FRODE FISCALE MILIONARIA ANCORA IN PIEDI PER PERROZZI&CO

Frode fiscale da circa 8 milioni di euro, sul banco degli imputati il noto imprenditore originario di Cisterna di Latina

A giudizio, dinanzi al primo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Soana-Sinigallia-Brenda, c’è Fabrizio Perrozzi e altri sei imputati: il figlio Francesco Perrozzi, la compagna tedesca Friederike Maria Demski, Cyrus Dara Maybud, residente a Lugano, Massimo Pignotti, di Como, Istva’n Burgya’N, ungherese residente in Svizzera, e Marcello Di Girolamo, di Terracina.

Si tratta di uno dei processi che hanno coinvolto negli anni l’imprenditore di Cisterna, Fabrizio Perrozzi, noto per altri indagini, tra cui la maxi frode con i telefonini a Padova e al quale il Tribunale di Latina ha già confiscato un patrimonio da 150 milioni di euro perché ritenuto frutto di attività illecite. A disporre il rinvio a giudizio, come chiesto dal pm Marco Giancristofaro, era stato, nel 2018, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.

Gli imputati, in concorso, sono tutti ritenuti artefici di un riciclaggio milionario. Il coimputato Alessandro Bertacchini aveva scelto invece di essere giudicato con rito abbreviato. Tutti devono rispondere a vario titolo di aver impiegato denaro, beni e utilità di provenienza illecita, attraverso conti correnti esteri.

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Un processo nato dall’inchiesta denominata Point Break, portata avanti dalla Guardia di Finanza tra il 2013 e il 2016, approfondendo le operazioni di Perrozzi per tentare di acquisire il controllo della società nautica Italcraft di Gaeta.

Gli investigatori avevano scoperto che Demski, in qualità di amministratrice della società neo costituita Blue Fin Srl, attraverso un’operazione di finanziamento di circa 800mila euro, aveva acquisito parte delle quote sociali della Italcraft, operazione propedeutica all’acquisizione del controllo dell’intero pacchetto azionario attraverso un futuro finanziamento di circa 8 milioni. Proseguendo nell’indagine, i finanzieri avevano individuato come socio occulto l’imprenditore Perrozzi, già condannato la maxi frode fiscale internazionale padovana con il commercio di telefonini.

Gli inquirenti, compiuti altri accertamenti tra l’Italia, la Svizzera, Malta e Panama, avevano maturato la convinzione che era stata compiuta un’operazione di riciclaggio e reimpiego di capitali illeciti per oltre 8,5 milioni di euro, ricchezza proveniente dalla frode di Padova. E tra i beni già confiscati a Perrozzi comparivano proprio quote societarie della Italcraft, delle altre società nautiche Posillipo, Rizzardi e Fabris Yacht, oltre che 143 immobili, tra cui 13 ville, 21 appartamenti e 65 terreni, 29 conti correnti, 5 cassette di sicurezza, barche, e 11 automezzi, tra cui Porsche e Aston Martin.

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Secondo le contestazioni Fabrizio Perrozzi, con il concorso di Cyrus Maybud Dara, Massimo Pignottii e Marcello Di Girolamo, al fine di eludere la misura di prevenzione patrimoniale di Perrozzi medesimo, avrebbero attribuito “fittiziamente la titolarità e la disponibilità di denaro provento di frode fiscale commessa in Italia, quantificata in 7 milioni di euro, prima alla società di diritto americano “Switch Trade & Consulting ltd” su un conto di Credit Suisse, intestato a Switch Trade, e poi su un conto del Monte di Paschi di Siena di Latina, agenzia 4, intestato ad Adogi Immobiliare srl, di cui Di Girolamo era rappresentante legale”.

L’udienza odierna è saltata per via del legittimo impedimento di uno degli avvocati del collegio difensivo composto dai legali Archidacono, Zeppieri, Feola. Il Tribunale si è ritirato brevemente in camera di consiglio per capire se fossero maturati in termini di prescrizione. In realtà la prescrizione vi sarebbe solo per i capi 1 e 2. Esclusa sicuramente per Perrozzi. Il processo riprende il prossimo 6 maggio.

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