DROGA E MAFIA: VA AI DOMICILIARI PIETRO CANORI

Pietro Canori

Operazione Gordio: il narcotrafficante originario di Priverno Pietro Canori esce dal carcere e va agli arresti domiciliari

Lo scorso luglio, aveva toccato anche la provincia di Latina la maxi operazione anti-droga congiunta tra Dia e Carabinieri (furono due le operazioni, denominate rispettivamente “Gordio” e “Pars Iniqua”), sotto il coordinamento della DDA di Palermo. A risultare tra i coinvolti spuntò un nome noto agli ambiente criminali pontini: si tratta dello storico esponente del narcotraffico per l’area dei Monti Lepini, Pietro Canori (71 anni), che insieme ad altri personaggi della ‘ndrangheta dei Pesce di Rosarno e trattando direttamente con l’affiliato a Costa Nostra Michele Vitale, avrebbe rifornito di cocaina la cosca siciliana mafiosa dei cosiddetti “Fardazza”/Vitale” di Partinico, recandosi per di più, pur avendo la “malaria” (come dice in un’intercettazione, intendendo di essere attenzionato dalle Forze dell’Ordine), in un’occasione nella villa del suddetto boss Vitale ristretto agli obblighi di soggiorno in Sicilia. I referenti del sodalizio con i quali maggiormente si sarebbe relazionato Canori erano Rita Santamaria e Salvatore Leggio.

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Ora, il Tribunale del Riesame di Palermo, dopo aver accolto il ricorso dell’avvocato di Canori, Giammarco Conca, ha deciso per il 71enne la misura più lieve degli arresti domiciliari e del braccialetto elettronico.

Sia a Canori che a Carocci e Antonacci (gli altri due pontini coinvolti nelle operazioni che hanno colpito prettamente personaggi di origine siciliana e calabrese) venivano contestatati l’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga e il concorso esterno nell’associazione mafiosa, avendo rifornito di stupefacente due delle cinque organizzazioni criminali smantellate dalla DDA palermitana.

Ora, per Canori, cade l’accusa di concorso esterno alla mafia e l’aggravante sull’ingente quantitativo di droga.

Canori, volto noto nel campo del narcotraffico pontino, già nella lista dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia, è stato arrestato l’ultima volta a dicembre 2019 dagli agenti di Polizia di Terracina. Mentore di altri narcotrafficanti pontini, sta già scontando una condanna per spaccio

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