A distanza di diciotto anni, sono stati calcolati dalla Corte dei Conti di Genova due milioni e 759 mila euro di danni a carico dei poliziotti condannati per il G8 di Genova. Per altri 5 milioni di danni all’immagine la richiesta, come ricorda il Fatto Quotidiano, dipende da una pronuncia della Corte Costituzionale. I fatti contestati ai poliziotti, come noto, sono riferibili alla Scuola Diaz di Genova dove, nel 2001, furono fermati più di 90 attivisti politici con conseguenti feriti. Finirono sotto accusa oltre 120 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra, per quello che fu definito un pestaggio da “macelleria messicana” dal vicequestore Michelangelo Fournier. Tali episodi vanno inquadrati nell’ambito delle proteste no global di inizio secolo quando il movimento contrario alla globalizzazione era molto forte, ramificato e sentito, sopratutto dai più giovani. Un pezzo di storia raccontato, nel corso di quasi vent’anni, da numerosi dibattiti, programmi televisivi, documentari, film e testi.

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Un’immagine della Scuola Diaz

I giudici della Corte dei Conti di Genova, nelle 156 pagine della sentenza depositata il 12 marzo scorso, scrivono che “è ragionevole ritenere che, allo stato degli atti, non un solo euro di risarcimento sia stato retrocesso” allo Stato.
Qualcuno si domanderà cosa c’entri questa storia con Latina. C’entra eccome, per due ragioni principali. Vediamole.

Dopo la ricostruzione dei fatti, delle inchieste ecc., i magistrati contabili chiamano in causa, per la richiesta del danno erariale, alcuni uomini importanti delle forze dell’ordine. Gilberto Caldarozzi (condannato a 3 anni e 8 mesi per falso) che a fine 2017 è diventato numero due della Direzione investigativa antimafia, Francesco Gratteri, che diventò capo della Direzione centrale anticrimine, Giovanni Luperi, che è stato capo-analista dell’Aisi (il servizio segreto interno), Filippo Ferri (squadra mobile di Firenze), Spartaco Mortola capo della Polfer di Torino e Fabio Ciccimarra, all’epoca capo della squadra mobile de L’Aquila, poi a capo della Squadra Mobile della Questura di Latina.
“La Procura Regionale (ndr: di Genova) – scrivono i giudici – procede per un danno erariale di 8,139 milioni”. Il danno patrimoniale indiretto è “costituito dagli importi delle provvisionali assegnate, dalle spese legali liquidate dal giudice penale e dalle spese legali delle parti civili ammesse al patrocinio a spese dello Stato, per un totale di 3,139 milioni, di cui 2,2 liquidati dal ministero dell’Interno e 848 dal ministero della Giustizia”. La Corte ha riconosciuto il 70% del danno richiesto dalla Procura perché il restante 30% è attribuibile ai responsabili materiali delle violenze che non sono stati individuati.