Scoppia il caso del giudice degli arbitri italiani: a finire al centro della vicenda il consigliere comunale di Bassiano Giuseppe Fonisto
A ricostruire la vicenda, dopo aver visionato le carte, è il sito d’informazione “Fanpage” con un articolo del 4 febbraio 2023. Il sito d’informazione analizza alcune situazioni che si sono venute a creare all’Aia, Associazione Italia Arbitri, e alla Federcalcio.
Come noto, l’Aia è stata investita lo scorso autunno dallo scandalo dell’ormai ex procuratore arbitrale Rosario D’Onofrio, ex ufficiale dell’esercito, finito tra i 42 arrestati nell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano per traffico internazionale di droga.
Dopo quel roboante arresto, a dicembre, si è dimesso dalla carica di presidente dell’AIA Alfredo Trentalange. Insomma, un vero e proprio caos nell’organismo più importante degli arbitri italiani.
Ma, al netto della vicenda summenzionata – che non ha interessato l’attuale consigliere comunale di Bassiano – Giuseppe Fonisto, avvocato, esponente di Forza Italia e grande oppositore del Sindaco Domenico Guidi nell’assise cittadina del paese lepino, finisce al centro dell’articolo di Fanpage per una nomina che non sarebbe stata legittima.
Ebbene, Fonisto, secondo quanto si apprende dal sito, è stato nominato Presidente della Commissione di Disciplina d’Appello degli Arbitri, ossia l’organo giudicante più importante nel mondo arbitrale. In sostanza, l’organo che giudica gli arbitri italiani. L’avvocato napoletano avrebbe commesso, nei primi anni 2000, alcune irregolarità disciplinari in qualità di Presidente della Sezione AIA di Napoli.
Fanpage ricorda che Fonisto è stato sanzionato due volte: sia per aver rilasciato dichiarazioni non autorizzate, sulla violenza contro gli arbitri, a un organo d’informazione; sia per aver compilato una scheda non veritiera, attribuendosi incarichi mai ricoperti, così da ottenere la qualifica di benemerito all’interno dell’associazione arbitri. Per il primo episodio e il secondo episodio, l’esponente politico è stato sanzionato con 18 mesi di sospensione complessivi, tramite le delibere numero 7 e numero 8 del 18 settembre 2003. Squalificato dal 18 luglio 2003 al 17 gennaio 2005. La sanzione più pesate sarebbe stata quella di un anno per la compilazione della scheda risultata non corrispondente al vero.
Episodi di venti anni fa che riemergono oggi dopo lo scandalo D’Onofrio. Infatti, Fanpage ha portato in evidenza due circostanze: la prima è che dalla scheda personale di Fonisto sarebbe sparita la sanzione da 12 mesi (quella più grave); la seconda è che proprio in ragione di quella squalifica di un anno, l’avvocato, a marzo 2021, non avrebbe potuto ottenere, dal Comitato Nazionale a guida Trentalange-Baglioni, la nomina a Presidente della Commissione di Disciplina d’Appello degli Arbitri italiani, in quanto secondo il regolamento AIA non avrebbe potuto assurgere a cariche centrali e periferiche.
A bloccare la sua nomina sarebbe stata la doppia sanzione, quella da 12 e quella da 6 mesi: secondo la ricostruzione di Fanpage, il regolamento prevede che il soggetto destinatario di una sanzione superiore ai 12 mesi non può, salva riabilitazione, ricoprire cariche centrali associative in perpetuo.
In soldoni, Fonisto non avrebbe potuto essere nominato.
AGGIORNAMENTO: L’avvocato Fonisto specifica che la sua nomina è pienamente legittima poiché, da regolamento dell’associazione italiana arbitri, art. 13 comma C (Capo Terzo), sono esclusi solo coloro che sono stati raggiunti “nel corso degli ultimi dieci anni, salva riabilitazione, da provvedimenti disciplinari sportivi definitivi di inibizione o squalifica, superiori complessivamente ad un anno da parte dell’AIA, della FIGC e del CONI e di organismi sportivi internazionali riconosciuti”. Le sanzioni di Fonisto risalgono al 2003, dunque, come già menzionato nell’articolo di Latina Tu, sono passati 20 anni. Negli ultimi dieci anni, invece, il medesimo non è stato destinatario di nessun altro provvedimento, dunque la nomina rimane legittima.