GORETTI DI LATINA. PER 2 VOLTE LE RINVIANO LA COLECISTECTOMIA, POI LA RIMANDANO A CASA SENZA OPERARLA

La colecistectomia consiste nella asportazione della cistifellea mediante intervento chirurgico in anestesia generale. La mortalità operatoria della colecistectomia è piuttosto bassa, circa 0,1-0,05%, e dipende dal tipo di patologia per la quale è stata eseguita (più elevata in caso di lesione tumorale)

Due settimane di ricovero per una colecistectomia al Goretti, ma l’operazione non è ancora stata eseguita. È il Comitato Civico di Cori a denunciare un caso di malasanità avvenuto all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina che ha visto protagonista, malgrado lei, una signora di 86 anni il cui intervento di colecistectomia è stato rinviato per due volte. L’operazione, dopo i ritardi, è prevista per martedì prossimo anche se gli stessi famigliari della signora mostrano scetticismo considerata la vicenda che sono stati costretti a vivere. E intanto preparano una lettera che sarà inviata a breve al Ministro della Sanità.

Massimo Silvi, Presidente del Comitato Civico di Cori

Riportiamo la vicenda di una paziente ricoverata il 28 agosto scorso presso il reparto di Chirurgia dell’Ospedale S.Maria Goretti di Latina, per evidenziare quella che è una catena di sprechi nella ASL di Latina – scrivono dal Comitato Civico di Cori – La signora C.V. di 86 anni nella serata del 28/08/2019 si reca presso il PPI di Cori, avvertendo forti dolori addominali, i medici fatti gli accertamenti clinici e le analisi ematochimiche, ritengono opportuno trasferirla presso il DEA di Latina. La paziente viene trasportata con mezzi propri al DEA di Latina, con la richiesta medica di trasferimento dal PPI per ulteriori accertamenti al DEA di Latina. La signora passa una notte e una mattina al DEA di Latina, per essere trasferita poi nel pomeriggio al reparto di Chirurgia, con diagnosi di calcolosi della colecisti. A questo punto potremmo pensare ad un normale e veloce iter per un intervento chirurgico.

Il Direttore generale dell’ASL Latina Giorgio Casati

La Asl di Latina, purtroppo, anche per ciò che dovrebbe essere normale, assume contorni complicati e grotteschi. Intanto, il primo paradosso, il reparto di Chirurgia utilizza la sala operatoria probabilmente solo qualche giorno a settimana. Alla paziente, che in reparto ha fatto ingresso di giovedì, viene detto che per il lunedì successivo, la sala operatoria, aveva già una lista piena, quindi la tengono ricoverata con una terapia antinfiammatoria e la mettono in lista per l’intervento nella settimana successiva: cioè per mercoledì 11 settembre. Capirete bene che sono già due settimane di ricovero, con un costo di svariate migliaia di euro. Senonché alle ore 18 del quattordicesimo giorno di ricovero fa finalmente ingresso in sala operatoria, per l’agognato intervento, ma dopo mezz’ora il sogno della nostra paziente svanisce: la donna viene riportata in reparto con la giustificazione che si è fatto troppo tardi a causa di complicazioni della paziente precedente. Sembra quindi che l’intervento potrebbe farsi l’indomani mattina, se la sala operatoria fosse disponibile.

Ospedale Santa Maria Goretti
Ospedale Santa Maria Goretti

Il tema della disponibilità delle Sale Operatorie per la Chirurgia fa pensare a un modello organizzativo alquanto strano, che è certo non dà certezze ad alcun paziente. Tant’è che la signora in questione, non viene operata nemmeno il giorno dopo, anzi, viene dimessa, l’intervento è procrastinato al martedì della prossima settimana. Così un intervento di colecistectomia, presso la Chirurgia di Latina, può attestarsi su tre settimane di degenza. Ci chiediamo, quanti siano i pazienti che senza avere interventi programmati, e senza aver effettuato visite preventive nei vari ambulatori, a cui tocchi la stessa sorte di permanere impropriamente per più settimane nei reparti? Occorrerebbe una puntuale stima trimestrale degli sprechi di tutta l’organizzazione ospedaliera della ASL di Latina, reparto per reparto, ambulatorio per ambulatorio, sarebbe opportuno poi informarne la Corte dei Conti dell’ammontare complessivo di questi sprechi che sembrano veramente notevoli, con addebito ai Dirigenti della Unità Operative. È evidente che gli sprechi sono nelle maglie organizzative delle strutture ospedaliere, che non vengono controllate e monitorate come si dovrebbe, giorno per giorno, mentre il Direttore Generale della ASL e la Regione sono tutti intenti a tagliare i 7 Punti di Primo Intervento per razionalizzare la spesa, come previsto nel DCA 303 del 25 luglio 2019, che sarà impugnato dinanzi al TAR dai Comitati Civici. Il Comitato Civico in difesa del Punto di Primo Intervento di Cori, invita tutti i cittadini a denunciare tali disservizi e a portare alla luce i veri sprechi della sanità pontina, per la quale non dovrebbero essere certo i pazienti e i cittadini, in generale, a pagarne sempre il conto”.

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