La scomparsa di Giuseppe Ciarrapico ha giustamente avuto una eco nazionale.
Stiamo parlando infatti di uno dei più controversi e rilevanti personaggi della prima e della seconda Repubblica.
In questa sede non ha molto senso ripetere quanto è già stato detto in modo autorevole e documentato in ordine alle sue molteplici attività imprenditoriali, al suo impegno (seppur breve) come Presidente della Roma, al suo ruolo nella politica, nonché alle sue riconosciute capacità di essere potente tra i potenti, come dimostrato varie volte ma soprattutto in occasione della vicenda del cosiddetto “Lodo Mondadori”. Fu proprio lui l’artefice di quello storico accordo che mise fine a una guerra durata quasi due anni tra Berlusconi e De Benedetti.
Riteniamo quindi di soffermarci su due specifici aspetti:
- la sua attività editoriale a Latina e in provincia iniziata nel 1988 con il primo quotidiano locale “Latina Oggi”, che ancora adesso, seppur dopo varie vicissitudini e in forma diversa, è il quotidiano locale di Latina e provincia;
- il suo modo di essere fascista
CIARRAPICO FASCISTA
Tutti lo hanno scritto chiaramente: Giuseppe Ciarrapico era fascista.
Del resto proprio lui non ne ha mai fatto mistero, anzi alcune volte pareva quasi ostentare il suo essere fascista.
In particolare, rimanendo in ambito locale, come non ricordare i suoi articoli su Latina Oggi firmati “Historicus” in occasione di alcune ricorrenze storiche quali ad esempio il 25 luglio (1943 – la caduta del fascismo) e l’8 settembre (1943 – l’armistizio), articoli caratterizzati da una analisi assolutamente fascista di quei tragici eventi.
Probabilmente però per descrivere il Ciarrapico fascista non ci si può limitare agli aspetti più conosciuti ed evidenti, ma occorre andare un po’ più in profondità.
Innanzitutto c’è un Ciarrapico fascista che, come editore di libri, ha svolto un ruolo importante nell’ambito della Destra italiana.
Fu tra i pochi editori di destra proprio nei difficili anni Sessanta e Settanta insieme con Rusconi, le Edizioni de Il Borghese e Giovanni Volpe, figlio del grande storico Gioacchino.
Negli anni Ottanta Ciarrapico acquisì prima le edizioni de Il Borghese e quindi il catalogo delle edizioni Volpe dopo la scomparsa di Giovanni, avvenuta nel 1984.
C’è poi, per così dire, un Ciarrapico fascista a modo suo.
Invero mentre c’era una Destra che, non rinnegando il fascismo, tentava di confrontarsi con i problemi del presente e si batteva contro la partitocrazia, Ciarrapico trovava proprio all’interno dei Palazzi del potere e ai vari intrighi che li caratterizzavano l’humus ideale per emergere ed affermarsi. Non è certo un caso che sia stato un andreottiano di ferro (vedi video a seguire tratto dal film “Il Divo” di Paolo Sorrentino che tratteggia magistralmente i componenti della corrente DC di Andreotti di cui “Ciarra”, definito “uomo d’affari”, era elemento imprescindibile).
In definitiva mentre c’erano tanti giovani attivisti ed esponenti della Destra che per il loro impegno politico avevano ripercussioni negative sulla propria carriera e talvolta andavano a finire sotto processo per reati d’opinione, Giuseppe Ciarrapico, pur dichiarandosi apertamente e convintamente fascista, comprendeva bene che l’attività imprenditoriale da lui svolta mal si conciliava con il sostenimento di certe battaglie politiche, mentre invece era molto più opportuno stare nelle stanze giuste al momento giusto.
In sostanza il suo fascismo è stato soprattutto il fascismo della memoria, delle celebrazioni e delle ricorrenze, ma l’attualità era vissuta da potente tra i potenti con grande pragmatismo e spregiudicatezza, caratterizzandosi per frequentazioni e azioni che lo hanno portato ad essere coinvolto in innumerevoli vicende giudiziarie di grande rilevanza e a subire varie condanne in via definitiva.
LE VICENDE GIUDIZIARIE
Nell’ambito della vicenda”Casina Valadier” (buco da settanta miliardi di lire) è stato condannato in via definitiva per ricettazione fallimentare.
Coinvolto anche nello scandalo del Banco Ambrosiano, è stato condannato sempre in via definitiva per bancarotta fraudolenta
Ciarrapico è stato anche condannato in via definitiva per finanziamento illecito dei partiti.
