ESTORSIONE MAFIOSA: RIDOTTA LA CONDANNA PER SERGIO GANGEMI

Sergio Gangemi
Sergio Gangemi

Sergio Gangemi, l’imprenditore di Aprilia, considerato dalla DDA di Roma vicino alla ‘ndrangheta, è stato giudicato dalla Corte d’Appello: ridotta la condanna

Condannato in primo grado a 9 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso, oggi Gangemi, che proprio un paio di giorni fa si è visto annullare la misura di divieto di soggiorno a Latina e confermare il sequestro con la confisca dei beni, ha ottenuto dalla Corte d’Appello di Roma una pena inferiore: sette anni, due mesi e 20 giorni.

Gangemi
Un fermo immagine preso da uno degli attentati eseguiti ai danni di due imprenditori di Aprilia e Torvajanica. I presunti mandanti sono i Gangemi, gli esecutori sarebbero Forniti e Morgani. Il nome Gangemi dovrebbe richiamare alla mente, oltreché un sequestro ultra-milionario per evasione fiscale, le semestrali e puntuali relazioni della Direzione Investigazione Antimafia (Dia) e persino i rapporti stilati dall’Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio che, proprio nell’ultimo di essi, poneva la “famiglia Gangemi” tra le consorterie presenti nel Lazio e citati dall’attività investigativo-giudiziaria da almeno 4 anni

I giudici di secondo grado hanno confermato la sentenza di primo grado, acclarando l’estorsione con metodo mafioso ma hanno ritto la pena da scontare per l’uomo che da anni viene colpito da sorveglianze speciale, confische e, da ultimo, deposizione di collaboratori di giustizia. Persino, per lui, in un lontano dossier di Libera (anno 2010), la co-intestazione di due beni in Abruzzo insieme a Enrico Nicoletti il cosiddetto cassiere della Banda della Magliana. Per sapere i motivi della riduzione di pena, si dovranno leggere le motivazioni tra 30 giorni.

La Corte d’Appello ha confermato anche la non possibilità di risarcire i Comuni di Aprilia e Pomezia: respinte le istanze in qualità di parte civile come si erano costituiti sin dal primo grado i due Enti, i quali avevano rifiutato il risarcimento offerto da Gangemi stesso.

Il pm Giovanni Taglialatela, in primo grado, aveva chiesto per Gangemi 14 anni di reclusione contestandogli l’estorsione, l’usura e gli agguati, a colpi di arma di fuoco e bombe, ai danni dei due imprenditori/ex soci di Aprilia e Pomezia avvenuti nel 2016. Per l’usura Gangemi era stato assolto.

Gangemi aveva scelto di essere giudicato separatamente dai suoi coimputati – il fratello Giampiero, Patrizio Forniti e Mirko Morgani – rinunciando alla lista dei testimoni della difesa e risarcendo una delle vittime con circa 300mila euro. Tutti e 4, secondo la Procura, erano accusati di aver chiesto ai due imprenditori 25 milioni di euro a fronte di un prestito di 13.

L’udienza del processo ordinario a carico di Forniti, Morgani e Giampiero Gangemi è stata fissata il prossimo 17 settembre.

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