IL CONVEGNO DI EUROPA VERDE SULL’AGRICOLTURA: “LA TRANSIZIONE ECOLOGICA NON È NEMICA”

Sabato scorso si è svolto allo Spazio eventi del Museo Giannini il convegno: “A come Agricoltura B come Benessere” organizzato dal Circolo di Latina di Europa Verde – Verdi (forza politica che fa parte di Alleanza Verdi e Sinistra).

La conclusione del convegno è che occorre superare il grave malinteso sulla contrapposizione tra agricoltura e ambiente, unendo agricoltori, consumatori e ambientalisti nell’interesse comune di un’agricoltura sicura, sana, giusta e rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, per la tutela e l’adeguata remunerazione dell’agricoltore, a cui deve essere riconosciuta la funzione di presidio del territorio.

Il meteorologo Paolo Sottocorona, in veste di moderatore del convegno, ha introdotto il problema della crisi climatica, di cui l’agricoltura è la prima vittima, e rivelato le diverse facce del negazionismo, rimarcando l’urgenza di misure immediate per ridurre i gas serra.

Tra i relatori: Prof. Giovanni Dinelli, Università di Bologna; Angelo Gentili, Responsabile Nazionale Agricoltura di Legambiente; Filiberto Zaratti, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra; oltre a rappresentanti locali della politica, delle associazioni e dei comitati agricoli.

È stata confutata, con dati e numeri da fonti accreditate, la tesi che il Green Deal dell’Unione Europea e la transizione ecologica siano all’origine dei problemi dell’agricoltura. In realtà, la situazione di crisi delle aziende agricole deriva da molteplici e complessi problemi strutturali di lungo periodo che rendono insostenibile economicamente l’attività agricola, specialmente dei piccoli produttori. Basti pensare che, secondo uno studio di European House Ambrosetti, su 100 euro di consumi alimentari degli Italiani, meno di un euro arriva in tasca agli agricoltori.

A questo si aggiungono il dominio delle multinazionali delle sementi, dei fitofarmaci e degli OGM, i fondi finanziari globali, la concorrenza dei prodotti esteri, la crisi climatica, il consumo e degrado dei suoli, l’abbandono delle campagne, la perdita di biodiversità, gli allevamenti intensivi, le condizioni dei braccianti.

Occorre superare il modello di agricoltura industriale, iniquo, insostenibile e inefficiente, basato su utilizzo di grandi quantità di energia e massiccio impiego di pesticidi, di cui gli agricoltori sono le prime vittime con varie patologie. Va invece intrapresa la strada dell’agroecologia, per la conservazione e rigenerazione dei suoli, il rispetto degli ambienti naturali e della biodiversità, fondamentali per la produttività dei raccolti.

A livello locale, è stato proposto l’allargamento delle mense biologiche e a km 0 a partire dalle categorie più vulnerabili (i bambini) fino all’Università, in un progetto complessivo che sia anche di educazione alimentare.

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