FORMIA VESTITA A LUTTO PER IL 17ENNE E SUL LUNGOMARE LE SCRITTE: “ROMEO VIVE”

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L’omicidio di Romeo Bondanese è arrivato su tutti i media italiani. È a Formia, sul lungomare, che qualcuno ha voluto lasciare un segno in sua memoria

Ucciso a 17 anni, senza un perché, per una lite tra giovanissimi, che le Forze dell’Ordine definiscono “banale”, sfociata in tragedia. La morte di Bartolomeo Bondanese, conosciuto da tutti come Romeo, ha messo in ginocchio Formia costretta, senza che ci sia un possibile risultato, a guardarsi allo specchio.

Da ciò che si è appreso ieri dalle parole del Questore Michele Spina, l’uccisione di Romeo Bondanese è avvenuta in seguito ad una lite banalissima tra due ragazzi, di cui uno proveniente dalla provincia di Caserta ma domiciliato a Formia poiché allievo dello storico alberghiero “Celletti”.

Banalissima lite per futili motivi, questo è il responso delle prime fasi delle indagini e conseguenza delle ore di interrogatorio a cui è stato sottoposto C.B. (le sue iniziali,), il teenager di Casapulla ora accusato di omicidio e lesioni aggravate. Solo per un miracolo l’imputazione di omicidio non è duplice poiché l’altro ragazzo adolescente, Osvaldo Vellozzi, cugino della vittima, è rimasto in vita pur avendo riportato una brutta ferita e avendo avuto bisogno di rilevanti trasfusioni di sangue.

I colpi sono stati sferrati verso il basso, particolare che ci fa presupporre che non volesse uccidereha detto il Questorevoleva ferire. Non crediamo che fosse andato lì per litigare, ma comunque non ha esitato ad estrarre e a colpire dei ragazzi suoi coetanei. Una cosa gravissima che non riduce la sua responsabilità; un fatto di assoluta ed eccezionale gravità che ci deve far riflettere sul mondo che stanno vivendo questi giovanissimi”.

Il movente per i riscontri attuali non c’è. Il fatto è scaturito da una banalissima lite per futili motiviha proseguito il Questore Spina – Questi ragazzi di diversa provenienza si sono apostrofati, poi una parola in più, uno sguardo in più, un’offesa verbale hanno determinato il primo focolaio di lite da cui è poi è dipeso lo sviluppo della rissa”.

Le indagini, ovviamente, vanno avanti e le valutazioni socio-culturali andranno necessariamente fatte, non per ansia da talk-show ma perché si deve conoscere e sapere cosa accade a Formia. E non che ci sia per forza di cose una spiegazione risolutiva, ma la comunità, atterrita indicibilmente, deve essere informata su una evidente involuzione che si respira nella movida giovanile e un’incomunicabilità altrettanto evidente tra un certo mondo e quello più adulto.

Nel giorno del dolore, con la città vestita a lutto per volere del Commissario prefettizio Tizzano, è sul lungomare che dalla cosiddetta rotonda dei Carabinieri si dipana fino a Gianola un segno affettuoso e autentico di un ricordo per Romeo, il 17enne con l’amore per il calcio che ha perso la vita senza che nessuno potesse prevederlo. Un omaggio che solo gli adolescenti, a quell’età, la più bella, possono fare: senza sofisticherie e pensosi dibattiti. Simboli e momenti di un lutto che chiunque, tra i 16 e i 18 anni, a Formia ricorderà per sempre.

A cadenza sostenuta appaiono, infatti, le scritte su Romeo effigiate lungo la strada che costeggia il mare: “Romeo vive”. Così hanno voluto rendere celebrare ed elaborare la morte amici e/o conoscenti del 17enne in una città indecisa tra il lutto e la domanda: perché tanti casi di violenza giovanile?

Una città, Formia, dove poco più di cinque anni fa si sfiorò un’altra tragedia quando il 25 novembre del 2014, il 18enne Pasquale Vastarella, appartenente alla famiglia Giuliano-Esposito, accoltellò al petto, recidendo due arterie e perforandogli il polmone, un 21enne, dopo averlo rincorso da piazza Santa Teresa e raggiunto alle spalle del Comune.

Per un miracolo, Alessandro Di Maio ce la fece. Fosse morto, parleremmo di due morti tra giovanissimi nel giro di cinque anni. Un’enormità per un centro che non conosce più la sua identità.

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