FENOMENO “BARBIE” A LATINA: ALL’OXER LA MOSTRA DIFFUSA DI MARIANNA GALATI

Si chiude a fine luglio il percorso della mostra diffusa di Marianna Galati al Cinema Multisala OXER. La pittrice ha esposto in quest’ultimo anno da OlioCentrica, The Cock, BbeqBenacquista Assicurazioni, Confort Zone e Già Sai; spazi espositivi del Museo d’Arte Diffusa. 

Diversi sono gli aspetti in evidenza nella mostra di questa autrice che ha sempre avuto una particolare attenzione alle tematiche di genere quali la violenza sulle donne, fisica e psicologica in ambito sociale ma anche familiare. Le opere in mostra sono tutte tele dipinte in acrilico e sono uno spaccato d’impegno umano e ideale di donne vittime di soprusi intimi e ideali, sicuramente antropici, che tentano sempre di trasformare la violenza subita in una ribellione quando anche nel quadro la mano diventa una rivoltella e le cicatrici possono trasformarsi in uno sguardo allo specchio o “leggere” provocazioni! E a proposito di ammiccare, le “donne Barbie” escono concettualmente dal giocattolo e diventano autoscatti, i selfie.

Ed è proprio in occasione dell’uscita del film BARBIE al cinema, al Multisala Oxer di Latina che la mostra si muove verso gli spettatori. Marianna ha disegnato queste Barbie tra il 2013 ed il 2016 anticipando i tempi di questa nuova “Barbie-Mania”. Protagonista delle tele in esposizione è Barbie, la bambola più famosa al mondo, scelta in quanto icona per eccellenza dell’omologazione. I ritratti ironizzano infatti sullo stereotipo delle foto che circolano sui social, una moltitudine di profili, ma pose ed espressioni identiche – plastificate – da filtri (e non solo) in una estenuante gara dell’apparire. 

Marta Mariani su NoiDonne.org scrive dell’autrice: “ (…) Se l’immagine della Galati riesce a riassumere con tanta disinvoltura il biblico, il tradizionale, il fiabesco, il fumettistico e il postmoderno, è chiaro che, in questo modo, ella dà prova al suo pubblico, di per sé, della ricchezza di contenuti, della capacità tecnica, e della partecipativa attenzione non solo culturale, bensì ideologica – così rara da rintracciare nelle pur eclettiche produzioni contemporanee”.

L’esposizione è curata da Fabio D’Achille, con il quale l’autrice ha anche condiviso la professione di designer con collaborazioni attive a progetti artistici. 

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