ELETTROSMOG A LATINA, L’APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI: “ECCO I RISCHI CHE CORRIAMO”

“A nome di tre associazioni ambientaliste porto a conoscenza della città alcune questioni relative allo spinoso problema che stiamo vivendo in questi mesi a causa dell’intenzione del governo di innalzare i limiti di legge delle emissioni elettromagnetiche dai cautelativi 6 V metro, previsti da una legge estremamente rispettosa del principio sia di precauzione che di prevenzione, al limiti molto più alti che potrebbero diventare anche di 100 volte superiori a quelli attuali in quanto per la fisica ovviamente non valgono i comuni comuni calcoli aritmetici,ma bensì si tratta di aumenti estremamente preoccupanti. Tale rischio che stiamo correndo risulta enormemente gravoso per la tutela della salute, in quanto innumerevoli dossier riguardanti ricerche scientifiche comprovate mettono in elenco tra i primi posti, come agenti cancerogeni, anche le onde elettromagnetiche emesse da ripetitori, cellulari e altri dispositivi. Tali documentazioni sono state da noi (Movimento di Resistenza Umana) depositate al ministero della salute (le ultime il 22 giugno scorso) insieme a 65.000 firme per la richiesta di non innalzare i limiti di emissioni elettromagnetiche.

Abbiamo quindi a disposizione diversi appelli al governo di non procedere a questo aumento da parte di 52 scienziati e di istituzioni varie, come medici ISDE per l’ambiente, istituto Ramazzini, Ippocrate. Org, Ecoland ed altre stimate organizzazioni. A questi appelli si sono aggiunti quelli di molti sindaci d’Italia, ma non della città di Latina in quanto nessuno di noi è riuscito ad esporre al sindaco tale problematica, nonostante varie e-mail inviate per la richiesta di appuntamento. A questo punto riprendo il discorso dell’ex consigliere comunale Gianluca Bono, che proprio ultimamente ha informato la città sul problema che Latina, pur avendo avendo a disposizione un ottimo piano regolatore per la collocazione e regolamentazione delle antenne, l’abbia completamente messo da parte e non procede al suo utilizzo.

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Tale piano, che scaturisce dal lavoro di esperti anche a livello nazionale, associazioni, tecnici, consiglieri comunali coordinato dall’ex assessore all’ambiente Adriana Calì, fu votato all’unanimità nel 2022 dalla commissione ambiente dopo riunioni durate oltre sei mesi. Tale lavoro, di enorme importanza per tutta la città è stato completamente accantonato, nonostante le richieste pressanti dei cittadini e i gravi rischi per la salute che stiamo correndo.A Latina, mentre altre città utilizzano un piano regolatore indispensabile così come è necessario per l’edilizia, vige invece ancora l’installazione selvaggia: basti pensare alle zone a vincolo paesaggistico, che dovrebbero essere protette e sono invece invase in maniera caotica e dannosa, oppure ai siti sensibili (come scuole asili e case di riposo) che che hanno ripetitori ad una distanza assolutamente vietata da un piano piano regolatore che si rispetti, in quanto bambini e persone fragili sono ancora più danneggiati. La questione è stata già sollevata proprio nei giorni scorsi dall’ex consigliere comunale Gianluca Bono, che aveva appunto partecipato alla realizzazione di questo piano, come del resto anche il nostro sindaco quand’era consigliera. Per questo questo risulta incomprensibile che un documento così importante non venga ancora ufficializzato e soprattutto soprattutto non si capisce il motivo della difficoltà di essere ricevuti dal primo cittadino.

Il sindaco infatti ha la responsabilità penale, civile e amministrativa per le conseguenze di ordine sanitario che dovessero manifestarsi nella popolazione residente nel territorio comunale. E’ infatti l’autorità sanitaria locale in osservanza dell’articolo 32 della costituzione e del principio di precauzione di cui all’articolo tre del codice dell’ambiente. In un periodo così particolare in cui la salute pubblica viene messa a rischio dall’iter parlamentare che il governo sta portando avanti, nonostante le proteste di tutta Italia, si rende ancora più necessario tutelarsi con un documento che ormai in quasi tutte le città è già in uso da anni proprio in vista delle possibili conseguenze sia cancerogene ( comprovate da numerose ricerche) e anche di altre patologie come autismo, Alzheimer, disturbi cognitivi, insonnia, infertilità maschile e numerosi disturbi correlati.

Vorrei inoltre chiarire un punto fondamentale in quanto questi famosi limiti da innalzare vengono considerati più bassi di quelli europei: tale postulato è assolutamente falso per due motivi. il primo è che altre nazioni come ad esempio la Svizzera li hanno più bassi, esempio 5 V metro, e il secondo è che le misurazioni di tali valori in Europa avvengono nei sei minuti, mentre da noi dal governo Monti in poi Vige la misurazione nelle 24 ore, il che significa che con la media notturna in cui sono ovviamente più basse, nei picchi diurni si possono raggiungere valori altissimi. Molto importante inoltre notare che proprio il 20 novembre novembre 2023 è stato depositato alla camera il dossier della precedente discussione proprio relativa ai limiti discussi nell’incontro del 20 22 tra Ministero della Salute, dell’Ambiente, Fondazione Bordoni, ISPRA e Istituto Superiore di Sanità, che contiene alla fine l’indicazione “ Non risulta necessario alzare i limiti elettromagnetici.” Infatti tale scelta di procedere per un aumento viene effettuata esclusivamente per agevolare le multinazionali telefoniche che in tal modo potrebbero usufruire di un risparmio stimato in 4 miliardi di euro.

Speriamo quindi che anche il nostro sindaco si unisca all’appello di tanti altri primi cittadini e contestualmente porti all’attenzione del consiglio comunale quel documento tanto atteso dalla città e che tante riunioni della commissione ambiente hanno contribuito a stilare”.

Così, in una nota, Annunziata De Masi, criminologa, docente, referente per “Latina del movimento resistenza umana”, Silverio Martini, Massimo De Marchis, Aldo Rosini e l’associazione Aies 

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