Smantellata rete di spaccio tra i comuni di Latina, Cisterna di Latina e Sermoneta: il Riesame si pronuncia sul resto dei ricorsi
Il Tribunale del Riesame di Roma si è espresso anche sul resto dei ricorsi presentati dai rimanenti sei indagati, raggiunti da ordinanza di custodia cautelare sia in carcere che ai domiciliari. Lo scorso 25 settembre, lo stesso tribunale romano aveva vagliato tre posizioni dei nove indagati nell’operazione dei Carabinieri Nas denominata “Fake For Drug” che, lunedì 15 settembre, aveva portato all’esecuzione di una ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, su richiesta del pubblico ministero Marina Marra.
Il collegio del Tribunale del Riesame di Roma aveva accolto il ricorso presentato dagli avvocati Massimo Frisetti e Gaetano Marino, annullando per Gianpaolo Zaccheo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e disponendo la sua liberazione. Accolti anche i ricorsi presentati da Emanuele Candelora e Matteo Cardinali, difesi dagli avvocati Aurelio Cannatelli e Massimo Noviello.
Erano ancora pendenti i ricorsi degli altri indagati che si sono rivolti al Riesame di Roma che ieri, 7 ottobre, hanno annullato l’ordinanza e le misure cautelari. Per tale ragione, lasciano il carcere Dante Pontecorvi, 55 anni e Loris Morettini, 36 anni, entrambi di Cisterna. Liberi e non più ai domiciliari il resto degli indagati raggiunti dall’ordinanza: Alessio Bianchi, 25 anni, di Latina, Daniele Belli, 32 anni, di Sermoneta, Enrico Tarsia, 26 anni, di Cisterna, e Aurora Pirisino, 23 anni, di Cisterna. A pesare sulla decisione del Riesame la circostanza sollevata dagli avvocati difensori di non aver svolto l’interrogatorio preventivo come da riforma Nordio. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Sandro Marcheselli, Massimo Frisetti, Gaetano Marino, Lucio Teson, Flaviana Coladarci, Oliviero Sezze e Moreno Gullì.
Dopo gli arresti tutti e nove gli indagati avevano deciso di rimanere in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere, dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia.
L’indagine, avviata nell’ottobre 2023, era nata da controlli sulla corretta dispensazione dei farmaci in alcune farmacie pontine: in particolare tre ricette in una farmacia pontina, la “Latina Est” di Via Don Torello, alla quale risultavano ricetti intestate a un medico non iscritto all’ordine e avevano come oggetto 28 compresse di Oxycotin. Proprio in quella fase, i militari avevano rinvenuto ricette mediche false relative a medicinali stupefacenti a base di ossicodone, un potente antidolorifico oppioide utilizzato in ambito sanitario per trattare dolori intensi, spesso legati a patologie oncologiche o croniche. Farmaci di questo tipo, prescrivibili solo con ricetta speciale, sono estremamente delicati perché il loro effetto, superiore a quello della morfina, può portare facilmente a dipendenza e abuso. Non a caso risultano molto richiesti anche nel mercato illecito, dove vengono assunti impropriamente per gli effetti euforizzanti che possono provocare.
Gli accertamenti successivi hanno permesso di ricostruire il meccanismo con cui gli indagati si approvvigionavano di questi medicinali attraverso la presentazione di ricette contraffatte e l’uso di falsi documenti di identità, riuscivano a rifornirsi presso farmacie delle province di Roma e Latina. I medici erano ignari delle ricette, tra di loro un professionista di Terracina che ha denunciato tutto ai Carabinieri. Nel periodo monitorato, compreso tra ottobre 2023 e febbraio 2024, sarebbero state sottratte circa duemila compresse, poi rivendute sul mercato nero a circa 15 euro l’una, per un profitto illecito stimato in oltre 30 mila euro.
L’inchiesta ha inoltre svelato un ulteriore livello di attività delittuosa. Alcuni membri della rete non si limitavano al traffico di farmaci oppioidi, ma si occupavano anche di spaccio di cocaina, creando un doppio canale di distribuzione. Grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese, i Carabinieri del NAS hanno potuto delineare assetti e gerarchie, documentando l’esistenza di un gruppo strutturato e in grado di muoversi contemporaneamente su due fronti: da un lato la distribuzione di antidolorifici ad alto potenziale di abuso, dall’altro lo smercio di cocaina sul territorio.
