“Free Beach”, l’inchiesta di Terracina inizia e finisce con le concessioni balneari: ossessione per i politici, affari per gli imprenditori
Dal momento che l’operazione di Guardia Costiera e Carabinieri di Terracina si chiama “Free Beach” è già chiaro l’intento degli inquirenti di dare un nome quasi “salvifico” a una situazione che, secondo il Giudice per le indagini preliminari di Latina Giorgia Castriota, è fuori controllo.
“Salva la spiaggia”, letteralmente traducendo, si chiama l’operazione giudiziaria e risultano diversi episodi in cui si evince quella commistione tra imprenditori, politici e funzionari. Tutto ha inizio con un’altra operazione di controllo e vigilanza, “Mare Sicuro 2019”. Lì gli organi preposti ispezionano l’Arena del Molo, lo stabilimento balneare Whitebeach (che ad oggi è chiuso), lo stabilimento balneare Rotonda Beach e le spiagge attrezzate Ma.Ca.Lu.Ca. e Sicilia Beach.
Da subito, gli inquirenti appurano una serie di irregolarità con le attività balneari, verificando che “numerosi imprenditori privati, alcuni dei quali già noti per via delle vicende giudiziarie legate all’inchiesta denominata “Mafia Capitale, avessero trasferito i propri illeciti interessi dal litorale di Ostia a quello di Terracina“.
Diversi gli episodi di illeciti e diverse le contestate illegalità, a cominciare dalla rivelazione di segreto d’ufficio in capo al dirigente demanio marittimo Corrado Costantino, al Presidente del Consiglio Comunale Gianni Percoco (all’epoca dei fatti assessore), all’ingegnere di Sabaudia Marco Porcelli nominato dal Comune per redigere il Piano Utilizzazione Arenili e all’imprenditore Ivo Di Sauro. A quest’ultimo e a Costantino viene contestata anche la corruzione che però il Gip Castriota non ritiene essere dimostrata.
A Di Sauro, imprenditore privato interessato alle concessioni sul litorale di Terracina, vengono rivelate notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete sulle aree di zonizzazione del nuovo Pua. Una rivelazione che può servire molto a un imprenditore che vuole partecipare alle selezioni per le concessioni balneari.
Costantino, secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto in cambio a Di Sauro il pagamento di un pranzo a fine agosto 2019 e una giornata da trascorre in spiaggia, a Ferragosto, presso il campeggio Europa e ben due weekend nel medesimo camping tra agosto e settembre. Uno degli inviti, in cui viene messo a disposizione un bungalow, viene declinato da Costantino non per ragioni di opportunità ma perché la compagna doveva lavorare: a lui, comunque, bastava solo un ombrellone. Ad ogni modo Di Sauro e Costantino si mettono d’accordo per un pranzo.
D’altra parte, Costantino, secondo gli inquirenti, si è anche adoperato per Di Sauro in merito a una pratica urbanistica relativa al rilascio di un permesso a costruire in sanatoria di alcuni manufatti realizzati abusivamente nella particella attigua al camping “Romantico” (colpito dal sequestro della magistratura e indagato l’amministratore unico Filippo Cirrincione per aver occupato spazio del demanio marittimo). E Di Sauro, non pago, avrebbe anche comunicato a Costantino che aveva necessità di una concessione demaniale per un ulteriore stabilimento balneare.
Un altro caso di presunta corruzione è quella che vede protagonisti lo stesso Dirigente Corrado Costantino, il tecnico Giuseppe Zappone (già coinvolto nel processo per lottizzazione abusiva alla Pro Infantia) e l’imprenditore che gestiva lo stabilimento balneare Whitebeach, successivamente, nel corso del 2020, al centro di un braccio di ferro, a carte bollate, tra i titolari stessi e il Comune: Raffaele Graziani, a cui è constata anche l’invasione del del demanio marittimo.
In merito all’episodio di presunta corruzione, non giudicato dal Gip Castriota che derubrica a malcostume, parte tutto da una rotonda che sarebbe stata allargata e tamponata con pannellature di legno, così da concretizzare un ampliamento del locale Whitebeach per la preparazione dei cibi. Successivamente, ad agosto 2019, il Whitebeach fu passato al setaccio anche dai Carabinieri Nas di Latina che porta il Suap del Comune di Terracina a disporre la cessazione della cosiddetta attività di somministrazione cibi e bevande.
L’ordinanza del Suap, prima che fosse pubblicata, sarebbe stata comunicata da Costantino al tecnico del Whitebeach, ossia Zappone. I due si telefonano e Zappone avrebbe offerto a Costantino un pieno di benzina e una giornata allo stabilimento. “Sabato mattina ti metto la benzina”, dice Zappone. “Grande grande”, gli risponde Costantino. Solo dopo, il Dirigente gli comunica dei sequestri dei Nas al Whitebeach.
I provvedimenti del Nas scuotono ovviamente i titolari del Whitebeach che provano a capire con Zappone il da farsi. È così che il tecnico, il 30 agosto 2019, chiede una nuova Scia per la somministrazione alimenti e bevande, affermando che l’attività sarebbe avvenuta in zona non vincolata. E Costantino avrebbe omesso di controllare il documento.
