IL MUTUO SOCCORSO TRA I SINDACI DELL’ATO4 E ACQUALATINA SPA: “GESTORE SALVATO DAL FALLIMENTO”

Mutuo milionario di Acqualatina, il regalo dei Sindaci dell’Ato 4 al gestore idrico. Villa (Un’Altra Città e M5S): “Gestione allegra dei soldi pubblici”

L’hanno messa come fosse una vittoria dei Comune, ma da un altro punto di vista si tratta niente più e niente meno che un regalo vicendevole tra Sindaci del presente e del passato e il gestore idrico pubblico-privato Acqualatina Spa.

Succede che venerdì 5 maggio, dopo la precedente conferenza dei sindaci catastrofica e grottesca, i Sindaci dell’Ato4 definiscono la questione del mutuo acceso dalla Provincia di Latina e dai Comuni pontini a favore di AcquaLatina nell’aprile 2003, ossia quando iniziò il regime della Spa sull’acqua pontina e di altri Comune ciociari e del sud capitolino. All’epoca la Provincia di Latina e gli altri enti locali coinvolti, prendendo atto che Acqualatina S.p.A. aveva deliberato di aumentare il capitale sociale, disposero di finanziare la sottoscrizione della quota pubblica contraendo un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti: circa 13 milioni di euro a carico della provincia e circa 3 a carico dei Comuni coinvolti.

Giubilo e festa in un comunicato diffuso dalla Provincia di Latina (leggilo a fine articolo al link): i soldi verranno dati indietro agli enti. Solo che la realtà è ben diversa: la Provincia e i Comuni correvano il rischio di un rilevante danno erariale, e il colpo messo a segno il 5 maggio salverebbe capra e cavoli: da una parte, come detto, i Comuni e gli amministratori del presente e del passato sani e salvi, dall’altra Acqualatina che, dilazionando la restituzione dei soldi del mutuo, si salva dalla catastrofe dei conti, con l’ombra del fallimento.

A riprendere la questione, oggi, c’è la consigliera comunale ed ex Sindaco di Formia, Paola Villa: “5 maggio 2023 – scrive l’esponente politica – si riunisce l’assemblea dell’ATO4 e viene affrontata una questione evidenziata nel 2020 nell’ufficio di presidenza dal comune di Formia: la provincia e i comuni nel lontano 2003 prestarono al gestore Acqualatina alcuni milioni di euro perché si aumentasse il capitale sociale della società, per fare ciò si è provveduto a contrarre un mutuo a favore del gestore presso la cassa depositi e prestiti.

Oggi la cifra da restituire da parte del gestore è di 20 milioni di euro più circa 4 milioni di euro di Iva ad oggi non pagata. Nell’Assemblea dei sindaci di venerdì, il dirigente di parte pubblica, Umberto Bernola, sottolinea più volte che questi soldi ci sono nei bilanci di Acqualatina, ma sottolinea anche che, se il gestore li dovesse “cacciare” tutti insieme ciò comporterebbe “una seria crisi del servizio idrico”, e allora propone un piano di rientro affinché si salvi il gestore dalla bancarotta”.

“Le domande – prosegue Villa – sono semplici, ma come al solito resteranno senza risposta: perché nel 2003 la provincia contrae un prestito per Acqualatina S.p.A. non essendone socia; a che titolo chiede alla Cassa Depositi e Prestiti di dare i soldi in favore di una società di cui non fa parte?; perché nessun comune e nessuna amministrazione provinciale ha mai richiesto la restituzione di queste cifre?”

“Solo nel 2020, quando il comune di Formia diventa parte dell’ufficio di presidenza dell’Ato viene evidenziata l’anomalia, tanto da portare il dirigente al bilancio provinciale ad emettere la nota n.11514 del 27/03/2020 per chiedere spiegazioni e restituzione dei soldi”.

“Perché bisogna fare un piano di rientro per salvare le finanze del gestore, se risulta vero che questi 20 milioni di euro sono presenti nelle casse di Acqualatina? Forse questo piano di rientro comprende la volontà del gestore di cedere le quote a Italgas. I mancati investimenti sulle reti colabrodo – conclude – testimoniano sempre più una gestione “allegra” dei soldi da parte del socio privato con la continua complicità e connivenza “allegra” della parte pubblica”.

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