Evasione fiscale a Latina: arriva una nuova condanna dal Tribunale di Latina per il pontino Roberto Ciavolella
Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Stefano Nicolucci, ha condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione il noto promoter finanziario di Latina, Roberto Ciavolella. La richiesta dell’accusa rappresentata dal procuratore onorario era stata di 1 anno e 4 mesi per fatti risalenti al 2012 e scoperti dalla Guardia di Finanza di Latina. I militari avevano fatto emergere una sproporzione rilevante tra quanto aveva dichiarato al Fisco Ciavolella, circa 50mila euro, e quanto invece era stato movimentato tramite il suo conto: quasi 800mila euro senza che si sapesse da dove venissero quei soldi.
Non è la prima condanna su groppone del promoter finito anche in una inchiesta giornalistica del programma “Le Iene”.
A settembre 2021, il giudice del Tribunale Rosmunda Zampi condannò il pontino a due anni di reclusione, con pena sospesa, per le truffe ai danni di risparmiatori, molti dei quali anziani.
Ciavolella, scappato in Kenya nel 2013 (l’inchiesta sulle truffe portata avanti dal sostituto procuratore di Latina Simona Gentile e dalla Guardia di Finanza risale all’anno prima), è stato radiato per decisione della Consob dall’Album dei Promotori Finanziari ed è accusato persino di bigamia.
L’ormai ex promoter finanziario era accusato, nel relativo processo, di essersi appropriato dei risparmi dei pensionati a cui custodiva i conti e consigliava dove investire i soldi, frutto, per molti di loro, di un’intera vita passata a lavorare. È così che il misterioso promoter latinense, che passava per essere un mago dei finanziamenti, benvoluto da tutti i suoi clienti che lo trattavano come un amico di famiglia, sarebbe riuscito ad accumulare cifre milionarie oltreché a evadere soldi al fisco per un valore di circa 2,5 milioni di euro.
Il pontino è stato condannato al risarcimento, insieme alla banca con cui operava, delle parti offese che si sono costituite parti civili nel processo difese dagli avvocati Claudio Cardarello e Alessandro Mariani. I risparmiatori truffati sono stati risarciti dalle banche, ma per la condanna per truffa, per cui il promoter ha fatto ricorso in Corte d’Appello, si profila la prescrizione.
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