Sequestro dell’hotel Grotta di Tiberio, la difesa di Chinappi impugna in Tribunale il provvedimento del giudice per le indagini preliminari
La tenacia sicuramente non fa difetto al suocero del sindaco di Sperlonga, Aldo Erasmo Chinappi. Oggi, 6 febbraio, dinanzi al terzo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Mario La Rosa, l’avvocato difensore Luigi Panella ha discusso l’appello contro il provvedimento del giudice per le indagini preliminari pontino, Mara Mattioli, che ad agosto scorso, con una motivazione che il legale ha sottolineato essere stata di “sei pagine”, aveva respinto la richiesta di dissequestro dell’hotel Grotta di Tiberio. In quel caso, la difesa chiedeva la restituzione del bene all’ufficio Gip che aveva firmato il sequestro il primo luglio 2024.
Lo scorso dicembre, con una sentenza pubblicata sabato 1 febbraio, La Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso di Aldo Erasmo Chinappi, nella qualità di legale rappresentante e socio accomandatario della società Chinappi Aldo Erasmo & C. s.a.s, proprietaria fino a poco tempo fa dell’Hotel Grotta di Tiberio a Sperlonga, ormai acquisito a patrimonio del Comune.
Oggi, invece, non è stato Aldo Erasmo Chinappi come persona fisica a presentare appello contro il provvedimento di diniego del sequestro del Gip Mattioli, bensì la Aldo Erasmo Chinappi&C s.a.s. Una sottigliezza che, però, è stata sottolineata dal difensore e che permette al suocere del sindaco di poter ancora ambire al dissequestro dell’immobile dichiarato abusivo dalle sentenze di primo e secondo grado amministrativo, nonché dal Comune di Sperlonga che, a maggio 2024, ha acquisito al suo patrimonio l’intera struttura. Il Tribunale si è riservato e si esprimerà nei prossimi giorni.
Ad ogni modo, nel caso di questo ricorso contro il Riesame, lo stesso sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Sassone, aveva concluso per l’inammissibilità del ricorso.
Secondo gli ermellini della seconda sezione penale, che hanno respinto il ricorso contro il sequestro della persona fisica Aldo Chinappi, “il singolo socio non è legittimato ad impugnare i provvedimenti in materia di sequestro preventivo di beni di proprietà di una società (nella specie, il rigetto dell’istanza di revoca della misura), attesa la carenza di un interesse concreto ed attuale, non vantando egli un diritto alla restituzione della cosa o di parte della somma equivalente al valore delle quote di sua proprietà, quale effetto immediato e diretto del dissequestro”. Il singolo socio no, forse la società sì, questo è la ratio dell’ennesimo ricorso contro un provvedimento dell’autorità che sia amministrativa o giudiziaria da parte del tenace Chinappi.
L’ennesimo tassello di una storia che vede perdente la vecchia gestione dell’hotel abusivo, da anni intoccabile. Dopo la convalida del sequestro dell’hotel Grotta di Tiberio, stabilita dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, era arrivata anche la pronuncia del Tribunale del Riesame di Latina a cui si era rivolto al società che gestisce l’hotel Grotta di Tiberio contro l’atto con cui i Carabinieri del Nipaaf, su disposizione del sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano, avevano sequestrato l’albergo del suocero del sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, un tempo co-proprietario dell’hotel.
Il Tribunale del Riesame di Latina aveva, infatti, respinto l’istanza presentata dai privati giudicando il ricorso inammissibile e condannando il ricorrente al pagamento delle spese, così come la Cassazione per la somma di 3mila euro.
I legali della Chinappi, peraltro, avevamo tentato di bloccare il sequestro dell’hotel disposto dalla Procura rivolgendosi anche al Consiglio di Stato il quale aveva respinto l’istanza, dichiarandosi incompetente trattandosi di materia penale. Il sequestro era rivolto non alla Chinappi, ma alla nuova società Meraki srl costituita qualche settimana prima e che formalmente gestisce il bene. La Meraki peraltro vedeva come soci una persona vicina a un ex esponente politico legato al sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, e la figlia di quest’ultimo.
Lo scorso 23 luglio, invece, è andato in scena l’ennesimo tentativo della difesa della Chinappi Aldo Erasmo & c Sas” che, tramite gli avvocati Celotto e Zaza D’Aulisio, aveva presentato una istanza di revocazione allo stesso Consiglio di Stato contro la sentenza che ne certifica l’abuso.
Solo un particolare dell’ennesimo tentativo della difesa della Chinappi di posticipare l’abbattimento dell’albergo o l’acquisizione al patrimonio del Comune di Sperlonga, poi realmente avvenuta. Palazzo Spada, infatti, era stato netto con la proprietà, scrivendo nell’ordinanza che “il lamentato danno economico non è eccezionale, bensì preventivabile e derivante dalla condotta imprudente dell’istante la quale, a fronte di provvedimenti amministrativi repressivi mai sospesi, avrebbe dovuto adeguarsi spontaneamente a tali atti, provvedendo alla demolizione dell’opera edilizia e cessando – come ineludibile conseguenza della demolizione – la sua attività economica, peraltro già compromessa in precedenza a causa dei quasi 6 anni di sequestro preventivo“.
Leggi anche:
L’HOTEL GROTTA DI TIBERIO È ABUSIVO, IL CONSIGLIO DI STATO RIBADISCE: “DOVETE ABBATTERLO”
Al contempo, l’ordine di sequestro era stato disposto per la struttura alberghiera in merito all’inottemperanza all’ordine di demolizione stabilito dallo stesso Comune di Sperlonga a maggio 2022, da cui discende la battaglia amministrativa che ha visto soccombente la proprietà sia al Tar che al Consiglio di Stato.
I Carabinieri del Nipaaf avevano dato seguito all’ordine di sequestro dell’hotel. Nominato un custode giudiziario nella persona del vice sindaco Lorena Cogodda, dal momento che, per ovvi motivi, il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, non poteva essere nominato.
Leggi anche:
HOTEL ABUSIVO, IL TAR RESPINGE LA CHINAPPI: “IL DANNO DI CUI SI DUOLE FRUTTO DELLE SUE SCELTE”