Emergenza rifiuti, le associazioni “Città degli Alberi” e “Aprilia Libera” ricostruiscono gli atti e i fatti che hanno portato alla chiusura dell’impianto Tmb di Rida Ambiente e all’ultima ordinanza di Zingaretti. Secondi i cittadini delle due associazioni si è trattato di “interruzione di pubblico servizio, decisa unilateralmente da Rida Ambiente e comunicata senza preavviso ai 54 comuni conferitori”
LA NOTA – Il 23/06/2021 Rida comunica alla Regione di dover inderogabilmente affrontare dal 15/07 al 06/08 delle manutenzioni straordinarie, con riduzione del servizio del 70%.
Il 15/07/2021, con ordinanza n. Z00020, Zingaretti dispone in materia di rifiuti urbani al fine di evitare l’interruzione del pubblico servizio.
Il 02/07/2021 la Regione invia nota alla Rida con la quale richiede maggiori dettagli (cronoprogramma, quantificazione della riduzione dei flussi di rifiuti urbani indifferenziati).
Il 07/072021 Rida invia nota a Regione Lazio comunicando di non poter fornire un cronoprogramma dettagliato, che sarebbero stati sospesi i rifiuti diversi da EER 200301 e che avrebbero fatto pervenire una nota con i giorni di maggior riduzione.
Il 09/07/2021 con una nota la Rida comunica la sospensione del servizio ai 54 comuni, stavolta del 100% dal 15/07 al 2/08 e del 70% dal 03/07/2021 al 06/07/2021.
Il 12/07/2021 la Regione scrive ai comuni conferitori presso Rida di attivare le soluzioni alternative per scongiurare l’interruzione del servizio e di comunicare entro il 13/07 i fabbisogni di trattamento per i rifiuti urbani indifferenziati.
Il 13/07 il prefetto di Latina convoca Rida insieme a presidente provincia e sindaco di Latina per trovare soluzioni alternative all’interruzione.
Il 13/07/2021 il sindaco di Aprilia comunica alla cittadinanza che, a causa della chiusura dell’impianto di Sacida, sarebbe sospeso il servizio di raccolta domiciliare del residuo secco.
Il 14/07/2021 si svolge la riunione tra i 54 sindaci dei comuni interessati, i gestori delle discariche e degli impianti del Lazio, i prefetti della provincia di Roma e Latina.
Il 14/07/2021 la Regione Lazio sollecita di nuovo Rida perché non ha ricevuto il cronoprogramma e la riduzione dei flussi. Nello stesso giorno la Rida risponde allegando il cronoprogramma, mentre sui flussi ribadisce che i rifiuti vengono conferiti giornalmente senza una previsione certa dai singoli comuni senza definirne la quantità e i giorni.
14/07/2021 il comune di Aprilia comunica di aver trovato un sito alternativo alla Rida per conferire i pannolini e pannoloni per tutti gli utenti che hanno aderito al servizio di raccolta dedicato.
Il 15/07/2021 in tarda serata la regione autorizza gli impianti alternativi al TBM di Aprilia per i 54 comuni laziali e autorizza detti impianti a conferire presso le discariche di Viterbo, Civitavecchia e inceneritore di S. Vittore, con deroghe varie giustificate dallo stato emergenziale.
Il 16/07/2021 il sindaco di Aprilia comunica la ripresa della raccolta del secco perché i rifiuti saranno conferiti presso il TM di Cisterna.
Il 16/07/2021 in una nota la Rida fa sapere che erano state sottoposte alla regione due possibili soluzioni per scongiurare l’interruzione del servizio, ma la regione aveva escluso il TBM di Aprilia dalla lista degli impianti suggeriti ai 54 comuni.
