I “RAS” DELLE ARLECCHINO INDAGATI PER LA BOMBA IN VIA DARSENA

I Carabinieri nel sopralluogo dello scorso 8 settembre dopo l'esplosione della bomba in via Darsena a Latina
I Carabinieri nel sopralluogo dello scorso 8 settembre dopo l'esplosione della bomba in via Darsena a Latina

Indagati per la bomba esplosa lunedì 8 settembre in Via Darsena a danni dell’abitazione di un personaggio della vecchia mala pontina

Sono indagati dalla Procura di Latina che coordina le indagini di Carabinieri e Polizia, i gemelli ventenni Yuri e Mattia Spinelli e il 35enne Aurelio Silvestrini, tutti e tre recentemente arrestati nell’ambito di due indagini della Polizia di Stato. Mancava, in realtà, l’ufficialità. Sin da quando si sono verificati gli attentati a colpi di bombe e attentati incendiari di settembre il quadro è stato chiaro, soprattutto da un lato: i maggiori indiziati, per almeno parte degli episodi esplosivi, sarebbero i “ras” dei palazzi popolari “Arlecchino”.

I gemelli Spinelli

Alle difese degli indagati, infatti, la Procura ha notificato un avviso per un accertamento irripetibile in riferimento alla bomba di Via Darsena, sebbene ci possa essere dell’altro. La verifica tecnica sarà svolta dal dai Carabinieri RIS (discussione Reparto Investigazioni Scientifiche) il prossimo 27 novembre, specializzati negli accertamenti sui reperti, in questo caso quelli trovati sul luogo dell’esplosione.

Alle case Gescal, le cosiddetto “Arlecchino”, gli Spinelli, insieme ai loro sodali, sono riusciti a impiantare una piazza di spaccio organizzatissima, con tanto di turni e vedette, immettendo nel mercato non solo cocaina e “fumo”, ma anche il crack in quantità rilevanti. Un tipo di droga molto pericolosa che ha abbassato tutti i prezzi e ha scatenato la rabbia dei vecchi spacciatori di Latina.

Gli Spinelli, che danno sfoggio anche di tracotanza e violenza (Mattia Spinelli ha un passato nella boxe), con l’alleanze di altri personaggi e gregari, hanno riempito un vuoto originatosi da arresti e inchieste derivanti anche dalla cosiddetta stagione antimafia pontina che ha fermato per anni i vecchi sodalizi. Ecco perché il sospetto che alcuni “signori” dello smercio della droga pontina abbiano visto di cattivo occhio il loro emergere, anche con comportamenti violenti. Peraltro, Mattia Spinelli e Aurelio Silvestrini sono finiti in carcere proprio perché accusati di aver vessato con violenze, minacce e piombo un mediatore delle auto a noleggio, il mezzo con cui i pusher si muovono per cercare di essere meno identificabili dagli investigatori.

Troppo rumore che gli Spinelli avrebbero pagato con il primo attentato del 7 settembre quando un ordigno costruito artigianalmente ha danneggiato l’androne del condominio al civico 10, in via Guido Rossa, ai cosiddetti palazzi “Arlecchino”, di fronte alla chiesa di Santa Rita e a pochi metri dal liceo scientifico G.B. Grassi. Passano 24 ore e un ordigno più potente distrugge la parte superiore del muretto di una casa casa. Dopo l’esplosione che fa sobbalzare i residenti, i quali pensano a una bombola del gas, va via a velocità sostenuta una scooter di grossa cilindrata e a fari spenti.

L’esplosione si verifica in una strada chiusa, stavolta in Via della Darsena, a Latina, traversa di Via Torre La Felce e parallela di Via Idrovora, vicino ai quartieri Gionchetto e del cimitero. L’ordigno è di portata rilevante tanto da sollevare una coltre di fumo bianco visibile in gran parte della città di Latina. La deflagrazione è sicuramente un atto intimidatorio, anche perché si tratta di una strada chiusa e chi ha colpito si è recato di proposito davanti alla casa dove abita Maurizio Santucci, classe 1965, personaggio legato alla malavita pontina e con precedenti nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti. L’attentato è diretto contro di lui, parente di Candido Santucci e cognato di Mario Nardone (altri due personaggi della mala pontina): fu uno degli obiettivi dei clan rom nella guerra criminale del 2010. Santucci fu gambizzato nel 2010 nel quadro della cosiddetta strategia stragista messa in piedi dai clan Ciarelli e Di Silvio per eliminare la criminalità non rom a Latina.

Il 13 e il 18 settembre altri due attentati. Nel primo caso una bomba carta distrugge un’auto in Via Guido Rossa, appartenente a una collaboratrice scolastica che nulla a che vedere con lo spaccio; cinque giorni dopo, probabilmente la bomba più violenta che dilania l’androne di uno dei palazzi delle mini vele in Viale Nervi, dove peraltro vivono alcuni parenti legati a uno dei personaggi della vecchia mala e una delle vittime della tentata estorsione e delle violenze per cui sono finiti in carcere Mattia Spinelli e Aurelio Silvestrini.

Che a corollario di queste azioni sia stata la droga e il controllo del mercato, è dimostrato anche dal fatto che pochi giorni fa, a finire in carcere perché trovato con un chilo di cocaina, è stato Yuri Spinelli, il gemello scampato all’arresto del fratello arrivato qualche settimana prima.

Al momento, non è ancora emerso chi sarebbe la fazione o le fazioni opposte agli Spinelli. Si può desumere, ma è altrettanto certo che, da qualche settimana, è come vi fosse un calma piatta. Le indagini proseguono, ma intanto gli affaristi della droga potrebbero ave già trovato un accorso, una “pax” che consente a tutta la malavita di continuare a vendere e comprare droga senza più attentato per non dare nell’occhio.

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