FURBETTI DEL CARTELLINO ALL’ARES 118 DI LATINA: ASSOLTO UNO DEGLI INFERMIERI

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Furbetti del cartellino in azione all’Ares 118 di Latina: assolto in Corte d’Appello uno dei dipendenti coinvolti

La Corte d’Appello di Roma ha assolto Luca Porcelli, originario di Sezze, uno degli infermieri coinvolti nell’indagine svolta dai Carabinieri Nas di Latina e sfociata in un’ordinanza eseguita a marzo 2021 che metteva in luce diversi episodi di assenteismo dai luoghi di lavoro presso l’Ares 118.

A gennaio scorso, il Giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Cario aveva rinviato a giudizio cinque delle persone, tra cui dipendenti dell’Ares 118, interessate dalla stessa indagine. Al contempo il Gip Cario aveva condannato alla pena di otto mesi più una multa pecunaria l’infermiere, ora assolto nel secondo grado di giudizio, in relazione al ricorso presentato dalla difesa dopo l’esito negativo del rito abbreviato. Come lui, gli altri imputati dovranno rispondere di truffa aggravata ai danni dello Stato per un processo che, iniziato il 28 febbraio 2022, davanti al Giudice monocratico Laura Morselli, è stato rinviato alla prossima primavera.

L’indagine dei Carabinieri del NAS di Latina, coadiuvati dai militari della Compagnia di Terracina, si concretizzò nell’esecuzione a un’ordinanza – emessa dal Gip del Tribunale di Latina – di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dal pubblico servizio, per la durata di 10 mesi e del sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma complessiva di 1.533,32 euro, nei confronti di 2 dipendenti dell’A.R.E.S. (Azienda Regionale Emergenza Sanitaria) 118 di Latina, in possesso della qualifica di infermiere ma in servizio quali operatori presso la centrale operativa.

L’attività d’indagine – denominata “Trincea” – fu avviata a seguito di specifica delega del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Latina Giuseppe De Falco, mirata ad accertare fenomeni di assenteismo dal lavoro commessi da alcuni dipendenti dell’ARES 118.

A carico dei due maggiori indagati sono stati contestati 58 episodi di abusiva timbratura del badge nei soli 2 mesi monitorati, con conseguente indebita retribuzione di ore di lavoro (sia ordinario che straordinario) non effettuate e di buoni pasto non maturati, calcolati complessivamente in 1.533,32 euro.

Secondo gli investigatori, nel breve periodo attenzionato, si servivano anche della complicità di altri colleghi a cui consegnavano il badge da passare. In particolare, uno dei due destinatari delle misure cautelari, sebbene rivestisse l’incarico di responsabile di posizione organizzativa, con funzione di controllo sugli altri dipendenti della Centrale Operativa dell’A.R.E.S., ha certificato, consapevolmente, le timbrature irregolari dell’altro dipendente indagato.

I Carabinieri del NAS hanno documentato come uno dei due, in numerose circostanze, anziché sul luogo di lavoro si trovasse al baraltre volte a fare la spesa e addirittura in alcune occasioni al mare per fotografare il panorama per poi postare sui social le foto scattate. Ad ogni modo, la difesa degli imputati cercherà di dimostrare che, in realtà, i loro assistiti non si sarebbero mai assentati dal lavoro, ma vieppiù avrebbero salvaguardato la salute degli altri colleghi, considerando che questi episodi si sono verificati in piena pandemia.

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