DELITTO DI MARCO GIANNI: DI GIROLAMO PROCESSATO PER OMICIDIO AGGRAVATO, RESPINTA LA RICHIESTA DI ABBREVIATO

Marco Gianni
Marco Gianni

Omicidio di Borgo San Donato a Sabaudia, inizierà a giugno davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina il processo al killer di Marco Gianni. È accusato di aver sparato e ucciso al 31enne allenatore di pallamano

Il processo, dinanzi alla Corte d’Assise, inizierà il prossimo 4 giugno, in ragione del fatto che il sostituto procuratore di Latina, Daria Monsurrò, ha chiesto il giudizio immediato per il 34enne di Pontinia, Riccardo Di Girolamoaccusato dell’omicidio del 31enne Marco Gianni avvenuto lo scorso 13 aprile 2023 a Sabaudia, in via del Villaggio.

L’uomo, difeso dall’avvocato Fabrizio Cassoni, non è comparso oggi, 17 maggio, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, sede nella quale il suo legale aveva chiesto il rito abbreviato. Secondo la difesa, infatti, posto che il Tribunale del Riesame aveva escluso l’aggravante della premeditazione, il processo poteva celebrarsi col rito alternativo. Il pubblico ministero Daria Monsurrò, invece, ha reiterato la richiesta della premeditazione del delitto a carico di Di Girolamo, detenuto nel carcere di Cassino sin dall’anno scorso, e il Gup Molfese l’ha accolta, respingendo la richiesta di rito abbreviato.

Secondo la legge Cartabia, infatti, un omicidio volontario e premeditato non è un reato che può essere contestato in sede di udienza preliminare, ma è necessario che sia una Corte d’Assise, con tanto di giuria popolare, a giudicare l’accusato, in questo caso Di Girolamo. Ecco perché il processo si celebrerà col rito ordinario.

Oggi, nel corso dell’udienza preliminare, il Gup Molfese ha accolto la richiesta dei famigliari di costituirsi parte civile. Questi ultimi sono assistiti dall’avvocatessa Giamila Dezio.

Dopo il suo fermo, davanti al Giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, il 34enne di Pontinia Riccardo Di Girolamo aveva ammesso di aver sparato contro Marco Gianni. L’operaio 34enne era stato interrogato dal Gip, alla presenza del sostituto procuratore di Latina Daria Monsurrò. In seguito, anche il tribunale del Riesame aveva respinto il ricorso sulla carcerazione, lasciando immutato il quadro accusatorio con l’esclusione della premeditazione.

Di Girolamo aveva scelto di rispondere alle domande del Giudice per le indagini preliminari, contrariamente al suo rifiuto di rispondere ai quesiti dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, dopo che l’avevano arrestato. L’uomo, come detto, aveva ammesso di avere sparato a Gianni dentro l’azienda florovivaistica di Borgo San Donato di proprietà della vittima senza chiarire il perché del gesto. Al Gip, Di Girolamo aveva detto anche di essersi pentito ma di non aver perso la ragione in quanto tra lui e la sua ex è in corso un contenzioso sul mantenimento dei due figli.

Secondo gli inquirenti, Di Girolamo ha ucciso Gianni perché quest’ultimo era fidanzato con la sua ex, dalla quale ha avuto due bambini.

Di professione operaio, il 34enne, come si evince dal suo profilo social, è un cacciatore amatore e possiede diverse armi per praticare la caccia, tutte regolarmente detenute. I Carabinieri hanno trovato anche altre armi a sua disposizione. L’ipotesi investigativa dei Carabinieri di Latina è che Di Girolamo, avendo avuto in passato altre diatribe con Gianni e la sua ex, aveva maturato livore nei confronti della coppia. Da questo sentimento, sarebbe nato l’omicidio. Non sono state trovate, ad ogni modo, denunce per eventuali minacce patite da Gianni e dalla compagna nel passato, sebbene quest’ultima fosse stata picchiata più volte durante la loro relazione (Di Girolamo sarebbe diventato più violento dopo l’assunzione di alcol e altre sostanze stupefacenti tanto da essere seguito al Sert). Per di più, la vittima e Di Girolamo si conoscevano e si può dire che fossero amici, almeno fino alla relazione di Gianni con la ex.

Nella ricostruzione degli investigatori, l’omicidio è stato commesso poco prima delle ore 17 del 13 aprile 2023 all’interno dell’azienda florovivaistica di Borgo San Donato. Di Girolamo lo avrebbe ucciso addirittura con due fucili e proiettili che nel gergo vengono definiti spezzati: almeno quattro i colpi esplosi, dal momento che i Carabinieri hanno trovato quattro bossoli.

Di Girolamo deve rispondere delle accuse di omicidio aggravato dalla premeditazione e alterazione di arma comune da sparo.

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