IL NARCOTRAFFICANTE DI LATINA PRESO A SANTO DOMINGO INSIEME A 7 SUPER RICERCATI

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Maxi operazione internazionale: rientrano da Santo Domingo 8 latitanti tra cui un 43enne di Latina, il narcotrafficante Luca Finocchiaro

Imputazioni che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso alle truffe agli anziani, al traffico internazionale di droga, alla bancarotta fraudolenta, con pene che oscillano dai circa 4 agli oltre 13 anni di reclusione.

L’operazione Open World avrebbe dovuto concludersi a marzo ma è stata sospesa a causa della pandemia. Gli arresti e il rientro in Patria dei latitanti è stato realizzato dallo SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia) e dalla sua rete di Esperti per la Sicurezza che operano in 65 Paesi del mondo come antenne operative della Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi.

Dopo mesi di indagini e attività congiunta di Interpol Italia e Interpol Santo Domingo sono atterrati all’alba di oggi, a Fiumicino, con un volo dedicato 8 latitanti, sette uomini e una donna, con alle spalle diverse storie criminali, ma uniti dall’essere scappati ai Caraibi pensando di farla franca.

L’operazione di scorta a bordo dell’aereo è anche il primo banco di prova dell’abbinamento delle esigenze operative con le cautele sanitarie.

La scorta ha attuato un protocollo di autotutela e di garanzia per l’attraversamento delle frontiere. Il Governo dominicano ha autorizzato l’ingresso con deroga al coprifuoco.

Gli otto latitanti, atterrati stamattina a Fiumicino con la scorta della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) hanno firmato i verbali d’arresto e sono già diretti verso i vari istituti carcerari dove sconteranno le loro pene.

L’operazione è il risultato di mesi di attività svolte sia in Italia sia all’estero dallo SCIP, basate sull’analisi di migliaia di informazioni desunte dalle ordinanze di custodia cautelare, dalle sentenze di condanna, dai fascicoli delle diverse forze di polizia, che sono servite a ricostruire la vita e la rete di relazioni dei latitanti, utili per la loro ricerca anche sulle fonti aperte e sui social network.

I consolidati rapporti di collaborazione di Interpol Italia con i colleghi della Repubblica Dominicana hanno fatto il resto, consentendo che non fosse vanificata una maxi operazione che avrebbe già dovuto concludersi a marzo e che è stata congelata a causa del lockdown.

Questi in sintesi i profili criminali degli otto latitanti.

L’unica donna, ma con dei brillanti precorsi criminali e la pena più lunga da scontare, è Teresa Amante, 57 anni di origini siciliane, condannata in sette procedimenti in diversi posti d’Italia (Genova, Roma, Palermo, Rapallo, Albenga) per reati di truffa aggravata, estorsione e furto per oltre 13 anni di reclusione: provvedimento in carico alla Squadra mobile di Genova. Camaleontica e spregiudicata, esperta nel furto di gioielli e soprattutto nel raggirare anziane vittime, donne per lo più ultra 80enni, in qualche caso con deficit fisici o cognitivi, che derubava dei risparmi di un’intera vita. E’ stata rintracciata da personale dello SCIP e dall’Interpol dominicano in un residence riservato, a 150 km dalla capitale Santo Domingo, dove conduceva una vita in vacanza. Era in possesso di documenti intestati ad un’altra italiana, altro espediente utile a rimanere nascosta.

Oliviero Zilio, 67 anni padovano, noto imprenditore edile del Nord est, condannato ad oltre 4 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e reati finanziari: provvedimento del Tribunale di Catanzaro, in carico alla Squadra mobile di Padova. Ex Vice Presidente del Padova Calcio, è noto alle cronache per aver distolto dalle sue società immobiliari 2 milioni e 400.000 euro; in Italia con le sue società di costruzione ha edificato un polo turistico a Davoli, in provincia di Catanzaro, mentre nella Repubblica Dominicana ha costruito un resort a circa 60 km da Santo Domingo, dove viveva e dove è stato fermato. Divorziato dalla moglie, da cui ha avuto tre figli, ha una compagna italo-colombiana da cui ha avuto un’altra figlia.

Salvatore Vittorio, 55 anni napoletano, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli – in carico al Reparto Anticrimine del ROS dell’Arma dei Carabinieri di Napoli – per reati gravissimi come l’associazione a delinquere di tipo mafioso e il riciclaggio, è legato al clan camorristico “Contini” e ricercato a livello internazionale.

Il clan ha trasferito nel territorio della Repubblica Dominicana ingenti somme di denaro, di chiara provenienza illecita, che Salvatore Vittorio e suo fratello Raffaele, avevano il compito di riciclare in attività imprenditoriali locali. Il latitante è stato fermato a Santiago de Los Caballeros (a circa 150 km dalla capitale) mentre usciva dalla propria abitazione per portare i figli a scuola.

