Nucleare, dal senatore pontino di Forza Italia, Claudio Fazzone, la proposta choc in Parlamento: “Riaprire la centrale di Latina
Forza Italia ha depositato un progetto di legge chiamato “Disposizioni per la riattivazione delle centrali nucleari esistenti sul territorio nazionale e la costruzione di nuovi impianti di produzione di energia nucleare”. Il disegno di legge ddl è stato depositato al Senato da Claudio Fazzone, il parlamentare di Fondi che ha congegnato una proposta in 5 articoli.
La supposta “ratio” della legge sarebbe quella di migliorare la competitività del sistema energetico nazionale così da diminuire la dipendenza del Paese dai combustibili esteri. Tuttavia, l’aspetto più rilevante è che il ddl Fazzone ha l’obiettivo non solo di costruire nuove centrali sul territorio, vieppiù di riattivare quelle già presenti e chiuse con i due referendum votati dal popolo italiano, contrario da 40 anni alle centrali.
Il disegno di legge sull’energia nucleare fa esplicito riferimento agli impianti nucleari esistenti di Trino, Caorso, Sessa Aurunca, e, naturalmente, a quello di Latina, ubicato a Borgo Sabotino. La gestione sarebbe affidata alla SOGIN, la Società di Stato che è da anni incaricata in un problematico decommissioning degli stabilimenti e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
Il programma dei lavori dovrebbe essere sottoposto all’approvazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).
La proposta di legge punta sulla circostanza per cui le centrali nucleari lavorino in “assenza di emissioni di CO2, né di altri inquinanti atmosferici per produrre elettricità, insieme ad una ridotta occupazione di terreno”. Inoltre “un impianto per la produzione di energia nucleare occupa un’area almeno 360 volte inferiore a un impianto eolico e almeno 75 volte inferiore a un impianto solare. Gli impianti nucleari sono in grado di produrre grandi quantità di energia poiché 1 kg di uranio fornisce la stessa energia di 60 tonnellate di gas naturale, 80 di petrolio o 120 di carbone. E questi numeri potrebbero ancora salire con l’introduzione dei reattori di quarta generazione, nei quali non si sfrutta solo l’uranio 235, ma anche l’uranio 238, attraverso la trasmutazione in plutonio 239: in questo modo 1 kg di uranio arriverebbe a contenere la stessa energia di 3000 tonnellate di carbone”.
Il ddl Fazzone, però, non tiene conto dell’imponente problema delle scorie nucleari e giocoforza ha subito gli strali delle forze d’opposizione, su tutte il Movimento Cinque Stelle. In una nota congiunta, i parlamentari pentastellati delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive di Camera e Senato spiegano: “Non abbiamo da sistemare solo i rifiuti ospedalieri, che sarebbero l’ultimo dei problemi. Abbiamo le scorie delle nostre centrali dismesse, rifiuti industriali, alcuni accatastati alla bell’e meglio in depositi temporanei con tutti i rischi del caso, altre temporaneamente stoccate in Francia e Regno Unito, per le quali paghiamo una barca di quattrini e che a breve saranno rispedite al mittente per via della scadenza dei contratti stipulati. Non c’è manco un esponente della maggioranza che abbia dimostrato di avere contezza su queste cose; in compenso vanno dritti con la folle campagna per riattivare il nucleare in Italia, con la benedizione della Von der Leyen”.
Insomma, la partita è aperta. Ma è senza dubbio una novità che un parlamentare pontino presenti una legge per far riaprire la centrale nucleare di Borgo Sabotino. Novità di cui, probabilmente, i cittadini del luogo avrebbero fatto volentieri a meno.