Sequestro di beni del valore di oltre 5 milioni di euro appartenenti a un noto professionista di Latina considerato socialmente pericoloso
I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina e di Roma stanno eseguendo il provvedimento del Tribunale – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, emesso su richiesta delle Procure della Repubblica di Latina e di Roma, con cui è stato disposto il sequestro dei beni del valore di oltre 5 milioni di euro appartenenti a un noto professionista di Latina considerato socialmente pericoloso: Pasquale Maietta. A richiedere il sequestro sono stati i sostituti procuratori di Latina, Giuseppe Bontempo e Claudio De Lazzio, e i sostituti procuratori di Roma, Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro.
L’ex Presidente del Latina Calcio, ex assessore al bilancio del Comune di Latina (nella Giunta di centrodestra guidata da Giovanni Di Giorgi) e ex deputato di Fratelli d’Italia (anche con il ruolo di tesoriere del gruppo alla Camera dei Deputati), dal 2014, risulta coinvolto sistematicamente in reati di trasferimento fraudolento di valori, associazione per delinquere finalizzata ad una incessante attività di evasione fiscale, bancarotta fraudolenta, corruzione, nonché numerosi reati tributari e fiscali in concorso con altri soggetti. Sin dai primi anni 2000 il commercialista è risultato inoltre legato a soggetti della provincia di Latina di elevato spessore criminale, su tutti Costantino Di Silvio detto “Cha Cha” attualmente detenuto e sotto processo con l’accusa di associazione mafiosa. Attualmente Maietta, per quanto riguarda i processi più importanti, si trova alla sbarra nei processi “Arpalo”, “Arpalo 2” e “Olimpia”.
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Gli accertamenti svolti negli anni dalla Procura della Repubblica di Latina hanno generato numerosi procedimenti penali per numerosi reati, alcuni dei quali ancora in corso. In uno di questi, il professionista è stato sottoposto a misura cautelare in carcere (si tratta dell’ordinanza denominata Arpalo eseguita da Guardia di Finanza e Polizia di Stato nel 2018).
Le investigazioni patrimoniali, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economica – Finanziaria di Latina, diretto dal tenente colonnello Angelo Andreozzi, e Nucleo di Polizia Economica – Finanziaria di Roma/G.I.C.O., hanno interessato l’intero nucleo familiare del professionista, consentendo, allo stato, di dimostrare la presenza di un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi lecitamente dichiarati, composto da immobili (ubicati a Latina e Roma) e quote societarie, per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro, patrimonio da ritenersi riconducibile agli introiti derivanti da attività illecite.
Il provvedimento ablativo del Tribunale di Roma, Sezione Misure di prevenzione – spiega una nota della Finanza – è il risultato dell’impegno congiunto delle Procure della Repubblica di Latina e Roma e della Guardia di Finanza, nel quadro delle strategie di aggressione patrimoniale dei beni acquisiti da soggetti che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose o che rappresentano il frutto o il reimpiego di attività illecite.
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Il sequestro dei beni di Maietta avviene per via del codice antimafia che permette alla magistratura di “aggredire” i beni di un soggetto attenzionato, al di là di condanne definitive. Il provvedimento disposto dal Tribunale di Roma colpisce immobili di Maietta, ma non solo. Ad essere coinvolti anche la moglie, comproprietaria di immobili, tra cui una casa a Roma dove vive il nucleo famigliare dell’ex deputato. Secondo gli inquirenti, il tenore di vita dell’ex deputato non può che ritenersi alimentato, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.
Non solo immobili, ma anche le quote societarie di diverse società, tra cui Latina Brands, B.D. Accounting, Md Consulting, Service&Consulting, Servizifai e J&M Consulting: si va dal ramo immobiliare a quello delle finanziarie, fino alle attività nel campo degli articoli sportivi.
Ad essere destinatari del sequestro, pro quota, in quanto soci di altrettante società, anche i co-imputati Paola Cavicchi (ex co-Presidente del Latina Calcio con l’allora deputato), coinvolta nei processi Arpalo, Arpalo 2 e Olimpia, Pierluigi Sperduti, ex team manager del Latina Calcio, e l’ex candidato sindaco di Sermoneta, Antonio Aprile (anche lui ai vertici del Latina Calcio nella parte finale della stagione di Maietta). Coinvolti anche altre due persone non però interessate dai processi.