Luca Finocchiaro, 43enne di Latina, ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Roma, in carico alla Guardia di Finanza di Fiumicino, poiché considerato a capo di un’organizzazione criminale dedita all’importazione in Italia di ingenti quantitativi di cocaina, grazie alla rete di relazioni con personale in servizio presso l’aeroporto di partenza dominicano e la disponibilità di corrieri italiani. Nei suoi confronti vi era una red notice nelle banche dati Interpol che lo segnalava come ricercato a livello internazionale per reati connessi al traffico di stupefacenti. Nella Repubblica Dominicana gestiva il ristorante La pesca de Oro ubicato a Santo Domingo ed era fidanzato con un donna del posto, mentre in Italia vive una figlia avuta da una precedente relazione sempre con una donna dominicana.

Luca Finocchiaro
Luca Finocchiaro, in un fermo immagine risalente a febbraio scorso quando, tramite un video, si lamentava delle condizioni carcerarie sull’isola di Santo Domingo dove è stato detenuto per un breve periodo. Da oltre 10 anni, Finocchiaro si era trasferito sull’isola dei Caraibi. Nel 2009 fu arrestato dal GOA (Corpo operativo antidroga) del GICO della Guardia di Finanza di Roma nell’ambito dell’operazione “Nuovo Impero”, insieme ad altre vecchie conoscenze del narcotraffico pontino. Si tratta di Andrea Pannone, pregiudicato di Fondi, già gambizzato il 7 gennaio 2009; Alessandro Radicioli (ucciso nel 2012 a Sezze Scalo nell’agguato tesogli dai Botticelli); Pietro Canori di Priverno. L’operazione “Nuovo Impero” permise di sgominare una organizzazione che andava da Olbia a Palermo, oltre che al centro-sud dell’Italia e all’estero, e che poteva contare su contatti e favoritismi all’interno del carcere di Velletri, dove uno dei capi della banda era detenuto. Furono sequestrati anche più di 28 kg di cocaina e 485 di hascisc. Confiscati anche 26 immobili e 12 terreni, dal valore di 4 milioni di euro, quote societarie del valore nominale di circa 200mila euro, 53 autoveicoli e 18 moto. Nel dicembre scorso, Finocchiaro, dopo una condanna a sei anni in Corte D’Appello (2017) connessa all’arresto del 2009, si era visto accogliere il ricorso in Cassazione che aveva rinviato ad un’altra sezione dell’Appello che avrebbe dovuto decidere nuovamente su di lui.

Il nome di Finocchiaro spuntò anche nella dura sentenza di condanna nei confronti del poliziotto Rosario Annuito, classe 1976, addetto alla vigilanza degli arrivi all’aeroporto di Roma Fiumicino. Oltre all’agente fu condannato a 11 anni di reclusione anche il narcotrafficante Enrico Maria Sciarra che tra gennaio e maggio 2016 percorse sei volte la tratta Roma-Santo Domingo per importare cocaina. Oltre a Sciarra e Annuiti, amici dai tempi dall’adolescenza, furono condannati anche Riccardo Laudati a 12 anni e 6 mesi e Daniele Sforzini a 12 anni. A tutti è stata contestata l’associazione finalizzata al narcotraffico. Nelle motivazioni della sentenza il dubbio era che l’organizzazione avesse avuto altri appoggi, oltre ad Annuito, all’interno di Fiumicino. In una conversazione captata dagli investigatori Sciarra parla proprio con Luca Finocchiaro chiedendogli se ha una persona di fiducia con cui viaggiare. Motivo della richiesta: “Se hai uno affidabile, faremo passare lui, io farò confusione ai controlli e gli operai porteranno fuori lui. Ci siamo studiati tutti i turni e i nomi“. 

Luigi Capretto, 50 anni napoletano, su mandato di cattura in ambito nazionale e condannato dalla Procura di Arezzo ad oltre 8 anni di reclusione, anche lui per reati connessi al traffico di sostanze stupefacenti, con provvedimenti in carico ai Carabinieri di San Giovanni Valdarno. Viveva a Santo Domingo, perfettamente integrato nella realtà locale, sposato e padre di una bimba di 13 anni, mentre in Italia vivono alti tre figli avuti con un’altra donna dominicana.

Salvatore Galluccio, 52 anni partenopeo, ricercato in ambito nazionale, deve scontare oltre 6 anni di reclusione per i reati di contraffazione, ricettazione, traffico di stupefacenti, condannato dal Tribunale di Napoli, con provvedimento in carico al Commissariato di P.S. Carlo Arena della Questura di Napoli.

Sergio Cerioni, 64 anni marchigiano, ricercato solo in ambito nazionale, deve scontare circa 4 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti con provvedimento emesso dalla Corte d’appello di Ancona. È stato rintracciato a Santo Domingo, dove si era sposato con una donna dominicana e gestiva un ristorante.

Alessandro Levi, 63 anni originario di Brescia, condannato dal Tribunale di Brescia, con provvedimento in carico alla locale Squadra mobile, per il reato di bancarotta fraudolenta, deve scontare 6 anni di reclusione. Viveva ormai da tempo nella Repubblica Dominicana, perfettamente integrato nella realtà locale, possedeva una jeep e una moto e, in base alle informazioni acquisite, era in procinto di aprire una rivendita di liquori.

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