area da parte del comune di Minturno, la cui concessione rientra nelle prerogative del consiglio comunale, massimo organo rappresentativo dell’ente. Nonostante le opposizioni, l’amministratore delegato di Acqualatina, soggetto proponente, ha dichiarato a mezzo stampa che l’iter progettuale proseguirà, sostenendo che il consiglio comunale di Minturno non sia competente a esprimersi in merito e definendo la mozione approvata illegittima. Ha inoltre intimato al comune di Minturno di compiere tutti gli atti necessari per la prosecuzione del progetto, asserendo che il rappresentante comunale aveva espresso parere favorevole in sede di conferenza dei sindaci, sebbene non sia chiaro a quale mandato consiliare tale parere si riferisca. Nel frattempo, il presidente della provincia di Latina, nonché sindaco di Minturno e presidente della conferenza dei sindaci, si è visto conferire mandato dalla provincia per richiedere al Ministero dell’Ambiente una proroga dei termini, al fine di evitare il naufragio del progetto per mancato rispetto del cronoprogramma”.
“Parallelamente, il soggetto proponente, Acqualatina, ha sollecitato lo stesso a regolarizzare la documentazione necessaria. Tuttavia, il consiglio comunale di Minturno ha dato esplicito mandato al sindaco affinché rappresenti in tutte le sedi competenti la posizione ufficiale del comune, ossia la netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto”.
Orfini chiede ai Ministri Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Alessandro Giuli (Cultura) se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e “con quale motivazione si giustifichi la realizzazione di tale progetto in un’area di elevato valore ambientale, agricolo, turistico, archeologico e paesaggistico, senza una preventiva valutazione di impatto ambientale, nonostante la contrarietà espressa dagli organi competenti”. Chiede inoltre “quali garanzie siano state adottate per scongiurare il rischio idrogeologico di esondazioni e la possibile contaminazione delle falde acquifere e se siano state prese in considerazione soluzioni alternative a minore impatto ambientale e sociale in siti più idonei della provincia di Latina”.