Il coordinamento dei comitati di protezione ambientale, oltre a confermare la propria fiducia nel sindaco di Latina Damiano Coletta e nell’assessore all’ambiente Roberto Lessio, hanno ribadito la propria volontà di opporsi con ogni mezzo alla riapertura del sito di Borgo Montello e la conseguente autorizzazione all’impianto per il compostaggio, oppure addirittura alla costruzione di un termoinceneritore. Per i comitati cinquant’anni di sfruttamento selvaggio del sito hanno compromesso la salubrità del luogo, della falda e del fiume Astura.
Il coordinamento, nell’esprimere soddisfazione per l’indirizzo espresso durante l’assemblea di Borgo Bainsizza dalla Giunta, chiede che il Consiglio comunale prenda atto:
- della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati n. 32 del 20/12/2017 approvato all’unanimità;
- dei documenti di Arpa Lazio e dell’Asl di Latina che hanno portato il Comune di Latina ad accertare il danno ambientale, economico e sanitario a danno dei cittadini residenti nei pressi della discarica e ad impegnarsi all’unanimità al risarcimento;
- della nota della Comunità Europea che evidenzia il mancato adeguamento del piano regionale dei rifiuti alle direttive europee in materia del 22 novembre 2019;
- il mancato controllo periodico prescritto dalla Commissione del Ciclo dei rifiuti n.32/2017, nonché la mancata verifica e ricerca del materiale inquinante e dei fusti tossici.
I comitati chiedono al Sindaco di Latina esprima parere contrario sanitario per le motivazioni sopra riportate a tutela della salute pubblica, richiedendo contestualmente indagine epidemiologica, con la revisione della VIA superata da quanto riportato nello stesso documento n.32/2017 della commissione del ciclo dei rifiuti.
Ancora si chiede che il Comune di Latina impegni la Regione Lazio alla gestione post mortem della discarica considerato l’esaurimento dei volumi approvati. I comitati ravvisano come il mancato controllo amministrativo, istituzionale e politico che ha consentito alla malavita organizzata di inserirsi nella gestione, di fatto ha minato la fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini. Fin dagli anni dagli anni ’80 i cittadini dei borghi interessati hanno creato le condizioni perché la Commissione Parlamentare di inchiesta bicamerale sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlate mettesse fine alle nuove autorizzazioni della discarica di Borgo Montello.
La commissione ha svolto un’indagine approfondita sulla gestione della discarica e sull’omicidio di Don Cesare Boschin certificando le irregolarità nella gestione, nella bonifica e nello sversamento dei rifiuti tossici industriali, motivando dettagliatamente la valutazione negativa.
Il lavoro della Commissione bicamerale suggerisce una richiesta di indagini sulla gestione di Borgo Montello a completamento di quelle già svolte dalla magistrature sulle connivenze tra gestori proprietari del sito ed esponenti politici locali anche per fare chiarezza sulla tragica fine di Don Cesare Boschin come anche per altre morti misteriose ed eventi tragici che hanno segnato le comunità intorno al sito.
Queste indagini servono anche a rispondere alla domanda di come sia stato possibile dare in affitto un terreno ad una società, la società Capitlina di De Pierro, che non ha portato a termine la bonifica e che quindi continua a permettere l’inquinamento del terreno.
I comitati auspicano inoltre che ci sia uno studio medico e ambientale per le famiglie che risiedono intorno al sito e che da anni trovano un legame fra patologie e inquinamento del sito. Tutto questo finalizzato per arrivare finalmente al diritto di risarcimento per le famiglie risiedenti vicino alla discarica per una valorizzazione della qualità della vita dei borghi e delle sue comunità.
Infine c’è la questione del recupero delle somme destinate al Comune versate dai proprietari dei due siti che permetterebbero finalmente di avviare i servizi primari mancanti nei borghi come la scuola elementare di Borgo Santa Maria e la riqualificazione dell’area. Somme già previste nel 1992 nella delibera del Sindaco Romagnoli.
Facendo un rapido conto il mancato indennizzo del Comune ai borghi, e spesi in importi fuori bilancio ammonterebbe 30,6 mln di euro. Eppure non si ha conoscenza degli importi realmente versati in modo tale da determinare le responsabilità politiche degli amministratori e dei loro referenti, soprattutto per fare emergere il mancato sviluppo imprenditoriale, sociale e collettivo di un territorio devastato, ricco invece di imprese agricole a livello nazionale e internazionale.
Facendo riferimento al Piano Ossigeno ideato dalla Regione Lazio, che prevede l’inserimento di 6 milioni di nuovi alberi, corrispondenti ai residenti nella Regione, i Comitati, quasi in una visione utopistica, chiedono di superare i due siti e riproporre le condizioni di vita antecedenti alle discariche. Per tale ragione il Coordinamento chiede che il Consiglio comunale deliberi un provvedimento di richiesta di partecipazione al bando che permetta l’inserimento dei siti inquinati nel Piano Ossigeno. Lo scopo sarebbe duplice: una pietra tombale sulla discarica e una proposta concreta di rinascita economica e riscatto sociale per la valorizzazione della Valle dell’Astura.