Il Consiglio di Stato, con il decreto cautelare monocratico numero 3769 del 2020, ha riformato l’ordinanza del Tar Lazio negando ai centri privati la possibilità di effettuare tamponi in grado di rilevare la presenza del Covid-19
“I centri diagnostici privati – recita il decreto di Palazzo Spada – non possono eseguire i tamponi, in quanto tale attività di analisi e tracciatura è stata affidata dalla Regione, in esclusiva, al servizio diagnostico pubblico tramite la rete d’eccellenza Coronet Lazio”.
E la rete Coronet “è idonea a gestire, tracciare, elaborare la sottoposizione a test senza che l’auspicato contributo privato sia di decisiva utilità“.
Il 17 giugno, i centri privati del gruppo romano Altamedica avevano iniziato a fare i test molecolari in ragione delle decisione del Tar del Lazio che aveva accolto il ricorso presentato contro la Regione Lazio per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, dei provvedimenti che limitano per le strutture sanitarie private lo svolgimento dei tamponi nasofaringei e orofaringei per la diagnosi del virus SARS-CoV-2.
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Al che c’era stata la reazione della Regione Lazio, prima attraverso le dichiarazioni dell’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato, poi con il ricorso ai giudici del più alto organo di giustizia amministrativo, il Consiglio di Stato per l’appunto.
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Due giorni fa, la decisione dei giudici che ha riformato quella del Tar, rimandando la discussione collegiale di merito al 16 luglio 2020.