DISCARICA MONTELLO, AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE IN BILICO: ECOAMBIENTE DIFFIDATA DALLA REGIONE

Sede di Ecoambiente srl, Borgo Montello
Sede di Ecoambiente srl, Borgo Montello

Discarica di Borgo Montello, la direzione Ambiente della Regione Lazo diffida Ecoambiente srl per inosservanza alle prescrizioni dell’autorizzazione ambientale

È una delle due società (l’altra è Indeco) che gestisce gli invasi della quarta discarica d’Italia, quella che si trova in Strada Monfalcone a Borgo Montello. I suoi ex vertici sono a giudizio in un processo arrancante che contesta loro l’inquinamento della falda acquifera.

Si tratta di Ecoambiente srl che lo scorso 11 giugno, tramite determina firmata dal direttore Vito Consoli, è stata destinataria di una diffida da parte della Regione Lazio. La direzione Ambiente gli imputa l’inosservanza delle prescrizioni sottese all’autorizzazione ambientale, ossia l’atto che permette alla società, guidata dal gruppo del cosiddetto Supremo Manlio Cerroni, di esercitare nella discarica trattando rifiuti non pericolosi. Va detto, però, che sono anni, dal 2016, che nella discarica non entra più un rifiuto, per via dell’esaurimento della stessa. E va detto pure che Ecoambiente è stata destinataria di una interdittiva antimafia a luglio 2022 per decisione del Prefetto di Latina per via dei legami con il terreno della confiscata “La Capitolina srl” e con Pontina Ambiente srl (già destinataria di interdittiva antimafia da parte della Prefettura di Roma), un’altra società dello storico imprenditore dell’immondizia nella Capitale, Cerroni.

Ecoambiente gestisce a Montello gli invasi denominati S1, S2, S3 e Valletta, oltreché a un nuovo invaso che, da determina dirigenziale regionale del 2009, comprende un aumento volumetrico di 400mila metri cubi. Nel corso degli anni, poi, la società ha ottenuto anche autorizzazioni a sopra-elevazioni volumetriche, un impianto di trattamento meccanico biologico, tra conferenze dei servizi e ricorsi al Tar.

Fatto sta che, come ricorda la diffida regionale, Ecoambiente non ha adempiuto alla prestazione delle garanzie finanziarie di gestione operativa e post operativa della discarica. Senza contare che l’autorizzazione ambientale del 2015, scaduta nel 2021, è in proroga ormai da tre anni.

L’inadempimento della Società Ecoambiente S.r.l. alle garanzie finanziarie di gestione operativa e post operativa della discarica “inficia – secondo la Regione Lazio – la permanenza dell’efficacia e validità del titolo autorizzatorio (ancorché in attuale prorogatio)”. L’inottemperanza “espone l’ambiente e la salute umana del territorio ad un concreto pericolo di danno per l’ambiente“.

Il nodo è dato dal fatto che Ecomabiente, destinataria di interdittiva antimafia, non può avere rapporti di tipo contrattuale o autorizzativi con amministrazioni pubbliche. E la srl, nello specifico, relativamente al progetto di capping mediante l’utilizzo della frazione organica stabilizzata, dovrebbe accogliere conferimenti presso la discarica derivanti dal trattamento del rifiuto urbano indifferenziato prodotti dai Comuni conferitori, previo trattamento meccanico biologico presso impianti specializzati e preposti.

Conferimenti che una interdittiva antimafia – e le possibili infiltrazioni mafiose nella società (non vi è bisogno di un processo per stabilirlo, ma vale a titolo preventivo) – vieta.

Infatti, “l’informativa interdittiva antimafia – spiega la diffida regionale – deve considerarsi preclusiva ed ostativa all’instaurazione di qualsivoglia rapporto di tipo contrattuale o autorizzativo tra amministrazioni pubbliche e società interdetta, in ragione del quale quest’ultima possa ottenere un vantaggio afferente alla propria sfera economico patrimoniale”.

I proventi della F.O.S. accettata in discarica, pur pervenendo alla società Ecoambiente dai gestori privati, sono però generati dalle erogazioni dei Comuni a detti impianti. Ma, come detto, se vi è interdittiva antimafia, non può risultare alcun rapporto tra enti pubblici e società interdetta.

A maggio 2024, Ecoambiente ha presentato alla Regione le proprie controdeduzioni rispetto all’inottemperanza della garanzia finanziaria, comunicando che la polizza di gestione scadrebbe nel maggio 2027 e non com erroneamente indicato nel maggio 2022. Inoltre, Ecoambiente ha scritto alla Regione che “per l’emissione delle suddette garanzie finanziarie comunica di avere avviato una interlocuzione con una primaria Compagnia di Assicurazione Italiana, ad oggi in fase di concreta e avanzata valutazione”.

Niente da fare, però, per la Regione Lazio, la quale, lo scorso 13 maggio, ha spiegato alla Ecoambiente che le polizzie fideiussorie passate sono di importo inferiore a quanto dovuto, confermando “il perdurante inadempimento della stessa in merito alla prestazione delle garanzie finanziarie dei Lotti A e B della discarica”. Nè rassicura la ricerca di una nuova compagnia di assicurazione.

Uno scoglio insormontabile per Ecoambiente in quanto, da legge, “l’autorizzazione all’esercizio della discarica è rilasciata solo dopo l’accettazione da parte della Regione delle garanzie finanziarie“. Ecco perché è partito un iter di diffida che, come ultimo stadio, può portare anche alla chiusura degli invasi autorizzati.

Una corsa contro il tempo per Ecoambiente che, tanto per avere una idea, “per la gestione post-operativa del Lotto B, visti gli abbancamenti effettuati pari a 554.075 tonnellate, l’importo da garantire è pari ad euro 7.715.501,34”. Non proprio spiccioli per una situazione da mettere in sicurezza entro trenta giorni, tanto è il tempo concesso dalla diffida regionale

Articolo precedente

ATTO AZIENDALE ASL, M5S FORMIA: “CHIEDIAMO MAGGIORE TRASPARENZA”

Articolo successivo

“VIAGGIO NELLE MELODIE DEL ‘900”, IL CONCERTO A FONDI

Ultime da Cronaca