Offese del Sindaco di Gaeta al consigliere comunale Franco De Angelis: dopo la bufera arriva la solidarietà del Partito Comunista
Come molti cittadini anche noi abbiamo visionato il video (vedilo sotto) nel quale il Sindaco di Gaeta ha apostrofato con insulti gravi e ripetuti il Consigliere Franco De Angelis, impegnato nel pieno delle proprie funzioni durante lo svolgimento dell’ultimo Consiglio comunale
LA NOTA – A destare l’indignazione di molti non sono state soltanto le offese volgari e gratuite ma anche la reazione ignava e poco solidale dei presenti, Presidente del Consiglio in testa, che almeno nell’immediato appaiono del tutto indifferenti e inermi. Il movente delle ingiurie probabilmente è nel voto contrario del Consigliere, unico di tutta l’assise, al controverso progetto delle luminarie 2020. Non è il primo caso in cui assistiamo peraltro a pesanti offese da parte di Mitrano anche nei riguardi dello stesso malcapitato Consigliere. Un episodio odioso di arroganza che rasenta lo squadrismo politico. Un evento aggravato dalla schiacciante maggioranza di cui Mitrano gode in Consiglio che rende decisamente inutile questo accanimento. E’ necessario ribadire, come già noto, che le nostre posizioni politiche sono quanto mai distanti da quelle del Consigliere De Angelis e che consideriamo lo stesso a tutti gli effetti un avversario. Tuttavia riteniamo che alcune basilari regole democratiche debbano essere inderogabili, che il rispetto per le istituzioni cittadine debba essere sacro pur nel confronto più aspro e che debba valere per tutti. Proprio per questo motivo risulta ancor più importante a nostro avviso che il Consigliere, in quanto rappresentante del popolo, riceva da parte nostra un sincero tributo pubblico di solidarietà per l’accaduto gravissimo e privo di precedenti. Riteniamo che al momento solo le scuse pubbliche incondizionate del Sindaco non solo nei confronti di Franco De Angelis, ma dell’intero Consiglio comunale e di tutta la città di Gaeta, possano riportare il confronto politico nell’alveo della civiltà. Non è tuttavia sufficiente a nostro avviso dire ciò senza intraprendere una seria riflessione sulle cause che determinano questo inesorabile deterioramento della politica cittadina.
L’attuale maggioranza, ormai al governo da oltre 8 anni, rappresenta saldamente quei ristretti interessi rapaci che comandano da sempre in città a discapito delle classi popolari con in testa i più giovani, costretti ad emigrare. Grazie ad essa tuttavia tali interessi, anche in tempi di relativa magra, hanno potuto implementare come mai prima d’ora la concentrazione di ricchezza in loro favore e si sono abituati a vincere a mani basse. Questo è stato possibile anche grazie all’oggettivo vuoto di rappresentanza degli interessi sociali contrapposti comprendenti la piccola borghesia in crisi, il lavoro dipendente, i pensionati minimi e l’esercito locale dei giovani disoccupati o precari. Non è un caso se risulta veramente difficile trovare esponenti di queste categorie tra i nostri rappresentanti mentre Sindaco e Vicesindaco, solo per fare un esempio, posseggono dei noti stabilimenti balneari. In un quadro del genere l’unica apparente contrapposizione è di solito relegata a questioni marginali, piccole variazioni concesse sull’agenda decisa dal Sindaco e dai suoi più stretti collaboratori o sodali. Manca del tutto invece una visione realmente alternativa e complessiva da contrapporre nelle sedi opportune alla narrazione dominante delle cose. Questo quadro, insieme alla personalizzazione della politica ed alla minore influenza di forme di partecipazione collettiva quali i partiti tradizionali e le associazioni, tende a determinare che le minoranze consiliari vengano fagocitate sempre più facilmente o isolate, vilipese e criminalizzate senza remore nei rari casi in cui si mostrano non assimilabili. Ciò produce l’arroganza e la prepotenza cui assistiamo in casi come questo, simbolo di rapporti di forza ormai sproporzionati ed in grado di travalicare anche le norme più comuni del normale dibattito in favore di chi è talmente abituato a vincere da divenire dispotico e non tollerare più alcun tipo di contraddittorio. Contrastare queste degenerazioni pertanto non può significare per noi solamente ripristinare a parole una sorta di “bon ton” ma significa cercare di bilanciare nuovamente in favore delle classi più deboli i rapporti vigenti, tornando a dare loro la rappresentanza che meritano.