Droga tra Sabaudia e San Felice Circeo: rinviati a giudizio i soggetti che secondo gli inquirenti controllavano lo spaccio
Sono stati giudicati, nell’aula di Corte d’Assise del Tribunale di Latina, i soggetti coinvolti negli arresti finalizzati lo scorso ottobre 2022 dalla Polizia di Stato.
Il giudice per l’udienza preliminare, Mario La Rosa, ha deciso per il rinvio a giudizio per otto dei coinvolti che hanno scelto ordinario, il cui processo per spaccio di sostanze stupefacenti comincerà il prossimo anno davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Elena Nadile: la prima udienza è stata fissata per il 14 febbraio 2024. Si tratta dell’imprenditore di Sabaudia, Leonardo Corni (nel frattempo raggiunto da un provvedimento giudiziario di divieto di dimora nella provincia di Latina), dell’agente di Polizia presso il Ministero dell’Interno, Marco Veglianti, di Ben Salah Samir, Ala Eddine Ben Achour, Ettore Basile, Daniele Fedeli, Gianluca Silvestri e Veronica Mastracci. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Nardecchia, Tenga, Lucchetti, Vasaturo, Petrucci, Faralli, Marino, Giudetti e Iucci.
Diverso, invece, il destino giudiziario per l’altro indagato, ritenuto “leader” del sodalizio dedito allo spaccio: per il fratello di Corni, Francesco Corni, la difesa ha scelto la strada del patteggiamento accolto dal Gup La Rosa. Corni junior è stato condannato alla pena di 3 anni e 10 mesi di reclusione. Patteggiamento anche per Fabio Serrapiglio (la cui famiglia fu citata dal collaboratore di giustizia, Agostino Riccardo, come referente a Sabaudia per i clan della provincia) che ha rimediato una condanna a 3 anni e 2 mesi. È arrivata invece un’assoluzione per l’appartenente alla Guardia di Finanza, Luigi Iannarella, mentre è stata condannata con il rito abbreviato a 1 anno Caterina Calligaris, nonostante una richiesta del Pubblico Ministero per 3 anni di reclusione. Infine, un altro degli indagati, Gianluca Calisi, è risultato irreperibile.
A ottobre 2022, difesi dall’avvocato Giuseppina Tenga, Leonardo e Francesco Corni, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, avevano optato per due scelte diverse: il più grande, Leonardo, 39 anni, imprenditore e titolare de “La Rapida”, si era avvalso della facoltà di non rispondere, così come Veglianti, assistito dall’avvocato Pisani.
A rispondere alle domande del Gip Giuseppe Molfese, invece, Francesco Corni, il 31enne già condannato per il reato di spaccio e finito in arresto anche a giugno del 2021. Il più giovane dei fratelli Corni è considerato l’uomo che più di tutti tesseva le fila dello smercio di droga.
L’operazione che ha fatto emergere lo spaccio gestito dai Corni all’ombra del Circeo è stata eseguita lunedì 10 ottobre 2022 quando gli agenti della Squadra Mobile di Latina, con l’ausilio della Squadra Cinofili dell’Istituto per Ispettori di Nettuno, sono entrati in azione: a finire indagati, oltreché ai Corni (domiciliari) e Veglianti, poliziotto in servizio al Viminale e sospeso dal lavoro per un anno (è accusato di spaccio e truffa per aver disertato il lavoro sostenendo di essere malato quando, invece, avrebbe prestato servizio nella ditta di Leonardo Corni), anche altri personaggi ritenuti i pusher del sodalizio: il 40enne Fabio Serrapiglio e il 37enne tunisino Ben Salah Samir, Gianluca Calisi (41 anni) di San Felice Circeo, già coinvolto in inchieste per spaccio di droga, Ettore Basile (41 anni), Gianluca Silvestri (38 anni), Veronica Mastracci (34 anni), Caterina Calligaris (39 anni), Daniele Fedeli (39 anni) e Ala Eddine Ben Achour (26 anni). Gli arresti sono stati richiesti dal Procuratore Aggiunto di Latina Carlo Lasperanza e dai sostituti Valerio De Luca e Claudio De Lazzaro.
Da quanto emerso dal complesso dell’attività investigativa, che ha visto coinvolte altre sei persone quali indagati in stato di libertà, il i Corni risultano essere stati i gestori di una fiorente attività di spaccio nel territorio di Sabaudia e San Felice Circeo, effettuando numerose cessioni di cocaina – almeno una trentina – ad una vasta e variegata platea di assuntori tra il 2020 ed il 2021. Chili di droga, almeno cinque al mese, secondo gli inquirenti, quelli acquistati dai due fratelli e i loro collaboratori. Dirimenti le dichiarazioni rese spontaneamente da uno dei pusher arrestati, che facevano parte della rete dei fratelli Corni: “Nel 2018 – annotano gli investigatori sulla scorta delle dichiarazioni del pusher – Francesco Corni si era offerto di diventare un suo fornitore di cocaina, ciò che non avvenne perché lo stupefacente non era di buona qualità. Nell’occasione aveva acquistato dieci grammi di droga presso il bar di proprietà dello stesso Corni. Questi era aiutato dal fratello Leonardo che finanziava gran parte delle forniture di cocaina, acquistata da omississ approssimativamente ogni mese per un peso di cinque o sei chili”.
Era stata chiesta peraltro anche la sospensione del Finanziere in servizio a Sabaudia, Luigi Iannarella (51 anni), che avrebbe passato notizie a Leonardo in cambio di soldi (per la squadra di pallavolo), in merito a un accertamento fiscale e di anti-riciclaggio che avrebbe coinvolto la tabaccheria di famiglia al centro della città. Oggi, però, per il militare è arrivata l’assoluzione.