Stadio Quinto Ricci di Aprilia, il Comune arriva all’estrema ratio con Pezone: stabilita dalla Giunta il recesso unilaterale della concessione
Settimane di ferri corti tra l’amministrazione di Lanfranco Principi e il patron dell’Ardea Racing Club e alla fine arriva il redde rationem. E non sarà l’ultimo capitolo di una storia che minaccia di essere molto lunga.
Sembrava finita bene la vicenda dello stadio apriliano “Quinto Ricci” con il Centro Sportivo Primavera, la squadra di Aprilia iscritta al campionato di eccellenza, a ottenere il lasciapassare pro forma dell’Ardea Racing Club di Antonio Pezone (ex Aprilia Racing), legittimo concessionario della struttura, e la conseguente soddisfazione dell’amministrazione Principi.
Purtroppo la questione è risultata molto più complicata, tanto che in una pec inviata dalla società di Pezone al Comune a luglio, la società concessionaria metteva le cose in chiaro: “In merito alle notizie apparse sui canali social e confermate con nota ufficiale del comune di Aprilia, in riferimento al nulla osta per lo stadio Q.Ricci ad altre società sportive, vogliamo precisare che nessuna società sportiva ha fatto richiesta alla scrivente, la quale al momento risulta essere l’unica titolare del contratto di gestione dell’impianto sportivo di via Bardi, ad eccezione della scuola calcio Akkademy Aprilia. In qualità di gestore della struttura, la società diffida chiunque a divulgare notizie non veritiere e riteniamo necessario informare sia la Procura Federale che le Procura di Latina e Perugia aggiungendo anche questa alle altre denunce in corso, a difesa dei nostri diritti e immagine essendo il Quinto Ricci al momento non idoneo per poter svolgere eventi sportivi”.
Insomma una esplicita minaccia di denuncia nei confronti del Comune di Aprilia e lo stallo per l’unica squadra della città – il Centro Sportivo Primavera – in vista del campionato di Eccellenza. In realtà, questo scenario da carte bollate non era quello che all’inizio era stato tracciato dal sindaco e dal vice-sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi e Vittorio Marchitti, i quali avevano spiegato che: “Nonostante le critiche ricevute di chi ci accusava di essere gli artefici della scomparsa del calcio ad Aprilia abbiamo lavorato per trovare una soluzione che, attraverso la convivenza tra le associazioni sportive, permetta al Centro Sportivo Primavera di utilizzare il campo principale per lo svolgimento del campionato”.
Fatto sta che oggi, 10 agosto, la Giunta Principi, dopo altri giorni di passione con Pezone, ha stabilito il recesso unilaterale per l’utilizzo dell’impianto sportivo “Quinto Ricci”.
A ricostruire la vicenda del complesso sportivo, che è passato anche per uno sgombero rivolto ad occupanti abusivi, è la delibera di giunta che evidenza di come la concessione – che per Pezone scade a settembre 2024 – tra le parti prevede tra gli obblighi a carico del Concessionario oltreché al pagamento del canone mensile, l’accensione di adeguata polizza assicurativa nonché la voltura delle utenze a servizio dell’impianto sportivo.
Secondo il Comune di Aprilia, le verifiche effettuate dall’Ufficio Patrimonio hanno accertato il mancato rispetto degli obblighi da parte del Concessionario.
Nello specifico risulta la mancata voltura dell’utenza elettrica con contestuale richiesta di pagamento della somma di 111.356 euro erogata dall’Ente per la fornitura; il mancato pagamento dei canoni concessori non corrisposti all’Ente per la somma di 32.868 euro, calcolati al netto delle somme scomputate al concessionario per i lavori di manutenzione straordinaria eseguiti sull’impianto, e delle somme riconosciute per il mancato utilizzo del locale bar; la mancata trasmissione della polizza assicurativa.
Violazioni delle concessioni per cui il Comune avrebbe sollecitato il concessionario il quale “ha disatteso agli obblighi”. Ecco perché l’amministrazione ritiene di “estinguere anticipatamente la Concessione sottoscritta in data 27 settembre 2019 per la gestione dell’impianto sportivo Stadio Quinto Ricci, attraverso l’istituto del recesso unilaterale”, dando mandato al dirigente dei lavori pubblici di predisporre gli atti conseguenziali.
Il recesso, spiega la delibera, ha effetto immediato.