IL TAM TAM DELLA QUERELA A CONTE ARRIVA A TERRACINA: PREMIER DENUNCIATO PER ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE

Edoardo Polacco
Edoardo Polacco

La scorsa settimana al Commissariato di Polizia di Terracina c’è stata una visita inaspettata: una signora si è recata dagli Agenti per sporgere denuncia querela contro il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

È molto probabile che la signora di Terracina non sia stata l’unica persona nella provincia di Latina a denunciare il Premier. È deducibile poiché, dal 29 aprile, gira sui circuiti social un fac-simile praticamente pre-compilato – è sufficiente aggiungere nome, cognome, data di nascita e residenza – con cui denunciare Giuseppe Conte in merito alle misure adottate a causa dell’emergenza sanitaria Coronavirus-Covid-19.

I poliziotti di Terracina non hanno potuto far altro che raccogliere la denuncia della signora e avviare tutte le procedure del caso; procedure che, è bene specificarlo, prevedono un iter e un tempo per trasmettere un’informativa la quale, poi, per obbligo di legge, fosse anche per un minuto, dovrà essere visionata dalla Procura di Latina che dovrà decidere se archiviarla o aprire un procedimento.

Autore del fac simile e, sopratutto, dell’iniziativa è l’avvocato Edoardo Polacco il quale, nel medesimo foglio pre-compilato, ci tiene a dire di essere patrocinante in Cassazione. L’avvocato romano ha il suo studio nella Capitale, in Via Lagrange 1, e a suo dire sarebbero già tante le querele presentate nei confronti di Giuseppe Conte.

Il 29 aprile, l’avvocato Polacco, in un video Facebook (di seguito) da 12mila visualizzazioni, ha presentato di suo pugno, stavolta ai Carabinieri di una Caserma romana, la denuncia proclamando che la sua querela era accompagnata da ben 300 firme di altrettanti cittadini oltre a dichiarare che: “In questo momento in altre centinaia e centinaia di caserme italiane altri cittadini stanno depositando le querele contro gli abusi dei decreti legge, dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Abbiamo denunciato questo attentato alla Costituzione. Vi daremo l’elenco delle centinaia se non migliaia di cittadini che hanno aderito all’iniziativa“. Boom!

Dell’elenco delle persone denuncianti non se ne è avuta traccia. Poi, tre giorni dopo, il 2 maggio, l’avvocato Polacco si ridimensiona solo un po’, scrivendo un altro post su Facebook con sovra-scritto: “Ad oggi presentate 1900 querele. È la forza di un popolo“, ricevendo circa 2200 reazioni.
Noi lo abbiamo provato a chiedere direttamente all’avvocato il famoso elenco anche per capire quante persone, oltre alla signora di Terracina, si fossero spinte nelle caserme o nei commissariati a sporgere la querela contro Conte. Contattato al cellulare, l’avvocato non risponde ma ci scrive che ci farà chiamare da una collega; aspettiamo un po’ ma nessuno ci chiama. Al che chiediamo gli elenchi direttamente a lui tramite sms, ma l’avvocato Polacco, oltre a scriverci che allo studio legale non rispondono perché ricevono migliaia di chiamate, non ci dice nulla più e dell’elenco nemmeno l’ombra.

Ora, la storia d’Italia è piena di personaggi in cerca di cause e, sicuramente, l’avvocato Polacco ha trovato terreno fertile nel montante e strisciante risentimento dovuto al lockdown. Sì perché, oltre alle comprensibili proteste di commercianti e lavoratori costretti a pagare le bollette senza l’attività, c’è anche, in Italia, e la provincia di Latina non fa eccezione, tutto un fermento di teorie che vedono Conte come usurpatore della Costituzione, al servizio non si sa bene di quale potere, senza contare una certa tendenza di credere che, in fondo, il virus si debella ma sono le sempre pronte case farmaceutiche a non volere, con l’aiuto del perfido Bill Gates – ultimo trend che va molto di moda – la cura col plasma perché il vaccino è più remunerativo. E se poi qualche esperto chiama alla cautela sul plasma o sull’idrossiclorochina, apriti cielo, è colluso pure lui.

In un Paese dove di colpo siamo diventati tutti virologi e “capiscioni” in fatto di malattie infettive, non poteva mancare il ricorso al campo in cui siamo più bravi: l’appello ai codici di legge. Ad abundantiam, tanto nel Paese delle querele infondate o delle minacce di querele grottesche, una più una di meno che volete che sia.

Ed ecco arrivare, allora, uno come l’avvocato Polacco che, solo qualche settimana prima, era stato preceduto dal più noto e famoso avvocato Carlo Taormina il quale ha denunciato Conte per strage da Coronavirus.

Ma la tesi di Polacco è diversa da Taormina. Per l’avvocato di Via Lagrange I, Conte avrebbe violato la Costituzione italiana (articoli 13, 16, 19, 20, 25, 33), la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea all’Articolo II- 63, 66, 67, 70, 105 ledendo la dignità delle persone e, per finire in bellezza, persino il Codice Penale.
Secondo il legale, il premier si sarebbe macchiato del reato di attentato alla Costituzione (art.283), abuso d’ufficio (art. 323 co.2) e violenza privata (art.610).

E sembrerà assurdo, nell’assurdo, che l’avvocato Polacco scorda, dunque dovrebbe spiegare alle presunte migliaia di cittadini che si presentano a querelare il premier, che l’attentato alla Costituzione è un reato che fa eccezione alla regola generale della tipicità dei reati, la cui fattispecie deve essere prevista con norma scritta dal codice penale. La sua descrizione scritta non esiste in quanto assume contorni consuetudinari e dottrinali, anche perché è un reato che solo al Presidente della Repubblica può essere contestato. Ma non sottilizziamo, altrimenti chi glielo va a spiegare ai seguaci di Polacco?

Sarà che tira l’aria di “tana libera tutti” dal 4 maggio, fatto sta che un pensiero a quei Carabinieri o Poliziotti che devono attivarsi per trasmettere le denunce dei signori col facsimile di Polacco è doveroso. D’altra parte, a Terracina, i problemi sono rappresentati dall’attentato alla Costituzione di Conte. Non lo sapevate?

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