DISASTRO LOAS: BRUCIANO I DEPOSITI TRA PROROGHE DELLA PROVINCIA E GUAI GIUDIZIARI

/
Loas in fiamme
Depositi Loas in fiamme

L’ultimo via libera a un nuova proroga per l’impianto di smaltimento e recupero rifiuti della Loas srl di Aprilia risale a giugno scorso: a dare l’ok la Provincia di Latina

A fornire un dettagliato resoconto degli ultimi mesi di autorizzazioni amministrative all’impianto della Loas srl è stato Giorgio Libralato, ambientalista e tecnico sempre attento a spulciare documenti e cavilli che escono fuori dalla selva degli Enti locali e non.

Leggi anche:
DISASTRO LOAS AD APRILIA. L’INCENDIO VISIBILE ANCHE DA LATINA. TERRA: “CHIUDETE LE FINESTRE”

PRIMA PROROGA, DICEMBRE 2019 – Autorizzazione, che scadeva il 30 dicembre 2019, è stata prorogata alla LOAS srl per la “difficoltà di espletamento delle procedure tecniche istruttorie” da parte del settore ambiente della provincia di Latina. Nella proroga dell’autorizzazione nessun richiamo (obbligatorio ma ignorato) agli adempimenti e prescrizioni dettati dalla Circolare del Ministero dell’ambiente n. 1121 del 21/01/2019 per prevenire i roghi. “Non si può consentire – scrive Libralato – di far avvelenare l’ambiente per difficoltà tecniche amministrative e mettere a rischio la salute pubblica. Nel dispositivo non risulta richiesto e rilasciato nessun parere dagli enti competenti“.

SECONDA PROROGA, 24 GIUGNO 2020 – Nessun parere espresso dal Comune di Aprilia nell’ultima autorizzazione rilasciata alla ditta LOAS Italia srl i cui depositi, da ieri, sono andati in fiamme rilasciando in aria una densa nube nera. Perché i rifiuti che la LOAS può trattare saranno pure non pericolosi, da dettamene amministrativo, ma la puzza e la paura ieri erano tutt’altro che innocui.
Consenso per silenzio assenso senza espressione di pareri anche da parte della Regione Lazio (Direzione Ciclo rifiuti e Area VIA-VAS), dell’Arpa Lazio, della ASL di Latina, mentre il comando dei Vigili del Fuoco ha dato assenso con prescrizioni, con il parere favorevole del Consorzio degli Artigiani di Aprilia e l’autorizzazione allo scarico delle acque reflue della Provincia di Latina. Nessuna notizia invece della polizza fideiussoria. La stranezza – scrive Libralato – è che l’immobile di cui alla particella 424 non è di proprietà della società che ha ottenuto l’autorizzazione ma di una società in leasing, così come era successo per la ECOX di Pomezia che il 5 maggio 2017 andò a fuoco inghiottendo in una nube nera la Pontina e i centri urbani. Non risulta sia stata coinvolta nel procedimento la proprietaria dell’immobile che ha concesso il leasing. L’altra stranezza – incalza Libralato – che l’altra particella 387 è di un’altra società di leasing, diversa da quella della particella 424.

Non si può mettere a rischio la quarta città del Lazio (e i territori vicini) dopo la ECO X, dopo l’inchiesta e gli arresti per la discarica abusiva ad Aprilia (ndr: via Corta, operazione Dark Side vedi link a seguire), dopo diverse centinaia di roghi in impianti e depositi per rifiuti in tutta Italia, senza nemmeno richiamare obblighi, adempimenti prescrizioni della Circolare Ministeriale n. 1121 del 21/01/2019 del Ministero dell’Ambiente proprio per prevenire questi roghi – aggiunge Libralato – Non si può rischiare di essere avvelenati per incapacità tecnico amministrativa (secondo quanto dichiarato dalla provincia di Latina). Un ente, quando si dichiara incapace non dovrebbe essere commissariato?