Secondo quanto emerso, l’organizzazione non solo garantiva ingenti profitti agli indagati, ma rappresentava anche un pericolo concreto per la salute pubblica. La diffusione incontrollata di questi farmaci, pensati per un uso strettamente medico e riservato a casi gravi, espone infatti a seri rischi di dipendenza, overdose e danni irreversibili per chi li assume senza la supervisione di un medico.
Alessio Bianchi detto “Haney”, uno degli arrestati, secondo l’accusa, falsificava le ricette così da poter ritirare i medicinali, aiutato nell’azione illegale anche da un altro dei coinvolti, Emanuele Candelora. Successivamente i medicinali venivano rivenduti sul mercato nero con guadagni esorbitanti: basti pensare che due scatole di ossicodone pagate 36 euro sono state rivendute a 450 euro. Le ricette trovate nella disponibilità di Bianchi erano riconducibili a Oxycotin e Depalgos. Documentato dagli inquirenti, anche attraverso i vecchi metodi di appostamenti e pedinamenti, lo spaccio di droga: in un caso, anche davanti ad una discoteca della Capitale.
Lo stesso Bianchi avrebbe acquistato i farmaci con le ricette false anche in altre tre farmacie di Latina: Latina Fiori, Maggiacomo e Marconi. Il suo modus operandi è stato immortalato anche dalle immagini della videosorveglianza. A incastrare il giovane di Latina è l’acquisto dei farmaci in una farmacia romana: 28 compresse di Oxycotin intestate a un medico della Capitale che aveva sporto denuncia.
Nel corso delle perquisizioni eseguite contestualmente all’operazione, i Carabinieri hanno sequestrato diversi elementi ritenuti di rilievo investigativo. In particolare, sono stati rinvenuti circa 25 grammi di hashish e diverse dosi di marijuana, ricette mediche false prescriventi farmaci a base di ossicodone, varie confezioni di farmaci ad azione stupefacente, oltreché a un telefono cellulare e un personal computer sui quali erano stati individuati file destinati alla redazione di prescrizioni contraffatte. Su un iPhone, invece, i militari hanno trovato immagini riconducibili a un documento d’identità falso, utilizzato presumibilmente per l’approvvigionamento illecito dei medicinali.
Il complesso dei sequestri conferma l’articolazione dell’attività criminosa, che non si limitava alla falsificazione documentale e al commercio illecito di farmaci ad alto rischio di abuso, ma si accompagnava anche alla detenzione di sostanze stupefacenti di vario tipo, delineando un quadro complessivo di pericolosità e allarme sociale.
Dietro lo smercio illegali dei farmaci oppioidi, anche lo spaccio di cocaina gestito in particolar modo da Gian Paolo Zaccheo, Daniele Belli, Matteo Cardinali detto Scallo, Enrico Tarsia e Aurora Pirisino. Rigettate dal gip tre richieste di misura cautelare per altri tre pusher.
Non è la prima volta che l’ossicodone entra in una indagine a Latina e provincia. Questo tipo di forte oppiaceo è stato rinvenuto anche in inchieste che hanno ravvisato di come fosse assunto da braccianti agricoli in modo da reggere meglio la fatica sui campi. Anche in quei casi, a monte del consumo c’erano ricette mediche false, anche con la complicità di una farmacista di Sabaudia (il processo è ancora in corso).
L’ossicodone, commercializzato in farmacia come OxyContin (ossicodone cloridrato), è un oppioide semisintetico indicato per il trattamento del dolore da moderato a grave. Si tratta di uno degli antidolorifici più comuni al mondo e viene utilizzato principalmente nei pazienti oncologici come palliativo in casi di dolore acuto. L’OxyContin viene sintetizzato a partire dalla tebaina, uno degli alcaloidi contenuti nell’oppio, e ha una potenza simile a quella della morfina. Le compresse contengono il principio attivo ossicodone. L’OxyContin ha effetto sui pazienti per una durata di circa 12 ore.