“FARMACO VIAGGIANTE”: 4 RICHIESTE DI CONDANNA, 8 CHIEDONO DI PATTEGGIARE

“Farmaco viaggiante”: 21 gli indagati davanti al Giudice per le udienza preliminare del Tribunale di Latina. Il procedimento è scaturito dall’indagine della Procura di Latina che portò i Nas, nel marzo 2021, a eseguire 18 misure cautelari in diverse province d’Italia

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ha ascoltato le richieste di condanna per 4 dei 21 indagati formulate dal Pm Daria Monsurrò. La richiesta di condanna più pesante del Pubblico Ministero è quella nei confronti di Antimo Dellomo: 3 anni di reclusione. Si tratta dell’indagine di Carabinieri Nas e Procura di Latina denominata “Farmaco Viaggiante”. Altri otto indagati hanno chiesto il patteggiamento, mentre per i restanti nove indagati il Gup Cario dovrà decidere per il rinvio a giudizio o meno.

A marzo 2021, i Carabinieri del Nas di Latina, a conclusione di un’articolata indagine, avevano dato esecuzione a 18 misure cautelari – di cui 5 in carcere5 agli arresti domiciliari e 8 all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria – a carico di altrettanti soggetti indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di farmaci di provenienza illecita, destinati a cure per il morbo di Parkinson e l’epilessia, falso, furto, ricettazione e truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale. L’attività è stata coordinata dal Procuratore aggiunto di Latina Carlo Lasperanza e dal sostituto procuratore Daria Monsurrò, anche in collaborazione diretta con i referenti della National Crime Agency inglese, struttura del Ministero dell’Interno britannico deputata al contrasto delle organizzazioni criminali).

I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Latina Pier Paolo Bortone, furono eseguiti con l’impiego di un dispositivo di oltre 100 militari del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, dell’Arma territoriale nelle province di Napoli, Caserta, Avellino, Firenze, Milano e La Spezia, con il supporto di personale tecnico del ROS.

L’indagine, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha permesso di disarticolare un sodalizio criminoso, con sede a Sant’Antimo in provincia di Napoli, delineando i ruoli degli indagati – per la gran parte con precedenti di polizia per reati contro la persona e il patrimonio – i quali, attraverso la spendita di ricette mediche false e riconducibili a bollettari oggetto di furti, perpetrati dagli stessi indagati presso strutture sanitarie e studi medici ricadenti nelle regioni Lazio, Toscana e Lombardia, acquisivano indebitamente e a costo zero farmaci ad alto costo ma totalmente a carico del Servizio sanitario regionale, in alcune farmacie determinando in alcuni casi l’indisponibilità di tali medicinali per pazienti, farmacie e depositi farmaceutici regionali.

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Gli approfondimenti investigativi sono stati condotti mediante attività tecniche, ricognizioni fotografiche di pacchi postali destinati alla Gran Bretagna, reiterati servizi di pedinamento, acquisizioni di video presso farmacie per l’identificazione dei soggetti coinvolti, l’esame di una moltitudine di dati e di documentazione sanitaria, circa 10.000 ricette. Questo ha consentito di risalire al modus operandi dei componenti dell’intera struttura associativa e al recupero, con contestuale sequestro, di 260 confezioni di farmaci per un valore complessivo di circa 10.000 euro e di 650 ricette mediche oggetto di furto.

È stato, inoltre, individuato il successivo canale di ricettazione dei farmaci illecitamente ottenuti che, una volta raccolti presso depositi abusivi, localizzati a Sant’Antimo, venivano spediti con corriere nel Regno Unito a uno dei sodali, già latitante in quanto colpito da un precedente provvedimento restrittivo, che li reimmetteva nel legale circuito commerciale europeo, avvalendosi di operatori e grossisti del posto.

La collaborazione con le Autorità Inglesi, finalizzata ad accertare le condotte poste in essere nel territorio britannico e per tracciare i flussi finanziari dei proventi ottenuti illecitamente, quantificati in circa 1 milione di euro, cifra indebitamente rimborsata dal Servizio sanitario alle farmacie interessate, ha permesso la chiusura dei canali commerciali illeciti e il contestuale sequestro di alcuni farmaci oggetto di spedizione.

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