Leggi anche:
SOCIETÀ E 1,5 MILIONI DI EURO SEQUESTRATI A PIATTELLA, IL “DOMINUS” DI DARK SIDE

Come ricordavamo in un precedente articolo, uno dei soci di LOAS srl si chiama Antonio Martino, classe 1952, indagato nel 2017 insieme ad altri 22, compreso il dominus Antonino Piattella, nell’ambito dell’Operazione Dark Side coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Martino fu arrestato insieme ad altre 15 persone su ordine della predetta DDA accusato di aver smaltito illecitamente rifiuti nella ex cava di Via Corta ad Aprilia controllata da Piattella. Una cava dove i rifiuti venivano interrati invece di essere smaltiti nelle sedi di competenza.

Leggi anche:
APRILIA: ARRESTATO IL NOTO IMPRENDITORE ANTONINO PIATTELLA

La LOAS srl, all’epoca dell’inchiesta “Dark Side”, creò non pochi imbarazzi poiché lavorava per l’Ente guidato dall’attuale Sindaco Antonio Terra, tanto è che la Progetto Ambiente, la Spa che gestisce la raccolta dei rifiuti detenuta al 100% dal Comune, annunciò di voler rescindere il contratto che legava la ditta al municipio per il ritiro della plastica. Ma si trattò, per l’appunto, solo di una intenzione recapitata a mezzo stampa: infatti, dal 2018 a oggi la Progetto Ambiente ha affidato lavori alla Loas srl per circa 200mila euro. Qualche decina di migliaia di euro quest’anno, 108mila euro nel 2019 e 80mila nel 2018 a un anno dall’operazione dell’Antimafia “Dark Side”.

Martino, per “Dark Side”, ha deciso di patteggiare, mentre per altre contestazioni in materia ambientale sollevate alla LOAS, l’imprenditore ha impugnato il decreto penale di condanna e la causa verrà discussa a novembre prossimo presso il Tribunale di Latina.

Intanto, uno dei pochi politici a parlare riguardo al disastro della LOAS p la consigliera regionale Gaia Pernarella, membro della Commissione rifiuti regionale: “La nuvola di fumo nero sprigionatasi nell’incendio della scorsa notte ad Aprilia dal deposito Loas Italia non ci lascia tranquilli come qualche anno fa ci tenevano in apprensione le fiamme al TMB di Roncigliano o alla Eco X di Pomezia. Casi simili di impianti gestiti da privati spesso strapieni dove evidentemente sono esercitati scarsi o nessun controllo e la sicurezza delle persone sembra essere sempre in secondo piano rispetto all’interesse economico”.

A nemmeno una settimana dall’approvazione di un Piano rifiuti che non risolve gli atavici problemi del Lazio – osserva Pernarella – non possiamo non annotare come le problematiche di questo impianto fossero state evidenziate già nel 2015 dall’Arpa Lazio. Nonostante questo, l’autorizzazione al trattamento di 140mila tonnellata tra carta, plastica da raccolta differenziata, copertoni d’auto e quant’altro era stata prorogata per sei mesi nel dicembre 2019 per la “difficoltà di espletamento delle procedure tecniche istruttorie” da parte del settore ambiente della Provincia in barba agli adempimenti e prescrizioni dettati dalla Circolare del Ministero dell’ambiente n. 1121 del 21 gennaio 2019 per prevenire i roghi negli impianti di questo tipo, richiamo che invece il Consiglio Regionale ha introdotto nel Piano regionale rifiuti solo grazie a un emendamento del Movimento 5 Stelle. Proroga questa ulteriormente rinnovata all’impianto apriliano per novanta giorni nello scorso giugno e che si sarebbe conclusa tra poco più di un mese. Siamo certi che la Magistratura incaricata dell’indagine effettuerà le dovute verifiche su tutte le prescrizioni e le autorizzazioni ricevute dall’impianto negli ultimi dieci anni. Inoltre – conclude Pernarella -, attendiamo di conoscere i risultati dell’Arpa sulle emissioni in atmosfera e la loro nocività, ma di fatto la nuvola di fumo nero che ieri sera era avvistata sin da Latina, non è improbabile che si sia estesa su tutta la pianura pontina, mettendo a rischio tutti i cittadini che sono stati costretti a respirarla”.

Articolo precedente

CONTROLLI E MULTE SUL LITORALE DEL SUD PONTINO: A FORMIA UN BAGNINO HA MINACCIATO I MILITARI

Articolo successivo

ASILI NIDO: OK ALLA RIAPERTURA NEL LAZIO, ECCO LE LINEE GUIDA

Ultime da Focus