Spaccio di droga tra Sabaudia e San Felice Circeo: arriva al culmine l’indagine della Squadra Mobile di Latina. Coinvolto anche un agente di Polizia
Nelle prime ore della mattinata di ieri, 10 ottobre, gli agenti della Squadra Mobile di Latina, con l’ausilio della Squadra Cinofili dell’Istituto per Ispettori di Nettuno, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di due fratelli di Sabaudia: Leonardo Corni, 39 anni, e Francesco Corni (già condannato a 2 anni e 10 mesi per detenzione illecita di droga), 31 anni, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, su richiesta del Procuratore Aggiunto di Latina Carlo Lasperanza e dei sostituti Valerio De Luca e Claudio De Lazzaro.
Con la medesima ordinanza è stata disposta l’applicazione della misura cautelare della sospensione dal servizio per la durata di 12 mesi a carico di un Assistente della Polizia di Stato: si tratta dell’agente scelto in servizio presso l’Ispettorato del Viminale a Roma, Marco Veglianti (31 anni). Contestualmente all’esecuzione delle predette misure, sono state effettuate delle perquisizioni domiciliari a carico di altri due soggetti – il 40enne Fabio Serrapiglio e il 37enne tunisino Ben Salah Samir – indagati nell’ambito del medesimo procedimento.
Da quanto emerso dal complesso dell’attività investigativa, che ha visto coinvolte altre sei persone quali indagati in stato di libertà, il 39enne ed il 31enne risultano essere stati i gestori di una fiorente attività di spaccio nel territorio di Sabaudia e San Felice Circeo, effettuando numerose cessioni di cocaina – almeno una trentina – ad una vasta e variegata platea di assuntori tra il 2020 ed il 2021. Chili di droga, almeno cinque al mese, secondo gli inquirenti, quelli acquistati dai due fratelli e i loro collaboratori. Dirimenti le dichiarazioni rese spontaneamente da uno dei pusher arrestati, che facevano parte della rete dei fratelli Corni: “Nel 2018 – annotano gli investigatori sulla scorta delle dichiarazioni del pusher – Francesco Corni si era offerto di diventare un suo fornitore di cocaina, ciò che non avvenne perché lo stupefacente non era di buona qualità. Nell’occasione aveva acquistato dieci grammi di droga presso il bar di proprietà dello stesso Corni. Questi era aiutato dal fratello Leonardo che finanziava gran parte delle forniture di cocaina, acquistata da omississ approssimativamente ogni mese per un peso di cinque o sei chili”.
L’estrema accortezza dimostrata dagli indagati, con particolare riguardo ai luoghi dove occultare lo stupefacente, ha reso più complessa l’attività investigativa in questione – spiega in una nota la Questura di Latina. Nonostante tali difficoltà e a riscontro di quanto ipotizzato, in corso di attività sono stati effettuati quattro arresti in flagranza, due soggetti sono stati denunciati in stato di libertà e si è proceduto al sequestro di mezzo chilo circa di cocaina.
Dalle indagini è emerso anche il coinvolgimento di un appartenente alla Polizia di Stato – legato da un vincolo di amicizia ai due soggetti tratti in arresto – il quale ha partecipato all’attività di spaccio al dettaglio, tentando altresì di carpire notizie utili dagli agenti della Squadra Mobile impegnati nell’attività investigativa. È stata chiesta peraltro anche la sospensione di un Finanziere in servizio a Sabaudia, Luigi Iannarella (51 anni), che avrebbe passato notizie a Leonardo in cambio di soldi (per la squadra di pallavolo), in merito a un accertamento fiscale e di anti-riciclaggio che avrebbe coinvolto la tabaccheria di famiglia al centro della città. Il Gip Molfese deciderà dopo gli interrogatori di garanzia quale se applicargli o meno la misura cautelare chiesta dalla Procura di Latina.
Inoltre, è stato accertato come il poliziotto, ora interessato dal provvedimento di sospensione dal servizio per un anno, abbia lavorato presso l’azienda del 39enne Leonardo Corni nel periodo in cui era assente per Covid. I Corni, comunque, non sono nuovi alle cronache giudiziarie e sarebbero in rapporti, per l’appunto, con Fabio Serrapiglio, condannato a maggio 2021 per spaccio di droga e il cui cognome risuona nei verbali rilasciati dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo (ex affiliato ai clan rom di Latina) che li cita api zona a Sabaudia. Serrapiglio risulta indagato anche in questa indagine, peraltro per affari di droga che arrivavano fino a Roma Eur.
Ad ogni modo, i Corni, al centro dell’indagine, hanno sviluppato tra Sabaudia, San Felice e Terracina, diversi interessi nei più svariati ambiti: dai B&B ai tabacchi, dalla manutenzione del verde fino agli appalti pubblici (anche nel capoluogo). Proprio in riferimento alla disinfezione di una scuola a Sabaudia, Leonardo Corni è stato rinviato a giudizio a dicembre 2021. Il giudice per l’udienza preliminare Pierpaolo Bortone, infatti, lo ha rinviato a giudizio per il reato di delitto colposo contro l’ambiente, in qualità di legale rappresentante de “La Rapida 2004 sas”, la ditta che fece la disinfezione negli 11 plessi scolastici di Sabaudia del Cencelli e del Giulio Cesare tra il 6 e il 9 settembre 2019. Molti giorni dopo, grazie ai rilevamenti dell’Arpa, sarebbero state trovate tracce del pesticida organofosfato del Clorpifiros metile (CPS), notoriamente utilizzato in agricoltura contro vermi e parassiti.
A giugno 2021, il fratello minore, Francesco Corni, fu arrestato dagli agenti della Squadra Mobile per spaccio di sostanze stupefacenti; la misura dei domiciliari gli fu revocata quando gli stessi poliziotti lo sorpresero a violarla. Già all’epoca erano in corso ulteriori approfondimenti investigativi da parte della Squadra Mobile che miravano a ricostruire a Sabaudia la rete di complici ed assuntori di Francesco Corni. Tra gli indagati nell’indagine, scaturita ora in due misure di arresto per i fratelli Corni, c’è anche il succitato tuniniso: il noto rapper-pusher Ben Salah Samir finito più volte al centro della cronaca per questioni di droga. Senza misure cautelare ma indagati a piede libero: Gianluca Calisi (41 anni) di San Felice Circeo, già coinvolto in inchieste per spaccio di droga, Ettore Basile (41 anni), Gianluca Silvestri (38 anni), Veronica Mastracci (34 anni), Caterina Calligaris (39 anni), Daniele Fedeli (39 anni) e Ala Eddine Ben Achour (26 anni).
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le consegne di cocaina da distribuire tra Sabaudia e San Felice – tra gli assuntori anche un ex amministratore comunale -, arrivavano anche a bordo di una Porsche Panamera.