A dare manforte al provvedimento della magistratura anche le frequentazioni di Maietta con personaggi come “Cha Cha” e Francesco Viola (condannato per associazione mafiosa in primo grado in ragione dell’inchiesta Reset) e soprattutto le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e il figlio di Costantino “Cha Cha” Di Silvio, Renato Pugliese (“Nel 2013 tutti gli zingari hanno votato Maietta, i voti glieli garantiva mio padre, ecco perché lo ha sempre trattato bene…Maietta avrà speso per la campagna elettorale 300-400mila euro…9-10mila voti sono stati presi alle case popolari pagando, grazie a mio padre”) che hanno ricostruito la rete di relazioni del commercialista e la sua capacità di rapportarsi con imprenditori, politici e criminalità organizzata.
Il provvedimento del Tribunale ripercorre le note vicende giudiziarie di Maietta a cominciare dalle indagini “Starter” e soprattutto “Arpalo”, compresi i rapporti con i finanzieri collusi che gli passavano notizie coperte da segreto. E non mancano le rogatorie della magistratura in Svizzera che hanno reso evidente un sistema di riciclaggio ideato e realizzato dal 53enne commercialista pontino. Il Tribunale fa menzione anche del suicidio dell’avvocato Paolo Censi: i finanzieri rilevano che in prossimità dell’accettazione della rogatoria elvetica, avvenne il tragico episodio del 23 dicembre 2015. È dopo la rogatoria che gli inquirenti avrebbero accertato le frodi fiscali e le informazioni sui finanzieri infedeli.
Ancora pendenti in Tribunale a Latina (e anche a Roma), per Maietta, oltreché ai processi summenzionnati e più noti, ce ne sono altri che gli contestano evasioni dell’Iva e reati tributari. Ma ci sono procedimenti che gli contestano abusi edilizi e l’indagine della Direzione Distrettuale di Roma sulle minacce perpetrate all’allora consigliere comunale di Terracina Umberto Di Mario per far sì che, nel 2015, non votasse la sfiducia all’allora sindaco di Terracina, oggi europarlamentare, Nicola Procaccini. Indagato con lui (considerato il mandante) anche Costantino “Cha Cha” Di Silvio quale esecutore materiale delle minacce. Alla fine il procedimento è stato archiviato perché “sebbene siano emerse in modo chiare le minacce che Maietta ha messo in atto nei confronti di Di Mario, non sono emersi elementi di prova idonei a sostenere l’accusa”.
Viene menzionata inoltre la vicenda raccontata anche pubblicamente dal cittadino di Terracina, Angelo Nardoni, ossia di come fu intimidito da “Cha Cha” Di Silvio durane un evento politico di Fratelli d’Italia a Sonnino. Lo stesso Nardoni spiegava di essere stato intimidito dai Di Silvio, con parole riportate da una terza persona, dopo aver raccontato tale episodio nella televisione locale Lazio Tv. In tutto i procedimenti o processi penali che la magistratura conta nei confronti di Maietta, comprese le archiviazioni, sono sedici.
Il provvedimento, inoltre, ricostruisce anche i rapporti passati di Maietta, a cominciare da una contestata operazione illecita, avvenuta prima del 2006, con l’intestazione di beni ad una società, la Arcobaleno Italia.
E ancora: i rapporti con il “mentore” e collega commercialista, Claudio Proietti, a sua volta destinatario di confisca milionaria dei beni e condanne penali. Secondo la Guardia di Finanza, sin dagli anni 2000, quando operava nello studio Proietti, Maietta si prodigò nella svuotamento di società e intestazione fittizia di beni di una nota famiglia di Latina attiva nel ramo della panificazione tramite canali elvetici, tra cui Augusto Bizzini e Max Spiess al momento co-imputati nel processo “Arpalo 2”. Tutti elementi utili a denotare la sua pericolosità sociale.
A far scattare il sequestro è sicuramente la sproporzione tra i beni acquisiti negli anni e i redditi netti e leciti dichiarati. Dal momento che molti beni sono stati acquistati negli anni cui Maietta, secondo i procedimenti penali, commetteva reati, questi devono essere sequestrati per poi arrivare a confisca.
Solo a Latina, a Maietta vengono sequestrati diversi immobili dislocati in città: dal centro fino alla zona del cimitero, oltreché alle società di cui si è parlato. In tutto sono 23 immobili tra Latina e Roma, tra cui una villa imponente per il valore di 1 milione di euro all’Eur (acquistata nel 2020), dove vive con la famiglia.