Successivamente, il 31 agosto 2019, il Dirigente Costantino viene visto dagli investigatori, probabilmente insieme ai figli, arrivare allo stabilimento Whitebeach, accolto in prima fila sotto un gazebo per trascorrere la giornata al mare.
Per il Gip Castriota, come detto, non si tratta di corruzione ma di malcostume, anche alla luce del fatto che, a dicembre 2019, in un ulteriore incontro tra Zappone e Costantino, il primo ricordava al Dirigente dell’offerta per un viaggio natalizio in Francia a Disneyland Paris (Costantino rifiutò perché la moglie lavorava). Secondo il Gip, questo tipo di rapporti tra tecnici, imprenditori e dirigenti sono spiegati col fatto che “i titolari delle attività balneari (Zappone per conto di Graziani) mirino a costruirsi una rete di stabili e durature amicizie con i pubblici ufficiali locali, attraverso una serie costante di piccoli favori e regalie, al fine di godere, all’evenienza, di eventuali canali preferenziali e agevolazioni“. Malcostume, per l’appunto.
Ma i sequestri non sono finiti. Il 14 ottobre 2019 la Guardia Costiera di Terracina mette i sigilli a una struttura composta da due locali adibiti a cucina e bar, avendo constatato che risultano lavori di manutenzione non autorizzati. Sia a Raffaele Graziani che a Zappone viene chiesta l’autorizzazione demaniale marittima che risulta, però, mancante.
Negli affari del Whitebeach, vengono indagati per turbativa d’asta anche il sindaco Tintari e l’avvocato del Comuna Martina Iannetti. Secondo gli inquirenti, insieme al dirigente Costantino, Zappone e Graziani avrebbero turbato la gara per l’affidamento della gestione del tratto di arenile in Viale Circe. Costantino, ad aprile 2020, avrebbe pubblicato il bando di gara per soli 15 giorni invece dei 35 previsti, ammettendo alla gara la White srl di Graziani che in quel momento risultava avere un contenzioso col Comune in merito alla procedura di decadenza della concessione. Alla fine Costantino, oltreché a partecipare a una riunione con i soci della White srl, affida alla stessa la concessione demaniale, dopo che Zappone e Grazini fanno ritirare un’altra società dalla selezione: la 2M srl. Il Sindaco Tintari, in questo contesto, avrebbe sollecitato Costantino così da definire la procedura di gara.
Sempre in riferimento a un caso di concessione demaniale, c’è anche il caso della contestata truffa da parte della Vib srl, intestata al romano Giovanni Battista Ciccarelli e controllata dal fratello Domenico Ciccarelli. La Vib srl (oggetto di sequestro da parte della magistratura), nel 2018, non avrebbe corrisposto il canone annuale fissato a 41mila euro e rotti. Risulterebbe agli investigatori che il bonifico destinato al Comune per un somma di 34mila euro sarebbe stato alterato.
Altro caso di malcostume, in cui gli inquirenti contestano una turbativa d’asta, è quello risultante dall’approvazione del bando di gara per l’affidamento di un tratto di spiaggia. Una vicenda che parte dal 2017 con la Giunta Procaccini.
A luglio 2018, il dirigente Costantino dispone l’avviso pubblico per mettere a gare il tratto d spiaggia, specificando che nelle offerte deve essere avanzata un’offerta oltre iva di legge. Parte la selezione pubblica, con tanto di commissione giudicatrice, composta anche da alcuni indagati dell’indagine “Free Beach”. A presentarsi alla gara ci sono due società: Esclusivo Sas di Margaret Di Sarno e Invest Group srl, oltreché alla Management srl che aveva fatto richiesta per prima per il tratto d’arenile così da innescare la gara pubblica. Il problema è che la Esclusivo Sas e Invest Group facevano capo alla stessa famiglia: i Di Sarno. Fatto ancor più grottesco è che il giorno dell’apertura delle buste la Invest Group dà delega a Margaret Di Sarno, in teoria concorrente con la Esclusivo Sas, di presenziare per suo conto.
Alla fine a spuntarla è la Invest Group con la quale il Comune stipula una convenzione a maggio dell’anno dopo, il 2019. Ad agosto 2019, la Guardia Costiera, nel corso di un controllo, nota che sull’insegna della struttura balneare installata dalla Invest Group srl campeggia la scritta “Ma.Ca.Lu.Ca.”: ossia Margaret, Carmine, Luigi e Carmela Di Sarno. La struttura balneare del Ma.Ca.Lu.Ca. era gestita anche, secondo quanto dichiarato a sommarie informazioni agli inquirenti dal capo settore gare e contratti del Comune di Terracina, da un altro indagato dell’operazione “Free Beach”: si tratta di Mario Rossi, coinvolto anche nella vicenda dei lavori a La Fiora per la messa in sicurezza ed il ripristino dello stato dei luoghi nelle adiacenze della scuola materna, per l’importo di circa 9.000 euro.
Una impresa di famiglia di cui al Comune sono a conoscenza, sebbene l’unica a farlo notare sia l’allora segreteria comunale Grazia Trabucco.