DISCARICA DI LA COGNA: “ARDEA CAMBIA IDEA, MA RESPONSABILITÀ SONO DELLA POLITICA DI APRILIA”

La cava di La Cogna in via Savuto, Aprilia
La cava di La Cogna in via Savuto, Aprilia

Le associazioni “Aprilia Città degli Alberi” e “Aprilia Libera” sul caso della bonifica/discarica a La Cogna dopo il via libera del Comune di Ardea

Sono diverse le ragioni per cui oggi siamo stupiti dal clamore che sta suscitando la posizione del Comune di Ardea sulla discarica di La Cogna e non solo perché da tempo osserviamo perplessi il susseguirsi di atti attraverso i quali il comune rutulo, con il lavoro dei suoi uffici sembra essere favorevole, mentre la parte politica sostiene di essere contraria, ma anche per degli strani parallelismi con il confinante comune.

Dopo una serie di pareri autorevoli da parte di enti preposti e interessati ad esprimersi sul progetto di una discarica, per lo più quasi tutti negativi, il comune di Ardea si dice favorevole alla bonifica, ma assume una posizione molto ambigua sul merito della conferenza dei servizi, in quanto si decide sul progetto di discarica. Ricordiamo che il 3 novembre 2016 nel verbale della prima conferenza dei servizi sul procedimento per la Valutazione d’impatto ambientale del progetto della società proponente, l’allora sindaco del Comune di Ardea “ha chiesto di partecipare e comunica che non è pervenuta la documentazione. Il consiglio comunale di Ardea ha già espresso parere contrario in quanto si trova a 300 metri dal Comune di Ardea. Nel raggio di 1 chilometro ci sono circa 20.000 abitanti, – si chiama Campo di Carne per gli eventi storici avvenuti all’epoca dello sbarco -, e Tor San Lorenzo, i Giardini della Landriana, due scuole con circa 2000 alunni a circa 1 km. La viabilità inoltre non è rispondente. Il sindaco non ritiene che questa discarica possa essere approvata per tutte le implicazioni ambientali e sanitarie e conferma un parere fortemente negativo“.

Abbiamo anche appreso dal successivo verbale del 20 aprile 2017 (ove l’amministrazione rutula in carica presentò invece delle osservazioni in opposizione al progetto della discarica) che gli uffici del Comune di Ardea avevano chiuso il procedimento di liquidazione degli Usi Civici da parte della società proponente, aprendo di fatto un varco per eliminare i vincoli paesaggistici e boschivi sull’area scelta dal privato. E, cosa ancora più preoccupante, abbiamo appreso che il sindaco – eletto dopo il commissariamento prefettizio – aveva anche cercato di adire le vie legali contro la liquidazione degli usi civici scrivendo alla Regione Lazio. Perché ad Ardea succede che improvvisamente funzionari cambino così drasticamente e incoerentemente indirizzi consolidati da anni e a danno delle due comunità?

Adesso, se non fosse così seria, la cosa ci farebbe anche sorridere, ma questo accade ad Ardea. Nel consiglio comunale di Aprilia, dove è anche difficile spesso capire quale è la maggioranza e quale invece l’opposizione, lo stesso che all’unanimità condanna la sortita di Ardea, siedono anche coloro che nel novembre del 2012, quando fu ratificata la variante urbanistica del TBM, che oggi ha bisogno della discarica a La Cogna, auspicavano che la chiusura del ciclo dei rifiuti avvenisse ad Aprilia, perché ospitava impianti di eccellenza nel trattamento dell’immondizia.

Aprilia è il comune interessato dal pericolo della discarica, ma al contempo è l’ente che ha preferito lasciare al privato il compito di effettuare la caratterizzazione del sito di La Cogna, nel quale vi era una discarica abusiva, anziché utilizzare soldi pubblici stanziati all’uopo, come ha invece scelto di procedere per gli altri siti ad altissima pericolosità; lo ha fatto sapendo che, proprio mentre avviava la conferenza dei servizi per verificare la presenza degli agenti inquinanti, la società proponente il progetto chiedeva alla Regione Lazio di valutare nuovamente la fattibilità dell’impianto. E tutto ciò dopo che due commissioni consiliari si erano riunite facendo emergere alcuni, seppur timidi, dissensi. Come spiegare allora il comportamento del dirigente di Aprilia? E come spiegare che, neanche di fronte alla procedura errata (così come stabilito dal Tar), l’amministrazione comunale di Aprilia abbia trovato l’occasione per ripensare alla caratterizzazione del privato?

Puntare il dito contro Ardea perché è favorevole alla bonifica del sito da parte della società proponente è comprensibile, ma non servirà a distogliere lo sguardo dalle gravi responsabilità che la maggioranza che governa Aprilia e la politica in generale, hanno sul destino del sito di La Cogna e della nostra città in tema di rifiuti. Ardea non può essere l’alibi della classe politica apriliana che ha lasciato al privato carta bianca sulla caratterizzazione.

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