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Alla luce di questa successione di eventi, della totale assenza di trasparenza da parte delle amministrazioni, che non pubblicano atti ambientali, delle incongruenze plateali nell’operato di tutti gli attori, ci chiediamo:
- 1) Perché Rida non comunica immediatamente ai 54 comuni la prevista sospensione del servizio, inviata solo alla Regione in data 23 giugno? Una sorta di ricatto in cambio del quale si aspettava di piegare a più miti consigli i pareri sulla discarica?
- 2) Perché la Regione non ha immediatamente avvisato tutti i comuni dell’imminente interruzione del servizio, impedendo loro di prendere adeguate misure alternative?
- 3) Perché il sindaco di Aprilia il 13/07, prontamente annuncia la sospensione del servizio di raccolta indifferenziato, senza valutare preventivamente la fattibilità di soluzioni alternative, come invece fatto dagli altri sindaci?
- 4) Perché Rida non fornisce una stima sulla riduzione dei flussi per ciascun comune, come richiesto dalla regione, facilmente ricavabile sulla base dei registri di carico? La Regione non ha il potere di verificarli?
- 5) Perché il 13/07 il prefetto di Latina convoca solo Medici, Coletta e Rida per trovare una soluzione alla sospensione del servizio, senza coinvolgere i restanti sindaci e la Regione?
- 6) Perché il Prefetto non accusa Rida di abuso di potere e procurato allarme, per aver dichiarato la totale interruzione del servizio, quando disponeva degli strumenti per poter continuare senza interruzione il trattamento dell’indifferenziato?
- 7) Perché Rida non ha prospettato alla Regione, fin dal 23/06, le soluzioni praticabili, alternative alla sospensione del servizio, salvo poi lagnarsi che la Regione (giustamente, per una volta) non la annovera nel fornire ai sindaci, che Rida ha debitamente ignorato, la lista degli impianti alternativi?
- 8) Cosa pretende Rida dalla Regione in cambio delle soluzioni alternative all’interruzione di servizio? Di quale ulteriore autorizzazione va alla ricerca, una volta innescata l’emergenza?
- 9) Perché la provincia di Latina si rimangia il parere ostativo alla discarica di La Cogna? Perché Medici sostituisce l’ing. Nardone, che aveva tecnicamente bocciato la richiesta di Paguro e al suo posto piazza un Crippa non ostativo?
- 10) Perché questi lavori improcrastinabili proprio ora che le cose si stanno mettendo male per l’agognata discarica a La Cogna e che gira nell’aria una trattativa con AMA?
- 11) Perché, ogni volta che Rida ha effettuato i fermo-impianto per manutenzione senza preavviso, nessuno ha mai denunciato il fenomeno illecito, in quanto interruzione di pubblico servizio? Ma poi, perché sempre d’estate, quando i rifiuti fermentano maggiormente, come a dispetto?
Mettendo in fila tutte queste questioni, ci sembra che la catena delle irresponsabilità parte dall’alto e tocca tutti i soggetti in gioco, senza esclusione alcuna, dalla politica alle istituzioni, dai privati ai prefetti.
Anche il più profano in materia si chiederebbe come sia possibile che un impianto di tali dimensioni sia autorizzato a lavorare senza avere una linea parallela da utilizzare per le manutenzioni ordinarie e straordinarie. In realtà Rida aveva due linee distinte nel progetto autorizzato, ma poi ne ha fatto una unica linea.
Tornando sul contratto di servizio, se i comuni sottoscrivono un accordo capestro in cui Rida può interrompere a piacimento, senza preavviso e con motivazioni non verificabili, il servizio per manutenzioni ordinarie e straordinarie, la responsabilità è solo in capo ai sindaci che avvallano una oscenità del genere. Ma l’assurdo è che la Regione non si è mai peritata di verificare la regolarità di tali accordi, abbandonando i cittadini nelle mani di questi privati.
Per dovere di cronaca, facciamo presente che, comunque, Rida non ha mai spento i motori, le puzze continuano, le notti infernali pure, il movimento dei mezzi anche. Qualcuno scenderà dai palazzi per andare a verificare?