Da segnalare, per ritornare al Ciarrapico fascista alla memoria e imprenditore spregiudicato nel presente, che in pieno “stile partitocratico” è stato eletto senatore con il PdL nel 2008 (nonostante le citate vicende giudiziarie), grazie al posto di lista blindato a lui concesso nel sistema elettorale allora in vigore, il cosiddetto Porcellum (rimane in carica sino a fine legislatura – 2013).
La sua elezione a senatore da pluricondannato per reati gravi rappresenta uno dei tanti esempi di arroganza del potere che hanno contraddistinto l’Italia e ribadisce la sua posizione di potente tra i potenti.
Sebbene le vicende giudiziarie citate siano state di grande rilevanza, è da ritenersi che probabilmente, proprio in ragione della attività di editore di giornali locali svolta da Ciarrapico, il fatto che necessariamente deve essere maggiormente ricordato è quella relativa alla truffa nel settore dell’editoria.
Nel 2015 Ciarrapico viene condannato in via definitiva a tre anni per truffa per avere ottenuto indebitamente dal dipartimento editoria della presidenza del Consiglio circa 20 milioni di euro di sovvenzione per la sua catena editoriale tra il 2002 e il 2007.
A proposito di editoria, è giunto il momento di parlare della sua idea innovativa e lungimirante di fondare dei quotidiani locali, in particolare ricordiamo Latina Oggi, Ciocaria Oggi e Molise Oggi.
LATINA OGGI
Come detto, risale al 1988 la prima uscita di Latina Oggi che fu il primo quotidiano locale di Latina e provincia.
A Ciarrapico va dato quindi il merito di aver avuto l’idea, di averla coltivata e realizzata.
Fino ad un certo punto Ciarrapico fece solamente l’editore, ma poi la sua “presenza” in redazione si fece sempre più ingombrante fino a dettare in maniera evidente quella che doveva essere la linea del giornale.
A dire il vero non è stato certo il primo editore né l’ultimo a voler incidere fortemente sui contenuti del proprio giornale e quindi a fare in qualche modo politica.
Solitamente, però, la linea di un giornale è qualcosa che, più o meno, lo caratterizza nel tempo e ha un filo conduttore ben preciso, che si tramanda quasi da direttore a direttore.
Ciarrapico, invece, è stato un innovatore anche in questo senso, in quanto più di una volta è sembrato che si comportasse in maniera estemporanea, modificando in alcuni casi in maniera sconcertante e repentina il suo orientamento.
L’esempio più eclatante di quanto si sostiene è quanto avvenuto nei confronti di Vincenzo Zaccheo sindaco. L’elezione di quest’ultimo nel 2002 fu accolta con grande soddisfazione da Ciarrapico, che a più riprese e per lungo tempo lo elogiò.
Improvvisamente, però, Latina Oggi fece una virata a 180 gradi e iniziò ad attaccare pesantemente il sindaco in carica, fino quasi ad una forma di stalkeraggio giornalistico, se si pensa che ad un certo punto sul quotidiano incominciò la pubblicazione quotidiana del count down dei giorni che mancavano alla fine della consiliatura.
Tra l’altro fu proprio Ciarrapico a tirare fuori a pochi giorni dal voto per le elezioni comunali del 2007 la storia dell’acquisto della casa di Roma nei pressi di Piazza di Spagna, con il titolo velenoso “Affari di famiglia”.
Zaccheo, anche se faticosamente, venne rieletto nel 2007 e dopo pochi mesi Ciarrapico fece un’altra virata a 180 gradi tornando al punto di partenza. Ricominciò a elogiarlo e a tesserne le lodi.
Sicuramente può succedere che si possa cambiare idea su un politico, ma occorre che ne vengano spiegate le ragioni, separando con chiarezza i fatti dalle opinioni. È senz’altro opportuno che vengano descritti i fatti da cui derivano determinate considerazioni e i fatti da cui discendono valutazioni completamente opposte.
Ecco, Ciarrapico non sentiva il bisogno di dare delle motivazioni. Se decideva di prendere di punta qualcuno lo faceva e basta, usando alcune volte il proprio giornale come una clava. Quando infine decideva che non era più il caso di continuare, ma addirittura di cambiare completamente registro, lo faceva.
Insomma il dubbio che potrebbe venire è che in alcune occasioni i giornali locali di Ciarrapico, oltre ad essere organi di informazione, siano stati anche uno strumento con il quale il potente tra i potenti regolava sue questioni, che però rimanevano sconosciute ai lettori.