GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA, AL VERSIONE DI APRILIA LIBERA

“Acqua, questo bene…privato del comune”: si è svolta la Giornata mondiale dell’Acqua, istituita dalle Nazioni Unite dal 1992.

“La Giornata mondiale dell’Acqua, sembra, ogni anno di più, essere solo una ricorrenza da calendario e da vetrina, come la giornata dell’Albero.

La sensibilizzazione, che dovrebbe, dati i tempi che attraversiamo, richiamare tutti (ma in particolar modo le istituzioni a qualsiasi livello) a focalizzare l’attenzione su un elemento così fondamentale per la nostra vita, è rimasta appannaggio di pochi che potrebbero essere scambiati come dei poveri illusi.

Ieri, al sit-in organizzato in Piazza Roma, gli unici volti istituzionali che abbiamo visto davanti al municipio sono stati due vigili urbani, che chiedevano documenti e permessi burocratici atti a dimostrare la liceità del sit-in.

Acqua…bene essenziale.

Acqua…sempre più “privata” per il profitto economico! Acqua sempre più “privata” del controllo e della partecipazione di tutti noi.

A 13 anni dall’esito referendario del 2011 (che per volontà di popolo ha rappresentato un ostacolo alla deriva privatistica che ha intrapreso il nostro Paese), l’esito conseguito, con la legislazione nazionale attuale, è totalmente delegittimato, in quanto non è più possibile affidare la gestione dell’acqua ad un Ente di diritto pubblico, nonostante in tutta Europa sia ancora una forma gestionale normativamente prevista. Una seria violazione dei nostri diritti.

La vicenda della privatizzazione dell’acqua non può che riportarci al gestore, ente privato a scopo di lucro, legittimato, purtroppo per i cittadini, dalle scelte politiche dei Comuni laziali a gestire la risorsa acqua…Come hanno digerito i cittadini apriliani la privatizzazione di un servizio idrico, prima a totale gestione pubblica, non può essere dimenticato, ma sinteticamente potremo definirlo un ennesimo inganno, con la principale conseguenza dell’aumento delle spese mensili delle famiglie.

Tuttavia, gli investimenti, lo stato della rete fognaria delle periferie e conseguentemente i danni ambientali, oramai tollerati da tutti come normalità, non dovrebbero essere quello che conosciamo se fosse vero il sillogismo, che ci è stato venduto, privatizzazione=migliore gestione della risorsa.

Abbiamo ripetutamente cercato un confronto istituzionale, in merito allo stato ambientale del territorio e dei nostri 60 corsi d’acqua, dimenticati e così spesso contaminati da scarichi fognari abusivi di industrie e periferie. Oggi conosciamo gli effetti sugli organismi umani e animali, dovuti alle acque contaminate, ora da produzioni industriali, ora dai rifiuti fognari dispersi: che ci sia una relazione tra acqua, alimentazione e stato di salute o, meglio, di non salute della popolazione, la letteratura non ha dubbi in merito.

Cosa stiamo facendo per tutelare questa fonte essenziale per la vita, sapendo quanto sia importante preservare questa ricchezza, sia dall’inquinamento, che dall’impermeabilizzazione selvaggia in superficie, che dal depauperamento incontrollato delle falde sotterranee e delle acque superficiali?

I nostri numerosi e diffusi corsi d’acqua potrebbero essere forse l’unica arma legale, con bonifiche e ripascimenti a verde, per difendere il territorio dalle discariche di rifiuti, che ripetutamente vengono riproposte dai soggetti privati, a cui è stato consegnato il business dai soggetti pubblici.

Tutto è collegato in maniera simbiotica: acqua, rifiuti, ambiente, stato di salute degli animali e degli esseri umani…Non capire questo significa essere miopi…Non si scappa…Eppure, intorno a questo troviamo solo un silenzio assordante!

A complicare la situazione ed a rendere ancora più critici questi argomenti, ricordiamo come il cambiamento climatico imponga da subito una visione ancora più olistica della risorsa acqua…e anche a questo volevamo ricondurre col sit-in di ieri…noi poveri illusi!“.

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