IL DIRETTORE DELL’ASL CASATI: IL RIORDINO DEI PPI CON LA RIDUZIONE DEI COSTI NON C’ENTRA NIENTE!

Da sinistra Damiano Coletta, il Direttore sanitario ASL Giuseppe Visconti e il Direttore generale Giorgio Casati

A poche ore dall’incontro organizzato domani a Sabaudia presso la Piazza del Comune (ore 18.00) da “Potere al Popolo” a sostegno dei comitati civici in lotta contro la chiusura dei PPI, evento in cui interverrà come relatore anche il Presidente del Comitato di Sabaudia Franco Brugnola, è arrivata al Presidente della Conferenza locale sociale sociosanitaria Damiano Coletta e ai sette sindaci dei comuni sede dei Punti di Primo Intervento una lettera da parte del Direttore generale dell’ASL di Latina Giorgio Casati.

I TRE PUNTI DI CASATI

La lettera proveniente dall’Azienda, pervenuta a dire il vero via fax già ieri sera presso gli uffici degli otto primi cittadini, è articolata in tre punti e dalle asserzioni del manager di Latina Fiori, in merito alla Delibera 849 dello scorso 12 settembre di riordino delle 7 unità d’urgenza, emerge tutta la volontà di porre fine ad ogni polemica. 

RACCORDO TRA PAP E PRONTO SOCCORSO

Il primo punto è dedicato al passaggio di responsabilità organizzativa della funzione dalla rete ospedaliera al Dipartimento di Assistenza Primaria. Casati a riguardo specifica che il passaggio della responsabilità della funzione di urgenza attualmente svolta dai PPI ai Punti di erogazione dell’Assistenza Primaria non muta la sostanza delle attività svolte. Il raccordo nei processi clinici così come le modalità di scambio delle informazioni, tra gli operatori delle nuove strutture e quelli dei Pronto Soccorso della Provincia di Latina, resteranno immutati. 

Il nuovo Punto di Primo Intervento di Priverno in Via della Madonna delle Grazie 23. Chiusa invece la vecchia struttura localizzata nell’ex Ospedale Regina Elena.

PAP INTEGRATI CON ALTRI SERVIZI

Casati argomenta come addirittura l’inquadramento del servizio di urgenza all’interno del Dipartimento di Assistenza Primaria offre una nuova prospettiva di integrazione con l’insieme dei servizi offerti dalla rete territoriale. Sempre secondo il manager di Brioni si esce pertanto dalla logica prestazionale del PPI per entrare in un modello in cui anche la gestione dell’urgenza territoriale entra a far parte del Sistema di gestione dei problemi di salute finalizzato a dare continuità di assistenza al paziente.

STESSE PROFESSIONALITÀ E TECNOLOGIE

In altri termini dal primo gennaio 2020 il paziente che, fino al giorno prima, si rivolgeva al PPI troverà nella nuova struttura la stessa tipologia di servizio, erogato dalle medesime professionalità con il supporto delle medesime tecnologie. Qualora quel paziente si trovasse nella necessità di cure più importanti, sarà assicurato il passaggio al Pronto Soccorso grazie all’Ares 118. In più quel paziente troverà nuovi servizi e, soprattutto, integrazione con i Medici di Medicina Generale nella prospettiva dell’attivazione progressiva dei servizi legati alle nascenti Case della Salute.

Il retro dell’edificio dell’ ospedale di comunità di Cori

NESSUN MEDICO DI MEDICINA GENERALE

In riferimento al secondo punto, le professionalità operanti all’interno dei futuri PAP, Casati sottolinea come nella stessa Delibera del 12 settembre sia scritto a chiare lettere che un regolamento disciplinerà le funzioni delle nascenti strutture. Di conseguenza i medici che vi opereranno saranno reclutati tramite apposite liste alle quali accederanno solamente figure con pregressa esperienza nel campo dell’emergenza/urgenza territoriale. Al tempo stesso dalle dichiarazioni del Dirigente si evince che la Delibera 849, così come il futuro Regolamento, esclude ora come in futuro ogni eventualità che siano i Medici di Medicina Generale ad essere inquadrati nelle nascenti unità di urgenza. 

NESSUN TENTATIVO DI RISPARMIO SULLA PELLE DEI PAZIENTI

Per quanto concerne la necessità di ridurre i costi (terzo punto) Casati definisce la polemica basata su tale argomentazione “così puerile che non meriterebbe neppure di essere dibattuta”. Casati afferma che la Direzione generale non ha mai legato la necessità di un processo di riordino dei PPI ad obiettivi di carattere economico. Ad ogni modo eventuali recuperi di risorse derivanti dalla riorganizzazione dei PPI sarebbero reinvestiti, è quanto sostiene il massimo rappresentante dell’Azienda Sanitaria, negli stessi territori dei Comuni in cui i Punti di Primo Intervento hanno sede. A rafforzare la tesi secondo cui l’ASL non avrebbe minimamente intenzione di risparmiare nei comuni di medie dimensioni della Provincia Casati menziona la conservazione dell’operatività h24 delle unità di urgenza anche a partire dal 1° gennaio 2020.

 

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