Nell’ultima intervista a Le Iene risalente al 14 dicembre scorso, Daniele Nardi l’alpinista setino la cui dipartita è stata ufficializzata il 9 marzo 2019 dice: “Mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso. E se non dovessi tornare, il messaggio che arriva a mio figlio sarebbe questo: non fermarti, non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un’idea. E vale la pena farlo!”. Discorso che all’apparenza potrebbe sembrare profetico ma, in realtà, non lo è. Il perché sta proprio nelle sue stesse parole, quando dice che la pace non deve essere solo un’idea di cui parlare e discettare, piuttosto una realtà tangibile che influenza veramente la vita delle persone, proprio come lo è stato in maniera evidente nel suo caso.
Daniele ha portato in alto con sé sullo Sperone Mummery questa consapevolezza, come se lui fosse cosciente di essere un capillare tra il mondo umano e la natura grezza, estrema, in tutta la sua indomabilità. Questa sensibilità, questo bisogno di connessione che la società moderna pian piano ha soffocato orientando i bisogni sul possesso delle cose, mentre la società che le ha succeduto, quella postmoderna, non ha ancora capito che il rapporto tra uomo, natura e conoscenza va messo inderogabilmente al primo posto di qualsiasi lista delle priorità. Se dal totale del crowdfunding messo in moto per finanziare le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard eccedessero delle cifre, queste andrebbero a scuole locali pakistane, perché è così che Daniele avrebbe voluto: foraggiare formazione e conoscenza.
C’è un’altra persona che grida da mesi questo stesso assunto attraverso il #FridayForStrike e l’imminente Global Strike For Future, manifestazione mondiale del 15 marzo 2019: si chiama Greta Thunberg ed è un’adolescente svedese che nell’estate 2018 da sola ha cominciato una protesta davanti al Parlamento della sua nazione per chiedere alle istituzioni azioni concrete contro i cambiamenti climatici, così che ogni venerdì dall’agosto 2018 ha saltato la scuola per una iniziativa inopinabilmente giusta.
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Lei pretende che alle generazioni di giovani venga garantito il diritto ad avere un futuro, minacciato seriamente dai cambiamenti climatici già in atto, figli dello stupro della natura per scopi prettamente economici.
Durante la COP24, conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che si è tenuta a Katowice, Polonia, il 16 dicembre 2018, dal palco Greta Thunberg ha pronunciato frasi forti e inappuntabili innanzi ai potenti della Terra: “Dite di amare i vostri figli più di ogni altra cosa, invece rubate il loro futuro proprio davanti ai loro occhi. […] Mi interessa la giustizia climatica e salvare il pianeta. La nostra civiltà viene sacrificata per dare l’opportunità ad un numero molto piccolo di persone di continuare a fare enormi somme di denaro. […] Dobbiamo mantenere i combustibili fossili nel terreno e dobbiamo concentrarci sull’equità. E se le soluzioni all’interno del sistema sono impossibili da trovare, forse dovremmo cambiare il sistema stesso. Non siamo venuti qui per chiedere assistenza ai leader mondiali. Ci avete ignorato in passato e ci ignorerete di nuovo. Abbiamo finito le scuse e stiamo finendo il tempo. Siamo venuti qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene alle persone”.
L’affetto suscitato da vicende come quelle che hanno riguardato Daniele e Tom e da storie di attualità come quella di Greta che calamita l’attenzione pubblica portando avanti istanze, a cui noi altri dovremmo aderire senza battere ciglio, dimostrano l’esistenza di persone che hanno il potere di far arrivare nuovi messaggi all’orecchio di chi prima ad ora non si era mai curato di argomenti che, apparentemente, non incidono in maniera manifesta sulla propria vita. Daniele e i motivi che spingono un professionista a scalare una montagna impossibile, Greta contro l’inerzia dei grandi davanti all’imminenza di sconvolgimenti climatici.
Appare chiaro che c’è sete di figure integerrime, di persone pulite e preparate che oltre a creare connessioni emotive sappiano lanciare appelli; individui che hanno il coraggio di guardare il futuro negli occhi e non immaginare la propria vita in un presente dalla durata eterna. Daniele, Tom e Greta ci ricordano che la specie umana è parte integrante della natura e mai si dovrebbe dimenticare questo legame. Per questo, persone come loro sono da considerare eroi dei tempi moderni, quelli che non se ne rendono neanche conto perché sono più impegnati ad essere professionali e inappuntabili che a dare solo peso alla forma e all’artificiosità che ne deriva quando a scarseggiare è la sostanza.
Integrità, grandi sacrifici, contenuti, ambiente e autentica ed efficiente relazione con esso, questo è il futuro e loro lo hanno portato e continuano a portarlo nel presente di chi ancora non vuol vedere più in là del proprio naso.
Daniele è stato un figlio pontino amato e stimato per il suo lato umano e per l’ammirazione suscitata dal tipo di attività professionale ma, soprattutto, per i suoi perché. Ci si è messi nei panni della compagna, dei genitori, del piccolo figlio, dell’amico su Facebook che ci siamo accorti di avere in comune con lui, e abbiamo visto forse una traccia del dolore che, silenziosamente vivido, provano coloro che facevano davvero parte della vita di una persona del genere.
Ecco, Daniele, noi proveremo a difendere tuo figlio e tutti i figli promuovendo la migliore informazione indipendente sullo stato dell’ambiente in relazione all’inquinamento locale e dando visibilità alle realtà che davvero valorizzano e tutelano l’ecosistema pontino, la tua terra.